L’intramontabile magia di Pinocchio: torna al cinema il burattino più famoso del mondo
È nelle sale cinematografiche dal 19 dicembre la favola intramontabile di Carlo Collodi, Pinocchio, proposta dalla sontuosa regia di Matteo Garrone.
Il regista non è estraneo all’immaginario fantasy del nostro Paese: suo infatti Il racconto dei racconti, tratto da una raccolta di favole napoletane seicentesche, che nel 2015 aveva incantato il pubblico italiano e non. Mentre col suo esordio nel genere fantastico Garrone poteva esprimersi più liberamente perché le storie trattate erano meno conosciute, con Pinocchio si confronta con una favola saldamente ancorata all’immaginario di grandi e piccini.
Il piccolo burattino che sogna di diventare un bambino vero non ha bisogno di presentazioni, ma se per caso ancora non conoscete la favola, il film di Garrone è un ottimo punto di partenza. Il regista si approccia al testo di Collodi con fedeltà grazie a un’attenta sceneggiatura di sua mano in cui è accreditato anche Massimo Ceccherini. Affiancato da Rocco Papaleo nel ruolo del Gatto, Ceccherini ci offre un’ottima interpretazione della Volpe. Insieme a loro, grandi nomi quali Gigi Proietti (Mangiafuoco) e il tanto atteso Roberto Benigni. Il premio oscar riesce a riscattare la sua non riuscitissima trasposizione della favola del 2002 con una poetica e struggente interpretazione del povero ma tenace Geppetto.
Dimenticate la leggera interpretazione disneyana del 1940, perché il film di Garrone mantiene gli elementi e i nodi narrativi più cupi della storia originale, che consentono al regista di conservare il suo immaginario dark. Cosa non scontata quando si parla di adattamento di favole per bambini: sempre più spesso assistiamo, infatti, a uno svuotamento degli elementi più drammatici o della componente paurosa, necessaria nel mondo favolistico. Il fine nobile di non turbare eccessivamente i bambini rischia però di non aiutarli a maturare sentimenti complessi e apparentemente scomodi come la tristezza o la paura, che sono invece importanti e che grazie alla narrazione fantastica risultano più comprensibili anche ai più piccoli.
Garrone non rinuncia al ruolo educativo dei momenti più oscuri della favola e nel suo Pinocchio li troviamo trasposti con scenografia e costumi sontuosi. Straordinario infatti il lavoro del costumista Massimo Cantini Parrini e bellissimi i set italiani che punteggiano il viaggio del burattino. Nota di merito poi al magnifico make up del due volte premio oscar Mark Coulier che ha fatto un lavoro impeccabile rendendo il piccolo Federico Ielapi un perfetto burattino di legno, vivo ed espressivo.
Nonostante la necessaria componente riccamente fantastica, Garrone nel suo lavoro non tralascia momenti di rustica popolarità: la si scorge nel Gatto e la Volpe, nell’essenziale seppur affascinante “Paese dei Balocchi” e soprattutto nella povertà di Geppetto. Essenzialità e colonna sonora inevitabilmente riportano alla mente lo sceneggiato televisivo diretto nel 1972 da Luigi Comencini.
Il Pinocchio di Garrone è quindi capace di dare nuova linfa alla fiaba di Collodi conservando al tempo stesso alcuni elementi degli adattamenti cinematografici e televisivi precedenti, con scene emozionanti e capaci di suggestionare lo spettatore di ogni età. Un film per tutta la famiglia che in un’atmosfera natalizia non può che risultare ancora più magico.
Marta Melis