Decimomannu – La sindaca Anna Paola Marongiu: “Consenso premio per il lavoro svolto”
Buongiorno Anna Paola. Ti aspettavi questo successo alle elezioni?
“Posso dire che ci speravo e la mia era una speranza realistica e concreta, basata sul feedback delle persone. Mi sono presentata per una seconda volta per definire al meglio un discorso di continuità amministrativa. Lo dico soprattutto con la mente che va a progetti grandi e importanti non ancora conclusi, programmi di sviluppo che ci preme realizzare per alleviare la situazione di crisi nella quale ci troviamo oggi. Sono quasi commossa per il risultato. I decimesi hanno avuto fiducia in noi e hanno riconosciuto sforzi, opere, servizi. Inoltre, posso dire che la gente mi ha dimostrato molto affetto personale e adesso sento ancora più grandi responsabilità e voglia di impegnarmi“.
Ciò che spicca, dati alla mano, è il distacco con le altre liste. Nel 2013 Decimo era un po’ più “spaccata”, per non parlare del 2008. Come ti spieghi questo particolare risvolto?
“Le persone hanno valutato per davvero ciò che siamo riusciti a fare. Nei primi anni di una legislatura, devi cercare le coperture finanziarie, creare e cementare una squadra che funzioni, affiatata, così come un gruppo politico coeso e una buona macchina amministrativa. Passi i primi anni a lavorare su problemi concreti e parallelamente a creare un’armonia che dia i suoi frutti. Parte allora la progettualità, con tutti gli iter procedurali e amministrativi che spesso richiedono tempi lunghi. È per questo che parte delle opere pubbliche e servizi per la comunità sono sfociati nell’ultimo biennio. Purtroppo, abbiamo subito molti attacchi “cattivi”, è la parola che mi sento di spendere, da parte della minoranza e quello che più dispiace è che spesso provenivano da consiglieri che in passato avevano amministrato e che dunque conoscevano tempistiche e difficoltà. Ma è una “cattiveria”, insisto, poi rivelatasi controproducente: la gente ha capito. I numeri del voto nascono qui. Vado orgogliosa di tutto il lavoro svolto con abnegazione, onestà e trasparenza“.
Ma è più un successo personale o di lista?
“Entrambi. Come detto, onestà e trasparenza sono state la nostra bussola. Abbiamo sempre cercato di soddisfare le esigenze di Decimomannu, un’esperienza nuova ma appagante per una come me che non veniva dalla politica. Assessori e consiglieri sono stati molto vicini ai cittadini, a tutti senza distinzione di “colore” politico. Ogni giorno mi riportavano le problematiche emerse, le segnalazioni ricevute e da lì ci muovevamo. Tanto di cappello agli elettori che hanno avuto la razionalità di non dare credito a proposte irrealizzabili, a iniziative senza substrato, poco “sostanziose” e magari prive di copertura economica. Noi siamo diversi: abbiamo fatto, spiegato, raccontato. Penso alla questione del famoso Tesoretto e altro: i decimesi hanno premiato il nostro operato”.
La squadra con cui ti presentavi era molto simile a quella di 5 anni fa, ma non senza qualche volto nuovo. Quali sono state le priorità nel formarla?
“È stato un processo naturale, simile a quello di 5 anni fa pur in un contesto diverso. Stavolta avevamo una squadra di base ben consolidata e affiatata. Ci conoscevamo già a vicenda: è importante sapere con chi hai a che fare, per condividere competenze ed esperienze, pregi e difetti. Occorre valorizzare le qualità di ognuno e usare i difetti come punto di forza per superarli assieme. Di base quindi avevamo una squadra adatta e abbiamo inserito donne e uomini disposti a spendersi per la comunità. Tutto questo a prescindere da gruppi politici, che anzi sono eterogenei al nostro interno, sempre nel massimo rispetto reciproco. Ecco: queste diversità sono state un valore aggiunto, ci si è venuti incontro per l’obiettivo comune. Si sono aggiunti inoltre volti giovani e preparati: avevamo e abbiamo in squadra molte competenze professionali, legate a tutti i campi nei quali un’amministrazione si muove“.
E arriviamo alla nuova giunta. Su cosa si è basata la scelta delle persone?
“Su un mix di esperienze professionali e politiche, ma anche su innovazione ed entusiasmo del nuovo. Ognuno di noi assume una responsabilità politica nel momento in cui riceve un grande consenso popolare a livello di preferenze e questo consenso nasce dal lavoro svolto sul campo, giorno dopo giorno. Mi è piaciuto “promuovere” chi aveva già operato come consigliere, dandosi senza risparmiare energie: mettiamo le loro esperienze a disposizione di Decimo. Poi sarebbe superficiale limitarsi al discorso sugli assessorati, ci sono altri ruoli delicati e importantissimi. Per esempio Leopoldo Trudu è il nuovo Capogruppo della maggioranza, ha fatto volontariamente un “passo indietro” per dar spazio ai giovani, ma la sua è un’esperienza importante, in un ruolo cruciale: dopo l’ottimo lavoro di Paolo Cassaro continuiamo a sentirci sicuri, siamo in ottime mani”.
Venendo al concreto, alle cose da fare. Cosa bolle in pentola per Decimomannu?
“Ci sono progetti già partiti e che non si vedono ancora. Sicuramente prioritari sono i programmi per la realizzazione concreta di posti di lavoro, possibili cantieri (per esempio col progetto LavoRas della regione), ma anche startup per imprese di nuova costituzione, o per quelle bisognose di supporto. Serve rigenerare le attività produttive.
Penso poi al Parco dei due fiumi, che si integra nell’ambito della Città Metropolitana di Cagliari. Sviluppo locale, economico, culturale e naturalistico, attraverso la valorizzazione e riqualificazione dei vecchi alvei dei fiumi Riu Flumineddu e Riu Mannu: piste ciclopedonali uniranno i siti archeologici del Ponte Romano e del Ponte de Is aramigus, inseriti nel circuito. È un’idea di mobilità sostenibile che i decimesi apprezzeranno, anche perché darà supporto all’economia circostante, alle attività agricole presenti e aree di sosta attrezzate da realizzare (punti di ristoro, indotto, posti di lavoro). Si lavorerà per cooperative e associazioni. Che siano aree vincolate non è un limite ma un’opportunità: penso a palestre a cielo aperto, osservatori naturalistici come quelli di Molentargius per valorizzare flora e fauna endemiche, ecc.. Il parco è finanziato per 1 milione di euro (800mila della Città Metropolitana, 200mila di fondi di bilancio) e la fattibilità c’è già.
Ma non posso dimenticare la Strada Statale 130 e il collegamento Decimo-San Sperate. La sua parte il comune l’ha fatta e adesso tutto è in fase di progettualità con l’ANAS: sappiamo quale sarà il progetto. Sorgerà un cavalcavia stile via Peretti, la rotonda sarà trait d’union tra i paesi. Già previsto un primo intervento, con 30 milioni per ogni paese. Poi verrà il secondo lotto con l’attraversamento pedonale, un sottopasso all’altezza della via Vittorio Emanuele. La sopraelevata inizia da lì e si passerà sotto e finalmente si andrà oltre l’isolamento che c’è ancora oggi. Più avanti verranno realizzate le controstrade parallele.
Inoltre continueremo a completare e aprire quelle opere (casa anziani, palestra di via Ballero) per le quali siamo finalmente all’esecutivo. Non dimentico neanche la questione del risparmio energetico (fotovoltaico negli edifici comunali, ecc.). C’è poi voglia di tornare a valorizzare gli agri incolti del nostro comune, con l’idea di creare un fondo comunale a giovani, cooperative e associazioni disposti a utilizzare questi terreni, con la collaborazione dei proprietari che potrebbero anche – se sono dei vecchi agricoltori – aiutare con uno scambio di competenze i nuovi a riprendere in mano queste attività. Il comune metterebbe in campo risorse per dare strumenti, magari con una sorta di de minimis comunale”.
Cosa possiamo aspettarci dal punto di vista culturale?
“Particolare rilevanza continueremo a dare alla cultura e alla scuola come investimento del nostro futuro, in quanto substrato fondamentale della formazione dei nostri ragazzi. Fare cultura ci permette di mantenere vive le tradizioni locali, la nostra storia, l’arte in tutte le sue performance, per far vivere, gioire e sorridere la nostra gente. Saranno dunque ripetute tutte le manifestazioni che in questi anni passati abbiamo condiviso con il supporto fondamentale delle associazioni di volontariato culturali, sportive e sociali che sono importante fondamento della comunità decimese e che sempre ringrazierò per l’opera che tutte prestano nel nostro amato paese”.
Sulla 130 e altre problematiche, spesso i social network sono diventati “caldi”, con diverse polemiche. Eppure sei stata una sindaca molto presente su Facebook.
“Sì, ho utilizzato molto i social. Si tratta di un mezzo formidabile, ovviamente se utilizzato con cognizione. All’inizio ero un po’ restia, ma poi ho capito che una parte non trascurabile di concittadini li leggono. Comunicare non è solo importante ma decisivo: spiegare cosa hai fatto, cosa puoi fare, ma anche ricevere un parere, una proposta e, perché no?, una critica. Quindi ho spesso diffuso annunci e messaggi, come nel caso delle allerte meteo.
Certo, c’è da dire che anche online tende a persistere una modalità scorretta di fare politica con post talvolta volti a strumentalizzare politicamente situazioni ed episodi, con lamentele gratuite, false verità e molto “fumo”. Questo è ciò che purtroppo è accaduto anche in campagna elettorale.
Po io preferisco ovviamente comunicare di persona, metterci la faccia e dire che le cose come stanno. Confesso che a volte deludi le aspettative, perché il malessere ti porta a essere disperato e a chiedere cose immediate e irrealizzabili, ma anche lì è necessario avere la giusta sensibilità, proporre piccole cose, o anche solo la vicinanza e solidarietà. Dare consapevolezza di quel che è possibile fare e quel che ci si può aspettare.
Nei nostri obiettivi c’è quello di ampliare al massimo le comunicazioni anche online con il comune. Si sta pensando anche a delle app in tal senso”.
In chiusura, anche la minoranza in Consiglio Comunale si è rinnovata. Cosa ti aspetti?
“Percepisco qualcosa di diverso, mi aspetto della collaborazione, abbiamo già avuto modo di operare in questa direzione. C’era la vertenza per la chiusura del reparto oncologia di Decimo ed è ovvio che siano prevalsi senso di comunità e voglia di supportare le esigenze dei pazienti. In questo primo consiglio comunale, maggioranza e minoranza hanno lavorato in sintonia, arrivando a una soluzione condivisa con voto all’unanimità. Spero che sia il presupposto per un lavoro proficuo e produttivo, ognuno nel suo ruolo. Questo purtroppo non è successo col vecchio gruppo di minoranza e negli scorsi cinque anni è spesso prevalsa la polemica sterile. Noi eravamo sempre aperti a proposte serie e ragionevoli e, brutto da dire, questa apertura è stata vista come una debolezza. Nel rispetto reciproco e dei ruoli, può arrivare il cambiamento anche da questo punto di vista”.