Distruzione e morte nel cuore dell’Italia
Una notte apparentemente tranquilla, al confine tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Alle 3.36, un boato squarcia il silenzio. La terra trema violentemente per 142, lunghissimi, secondi. I più lesti e fortunati riescono a mettersi in salvo prima che la propria abitazione diventi una trappola letale. In tanti rimangono schiacciati sotto il peso delle macerie. Accumoli, piccolo centro della provincia di Rieti, è l’epicentro del sisma, di magnitudo 6.0, generatosi ad una profondità di 4 chilometri. Venti minuti più tardi, la seconda forte scossa di questa tremenda nottata. Magnitudo 4.4, epicentro ad Amatrice, sempre nel Reatino. Metà paese è andato distrutto e parecchi edifici sono tuttora pericolanti. Pescara del Tronto, nelle Marche, è stata quasi completamente rasa al suolo, ingenti danni nel vicino centro di Arquata del Tronto. Interi edifici, compreso un ospedale, son crollati in pochi minuti. Numerosi danni a elementi di interesse storico-artistico come chiese e monumenti.
La zona è ad altissima sismicità. Oltre 100 le scosse totali, 39 delle quali concentrate all’alba, nell’arco di circa 3 ore, tra Perugia, Norcia e Rieti. Il terremoto è stato percepito anche nella Capitale e nelle lontane Bologna e Napoli. Altre scosse, una delle quali di magnitudo 4.9, sono state avvertite durante la giornata nelle zone più colpite dal sisma.
Immediato e massiccio, per quanto possibile data la distanza dei paesi coinvolti dalle grandi città, l’intervento della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa e di tantissimi volontari che scavano, anche a mani nude, ormai da ore, alla ricerca dei superstiti. Il bilancio, ancora decisamente provvisorio, parla di parecchie decine di vittime, tra le quali alcuni bambini, e di centinaia di dispersi. Fortunatamente, ora dopo ora, in tanti vengono tratti in salvo e trasportati negli ospedali più vicini.
Le istituzioni, il mondo dello spettacolo e dello sport, le associazioni religiose e quelle di volontariato, hanno messo immediatamente in moto la macchina della solidarietà che ha spesso contraddistinto il popolo italiano in queste tragiche circostanze.
Sette anni dopo il devastante terremoto dell’Aquila, avvenuto alla stessa ora del mattino, la terra torna a tremare con veemenza nel centro Italia. Scene, purtroppo, già viste. Morti, feriti, visi disperati, case sventrate che ormai parlano al passato. Un passato difficile da ricostruire. Emblematiche le parole del sindaco di Amatrice, entrata a far parte dell’associazione “I borghi più belli d’Italia” nel 2015 : «Il paese non esiste più».
Luca Pes