Villaspeciosa. Cronaca di un Consiglio Comunale di 100 anni fa
di Giuliana Mallei
Gli antichi registri dei Consigli comunali offrono uno spaccato della quotidianità di un tempo, abbiamo pensato di proporre una breve cronaca relativa ad una piccola parte di un Consiglio comunale realmente avvenuto il 10 aprile 1921 a Villaspeciosa. I contorni e i dialoghi sono del tutto immaginari, ma nulla è stato modificato della sostanza.
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Il vento di maestrale soffiava fortissimo, in quella domenica mattina del 10 aprile 1921, alle 07:15 le campane suonavano su toccu, per ricordare ai fedeli l’inizio della messa alle 07:30.
Da più parti, alla spicciolata, arrivavano le donne avvolte nei loro scialli di lana, predi Antiogu attendeva i chierichetti, ancora pochi minuti e avrebbe celebrato la messa in Albis. In breve tempo la chiesa parrocchiale accolse numerosi speciosesi, tra i quali il sindaco e alcuni consiglieri.
Il freddo era pungente, di recente, infiltrazioni d’acqua, avevano ulteriormente danneggiato la chiesa, ma presto sarebbero iniziati i restauri, era questa la consolazione che cullava in cuor suo il parroco.
Terminata la messa, dopo circa un’ora, si formarono dei crocicchi nel sagrato.
<<Gommai Maria Crara, cummenti stadeisi?>>
<<S’arresfriu m’esti passau, graziasa a Deusu, appu tentu callentura puru, ma su fai de dommu m’esti toccau e’ tottu!>>
<<Piccioccheddusu, no cetteisi!!>>
<<Gommai Maria esti ancora sconcia, immui andu a biri chi tenidi abbisongiu de calincuna cosa.>>
<<Deusu s’accumpangidi.>>
Il sindaco, primo cittadino da appena tre anni, si intrattenne con i consiglieri comunali presenti.
<<Si bieusu fra una mesoredda in s’Offiziu, gei du scieisi ca c’esti riunioni de Consillu?>>
<<Certu, certu, eusu arriccìu la littera.>> risposero quasi in coro.
Come d’accordo nella piccola sala delle adunanze, si ritrovarono insieme: il sindaco, Silvio Podda, e otto consiglieri: Urbano Podda, Biagio Murtinu, Marcello Sedda, Carmelo Firinu, Battista Sanna, Beniamino Cabula, Antonio Efisio Sarais e Cirillo Podda, ben sei consiglieri erano assenti, ma c’era da aspettarselo.
Il primo punto da discutere era molto scottante: la lettera di dimissioni da consigliere comunale presentata da Daniele Podda. Da tutti chiamato ziu Danielliccu (o dottor Daniele), era un uomo di 22 anni molto stimato da tutti, ex combattente, laureato in Giurisprudenza, dava lustro al paese grazie alla sua capacità di conciliatore, ma stavolta era deluso perché non era riuscito a mediare in una faccenda molto sentita. L’amarezza per questo fatto lo aveva portato a rassegnare le dimissioni.
Anche il sindaco era contrariato, ma doveva sottoporre la cosa al Consiglio Comunale
<<In Consiglio Comunale dobbiamo parlare in italiano, lo sapete bene, altrimenti è difficile per il sig. Murru verbalizzare>> disse il sindaco, riferendosi al Segretario comunale, tutti annuirono <<Sono assenti sei consiglieri: Daniele Podda, Basilio Sanna, Vincenzo Casti, Dionigi Deidda, Giovanni Cadoni e Francesco Podda, ma abbiamo comunque il numero legale, quindi procediamo. Vi comunico ufficialmente che Daniele Podda ha mandato una lettera di dimissioni, vuole lasciare il Consiglio Comunale per motivi personali. Come vi esprimente? Accogliamo le dimissioni?>>
<<Tenidi arrescioni a si dimitti!!!>> affermò con veemenza Biagio Murtinu
<<Goppai Obrai, deppeisi chistionai s’italianu!>> lo apostrofò il sindaco.
<<Gei esti berusu…. Già è vero. Comunque il dottor Daniele ha ragione, ha fatto di tutto per convincere qualcuno a diventare Capitano dei Barracelli, ma non lo hanno ascoltato!>>
<<Va bene sentirsi dire di no da uno, ma da due non va bene…..>> disse Beniamino Cabula.
Cominciò quindi una sentita discussione, durante la quale alcuni affermarono che, in fondo, fare il Capitano dei Barracelli era un impegno gravoso e pericoloso; per altri era un incarico ricco di responsabilità pesanti e spesso ci si attirava le antipatie di qualcuno; per altri ancora era una questione di sicurezza personale: rischiare una schioppettata in campagna non era proprio una bella prospettiva.
Il sindaco cercò di calmare gli animi e di riportare la discussione sul seminato: accettare o no le dimissioni del Consigliere Daniele Podda. Unanimemente decisero di mettere ai voti il punto, ovviamente con voto segreto.
Cirillo Podda, fratello del sindaco, preparò i biglietti e scrisse in ognuno : SI / NO, poi distribuì i biglietti. Dopo pochi minuti si procedette allo spoglio dei voti: le dimissioni del consigliere Podda Daniele risultarono respinte all’unanimità.
Il dialogo tra i convenuti riprese con un tono visibilmente più disteso, tutti erano concordi nel sostenere che le dimissioni di dott. Daniele erano inaccettabili per Villaspeciosa, che confidava moltissimo nel contributo competente del compaesano più erudito e capace.
Il Consiglio comunale proseguì, quindi, con i successivi punti all’Ordine del giorno.