Il disoccupato e i suoi avversari
Di Franco Dalmonte
Sono passati quasi 2 anni da quando abbiamo iniziato a riflettere sulla crisi economica che opprime la nostra zona, con particolare attenzione alla dilagante disoccupazione giovanile che ne è la conseguenza più dolorosa. Poi è sopraggiunto il CORONAVIRUS che ha aggravato la situazione, facendo
crescere il numero dei disoccupati (non più solo giovani !) aumentando il numero dei poveri, alcuni dei
quali non riescono più a mettere insieme il pranzo con la cena, e allungando le file nelle mense della
Caritas. In poche parole, attraversiamo momenti drammatici, le difficoltà sono aumentate ed è diventato difficile persino capire come e quando potremo uscirne.
Andando a rileggere tutte le cose che abbiamo scritto nei precedenti numeri di VULCANO (anche
prima dello scoppio della pandemia) posso affermare che sono tutte ancora valide e attuali. Resta in
fatti vero che la disoccupazione non nasce dal nulla ma è il frutto di molti fattori, la maggioranza dei
quali deriva dalla poca attenzione che viene riservata al problema, proprio da parte di coloro che dovrebbero dedicare il massimo del loro impegno e delle loro capacità alla sua eliminazione. A comincia
re dalla classe politica, cioè da tutti coloro che ci chiedono il voto durante le campagne elettorali e si
impegnano a risolvere i nostri problemi, riempiendosi la bocca di belle parole quali “progresso, giusti
zia, uguaglianza, benessere, lotta alla povertà” e così via. Tutte cose che sono fortemente comprese nel
la lotta contro la disoccupazione, lotta che però si dimenticano di affrontare o, peggio, che affrontano
con insipienza e con metodi inadeguati che finiscono per peggiorare le cose.
Sono sempre più convinto che la lotta contro la disoccupazione deve coinvolgere tutti noi e, più di
tutti, i politici e gli amministratori, a tutti i livelli, a cominciare da quelli del nostro territorio: Consiglieri Comunali, assessori e Sindaci dei nostri Comuni, molti dei quali credono di potersi disinteressare
della disoccupazione perché si tratterebbe di un problema che esula dalle loro competenze. Affermazione con la quale ritengono di poter bloccare qualunque addebito e qualunque critica nei loro confronti. Ma è un’affermazione che io non condivido.
I posti di lavoro, che sono il contrario della disoccupazione, non nascono per caso né piovono
dal cielo come la manna nel deserto: essi sono il frutto di decisioni faticose e di scelte politiche intelligenti che qualcuno ha il dovere di assumere, dopo aver analizzato vari elementi che riguardano la situazione socio / economica della zona, la disponibilità di reti di trasporti / comunicazioni / telecomunicazioni, le realtà economiche e le imprese esistenti, lo stato dei terreni agricoli, le vocazioni e tradizioni
economiche del territorio e le potenzialità di sviluppo dei vari settori (agricoltura, turismo, servizi sani
tari, insediamenti artigianali e/o industriali, etc).
E’ evidente che tutti questi parametri sono conosciuti solo da parte di chi vive e opera nel territorio: non si può infatti pretendere né immaginare che chi vive (per esempio) ad Alghero, abbia una per
fetta conoscenza delle esigenze di Decimomannu e delle sue possibilità di sviluppo, e neppure che si
preoccupi o perda qualche ora di sonno per pianificare la crescita economico dell’area Decimese!
Domando: qualcuno di noi ritiene che il Governo Centrale -attraverso i suoi ministri- conosca le esigenze della nostra zona ? Oppure, che il Governo Regionale -attraverso i suoi assessori- sappia con
precisione come muoversi per creare sviluppo e occupazione nella nostra zona ? Io credo di no.
E sono convinto che se vogliamo che qualche insediamento produttivo possa nascere e svilupparsi
dalle nostre parti, dobbiamo essere noi -che viviamo qui- a individuare le iniziative che meglio si adattano alle caratteristiche del nostro territorio e dobbiamo essere noi a elaborare progetti, sufficientemente definiti, da proporre con forza e grande convinzione alla Regione e/o al Governo Centrale. E quando
dico noi intendo proprio tutti noi, cittadini di questo paese e di questa zona, con la precisazione che
dovrebbe essere il Sindaco, insieme agli Assessori e al Consiglio Comunale nella sua interezza, a
guidare le iniziative. Né devono sentirsi esonerati i funzionari e gli impiegati comunali: sono dipendenti pubblici, che hanno il dovere di mettere la loro professionalità e la loro intelligenza al servizio del
paese e non limitarsi a interpretare il loro ruolo come un privilegio, che consente di utilizzare la stabili
tà e i vantaggi del posto pubblico, senza farsi carico delle difficoltà comuni.
So perfettamente che i progetti di crescita di una zona possono realizzarsi con maggiore certezza
solo se accompagnati da una forte volontà politica e da massicci investimenti del governo centrale e/o
regionale, ma l’esperienza insegna che -a parità di governo centrale e regionale- ci sono aree più sviluppate di altre anche per l’impegno che le comunità locali mettono nel promuovere le proprie specificità e potenzialità economiche, individuando precisi insediamenti produttivi credibili e capaci di svilupparsi autonomamente e capaci di creare ricchezza / occupazione / benessere.
Per stare vicini a noi e alle nostre esigenze, sono convinto che l’impegno principale di una Amministrazione e di un Consiglio Comunale dovrebbe essere proprio lo sviluppo economico del paese, ponendo in essere le condizioni per facilitare l’insediamento di numerose aziende. Aziende efficienti, floride, durature, capaci di produrre beni e servizi utili alla collettività, aziende capaci di autofinanziarsi e
di legittimare quotidianamente la loro esistenza. L’incremento del numero di occupati, con tutto quello
che potrebbe derivarne in termini di disponibilità finanziarie e di benessere collettivo, favorirebbe la
realizzazione di attività varie (culturali, sportive e ricreative) e renderebbe più varia e piacevole la vita
di tutti noi e, in particolare, dei nostri giovani.
Per concludere, chiediamoci “chi è il colpevole”? Chi è responsabile della dilagante disoccupazione e delle sofferenze che essa genera? Chi è responsabile del mancato sviluppo? La risposta è semplice: le colpe sono di tutti noi, ognuno per la sua parte: di chi potrebbero fare qualcosa e non la fa; di
chi potrebbero promuovere norme / leggi / investimenti idonei e non lo fa, di chi potrebbe promuovere
studi e ricerche per individuare i settori economici suscettibili di sviluppo e non lo fa, di chi potrebbe
richiamare l’attenzione di Assessori Regionali e/o Ministri e spingerli a effettuare investire nella nostra
zona e non lo fa: e non lo fa perché non sa farlo oppure perché .. se ne frega.
Ma – se non si occupano di queste cose – di cos’altro si occupano i nostri amministratori?