Cera centrocampista “tuttofare”: capitano e leader del Cagliari dei sogni
Contribuire alla vittoria dell’unico scudetto della storia del Cagliari ha il potere di renderti un mito immortale. Ogni tifoso, ogni appassionato di calcio, si ricorderà di te per sempre. Se poi hai lottato sul campo con la fascia da capitano al braccio, il successo ha tutto un altro sapore.
Arrivato in Sardegna nel 1964 dopo sei campionati tra le fila del Verona, Pierluigi Cera ha legato indissolubilmente il proprio nome ai quattro mori portati fieramente sul petto. 240 presenze in rossoblù, condite da 4 reti, prima del passaggio al Cesena, club col quale chiuderà la carriera nel 1979. Nel mezzo la conquista dello storico scudetto del ’70 con gli isolani. Un successo dal valore inestimabile per un giocatore che, come lui, aveva assistito alla formazione di quella squadra leggendaria, partendo addirittura dal campionato di Serie B.
Centrocampista capace di interpretare in chiave moderna il ruolo, l’apporto di Cera nell’anno del tricolore fu a dir poco decisivo. Una prova? Siamo alla fine del girone di andata del campionato ’69-’70. Il libero titolare, Giuseppe Tomasini, si infortuna durante il match contro la Sampdoria, ponendo un problema: chi, all’interno della rosa, avrebbe potuto sostituirlo? Il Filosofo, Manlio Scopigno, direttore di quella magnifica orchestra che si esibiva ogni settimana sul rettangolo verde dell’Amsicora, non ebbe alcun dubbio. Cera era l’uomo più adatto a interpretare il ruolo di leader della difesa. Il risultato fu quasi scontato. Una seconda parte di stagione di altissimo livello per il “tuttofare” del Cagliari, che raccolse applausi e lodi dopo ogni grande prestazione.
Cosa fu il 12 aprile del 1970 per il capitano? «Una gioia immensa. Non ricordo però di aver goduto del successo, perché erano imminenti i Mondiali e bisognava mantenere la concentrazione e non esagerare nelle feste», dichiarò in un’intervista a Cuore Rossoblù. Parole che testimoniano la professionalità di un campione puro, inserito successivamente dal club isolano nella Hall of Fame della società.
Capitano e condottiero col Cagliari, Cera fu grande protagonista anche con la maglia della Nazionale, con la quale collezionò 18 presenze. Ancora oggi, all’Azteca di Città del Messico, è possibile ammirare una targa che recita: «Lo stadio rende omaggio alle squadre di Italia e Germania, protagoniste nel mondiale del 1970 della partita del secolo». Cera era lì, in mezzo al campo, con il numero 5 stampato sulle spalle. Assieme ai suoi compagni, scrisse la storia di una partita mitica. A più di centomila chilometri di distanza, tanti tifosi rossoblù provarono un brivido al momento della lettura delle formazioni. Il loro capitano e altri tre giocatori del Cagliari vennero schierati tra i titolari.
Alessio Caria