“Da quassù”, il nuovo libro di Cristina Caboni che omaggia San Sperate
Cristina Caboni firma il suo primo picture book, ispirato alla storia di San Sperate, Paese Museo famoso in tutto il mondo
Il 25 marzo è ufficialmente uscito il libro “Da quassù”, albo illustrato scritto da Cristina Caboni e illustrato da Flavia Cuddemi per Edizione NoArte Paese Museo. Il volume è un omaggio alla storia di San Sperate, piccolo centro contadino diventato famoso in tutto il mondo in seguito a un’ incredibile trasformazione architettonica, sociale e culturale. Una storia sul coraggio di perseguire la bellezza, quella degli abitanti di San Sperate che, dal 1968 si sono impegnati a dare seguito all’intuizione del grande artista e scultore Pinuccio Sciola. “Da quassù” è un omaggio a tutti coloro che hanno contribuito alla rivoluzione culturale che ha trasformato il piccolo centro di San Sperate in Paese Museo. Il testo è inoltre dedicato alla memoria di Sciola (1942-2016), artista di fama internazionale nonché fondatore e direttore artistico dell’Associazione NoArte.
LA TRAMA – È primavera e una luce abbagliante rischiara l’atmosfera. Stormi di rondini piroettano nel cielo, dirette verso destinazioni lontane. Due di loro si fermano a osservare il paesaggio dall’alto: è pieno di strade e case colorate, affreschi sui muri, statue di terra e di pietra, fiori ovunque e parole scritte in tante lingue. È un luogo profumato e accogliente, con una storia speciale. Una storia che parla di rinascita, creatività, visione comune, spirito di collaborazione. Una storia che risale a molto tempo fa, quando un gruppo di amici ha deciso di rendere unico e bello il proprio paese. Una delle rondinelle conosce la felice serie di circostanze che ha reso quello spicchio di Sardegna unico e particolare, mutandone il nome e il destino. E ne tramanda la memoria all’altra: muri bianchi che diventano muri colorati, giovani e anziani riuniti a pitturare, disegnare, progettare sculture di terra e pietra, comporre melodie e poesie. Un sentire condiviso, un desiderio di armonia e bellezza ha animato persone comuni e richiamato artisti di ogni provenienza, che hanno contribuito a trasformare un anonimo centro contadino nel Paese Museo di San Sperate, famoso in tutto il mondo. Le rondinelle hanno deciso: è qui, in questo posto così bello, che vogliono fermarsi e costruire il loro nido.
L’AUTRICE – Cristina Caboni è una scrittrice sarda, figlia del Paese Museo di San Sperate. Autrice affermata di romanzi pubblicati con successo dall’editore Garzanti, qui al suo primo albo illustrato. Ha attinto alle sue memorie familiari per portare ai bambini e ai lettori di ogni età un messaggio universale di inclusione, accoglienza e internazionalità: «I bambini che abitano in contesti dove l’arte è viva e ritenuta importante sono stimolati di più e hanno un’immaginazione più ricca. La loro curiosità e la loro creatività hanno la possibilità di sbocciare e svilupparsi. San Sperate è un paese che ha tanto da dare, anche a chi vuole partecipare e rendersi conto di persona. Nel libro ho voluto ricordare le persone che, oltre cinquant’anni fa, hanno contribuito a renderlo speciale, portando avanti con coraggio un progetto di cambiamento e rinnovamento. Da qui sono passati molti artisti, scrittori, cantanti, registi… persone che hanno seguito la loro ispirazione e sono riusciti a coltivare il loro talento».
IL CONCORSO INTERNAZIONALE – Flavia Cuddemi è risultata la vincitrice del Premio di Illustrazione Editoriale “SansperArte Paese Museo”, un concorso internazionale per illustratori indetto dall’Associazione Noarte Paese Museo e da ATI SanSperArte Paese Museo, in collaborazione con il Comune di San Sperate e con la Fundação Bienal de Arte de Cerveira. Alla selezione hanno partecipato oltre 100 artisti e le tavole più meritevoli sono state esposte alla Mostra della XXI Biennale Internazionale d’Arte di Cerveira in Portogallo. La vincitrice si è aggiudicata la pubblicazione dell’albo, un premio in denaro e una residenza a San Sperate finalizzata a conoscere in prima persona la realtà del Paese Museo. Queste le sue parole: «Credo che il significato più profondo che emerga dalla storia sia il coraggio di credere nelle proprie idee e darsi da fare per realizzarle. Io stessa, in fondo, ho cambiato la mia vita per inseguire la bellezza e la felicità. La storia di San Sperate ci dice che, anche partendo da condizioni in apparenza sfavorevoli, si può fare qualcosa per migliorare la propria esistenza e cambiare le sorti del luogo in cui si vive. Se si ha il coraggio di partire e di osare, se si ha una visione condivisa, se si trova la forza di mettere insieme pensieri e azioni positive, si può fare».
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Andrea Piras