Emergenze: Il controllo della nuova società
di Luigi Palmas
“Emergenze” saranno le nuove, comunque già in atto, definizioni e percezioni per arrivare a un nuovo mondo che si sta costruendo con un passaggio verso una società, controllata, di privazioni.
Due anni fa la parola è stata “lockdown”: doveva rinchiuderci tutti in casa, con poche eccezioni permesse dal Governo, per scongiurare la diffusione della trasmissione del virus Covid-Sars 2. Dopo, con le lente e progressive riaperture, ci si è avviati alla rincorsa per le vaccinazioni. Quando, dopo innumerevoli peripezie, sono arrivati i vari vaccini, la campagna anti covid ha prodotto la guerra ai “no-vax”, nuovi pericolosi untori da eliminare dalla vita sociale. Il “green pass” poi è stata la nuova arma, con lunghi isolamenti, puntata contro quelli che manifestavano il loro pensiero contrario, il loro dissenso, in molti casi per legittimi motivi e paure , costringendoli a non poter andare a lavorare o a uscire da casa.
In seguito è stato stabilito che l’emergenza sanitaria fosse finita, anche se sembra non fosse affatto vero: la contrapposizione vax/no-vax, responsabili/cattivi, non poteva più continuare oltre. Lo stato di emergenza continua, la paura del nemico, però aveva bisogno di essere sempre costruito e alimentato. Quindi serviva una situazione più forte, tragica.
La guerra Russia-Ucraina è servita a costruire una nuova parola chiave: il “filoputiniano”.
Stesso meccanismo sperimentato prima: tutti quelli che (semplici cittadini, intellettuali, artisti, professori universitari, giornalisti, politici) sono stati e sono sospettati di essere filorussi sono stati e sono attaccati in tutti i modi, aggrediti, demonizzati, messi al bando della società.
Strano: i no-vax di ieri sono i putiniani di oggi: il tutto regge. Si sa, come detto prima, che nessun collante politico e sociale si può ottenere senza creare e contrapporsi ad un nemico. Così è stato sempre nella storia e può sempre in ogni occasione funzionare.
Il nemico è sempre stato ed è sempre cercato dentro la comunità: è invisibile, è tra di noi, va rintracciato, trovato, con metodi di continuo controllo. Le dittature, tutte, li hanno sperimentati ed attuati molto bene. Ma adesso il sistema va ad impazzimento: ad un ipotetico nemico ne fa seguire, in poco tempo, subito dopo, un altro. Ogni comportamento od opinione può essere sospetta, ogni pubblica dichiarazione può compromettere o rovinare per sempre chi si permette di farla.
Qualche volta è sufficiente un “tweet” o una dichiarazione in “facebook” per essere additati al pubblico ludibrio. Tutto ciò può succedere quando si vive in uno stato di emergenza continua. Il disastro deve essere sempre visto come incombente, la paura mantenuta alta. La nuova emergenza si vede già, in parallelo con la guerra Russia-Ucraina. La guerra deve durare, come la pandemia da covid, il più a lungo possibile.
La Russia è il virus e le armi sono il vaccino, e sembra che funzionino nello stesso modo, in realtà poco. Guerra che si trascina anche con i droni: non è però un gioco virtuale. È una grande carneficina e i morti non hanno neppure il sacro diritto alla sepoltura. È una società ben miserabile quella verso cui ci stiamo incamminando. Il mondo del razionamento globale: il passaggio dalla società dei consumi a quella della carestia.
La società della ricchezza prima regalava almeno illusioni a buon mercato, la società della carestia toglierà anche quelle. Razionare, cioè distribuire i resti. Siamo in guerra e dobbiamo fare penitenza per essere ancora in vita mentre altri muoiono nei campi di battaglia. Popoli dunque di penitenti governati da illuminati che hanno ora un nuovo compito: amministrare bene i loro digiuni.
In fondo il regime delle ristrettezze inaugurato con la cosiddetta “austerity” era solo una anticipazione, Obama, Merkel, Lagarde, Padoa Shioppa, Padoan, Macron, Draghi. Il termine “austerità”, però, ricordiamolo, è anche nostro e la teoria proveniva da un Partito dei lavoratori. Le ristrettezze comunque non erano ancora la povertà e la miseria, la carestia era soltanto vista da lontano. Ora il Potere fa sul serio. Il nuovo paradigma è: “razionamento”, di energia, di acqua, di cibo. Si inizierà fra poco, anzi è già iniziato, con la siccità: già i massmedia ci bombardano di notizie catastrofiche, descrivendo un’ estate rovente in cui saranno adottati decreti governativi sulla limitazione dell’uso delle lavatrici e delle lavastoviglie, divieti per i parrucchieri, per innaffiare le piante da giardino, mentre il caldo africano rovina le coltivazioni agricole.
In realtà tutti questi fenomeni climatici che stiamo conoscendo, a volte estremi, che ci procurano disagi e danni, ci sono sempre stati ciclicamente nella storia della terra, come dicono molti scienziati, climatologi, fisici e altri, al di là delle stupidaggini ricorrenti e interessate. Per risparmiare energia le automobili potranno essere ricaricate solo elettricamente una volta la settimana (la benzina, il gasolio e il gas serviranno per altre attività), i condizionatori d’ aria dovranno funzionare solo nelle ore stabilite dal Governo.
Il decreto si occuperà anche delle docce settimanali consentite e del cambio della biancheria intima, tra cui le mutande, come già qualche ambientalista, buontempone ma non troppo, ha suggerito. Ci sarebbero storie per un film di Woody Allen, se fosse ancora attivo o di Fellini, se ci fosse ancora.
Anche Pasolini ci avrebbe raccontato di un mondo fantastico e surreale. Questa stagione è solo il preludio di un tardo autunno e di un inverno, al contrario, freddissimo: riscaldamento al minimo per poche ore nelle abitazioni, gas quel tanto che basta per cucinare una volta al giorno. Non servirà la mascherina per entrare nei negozi ma ci doteranno di una tessera elettronica in cui sarà indicato rigorosamente quello che quel giorno potremo comprare.
Qui la situazione si fa seria, anche perché si potrà pagare solo con la carta di credito e non si avrà nessuna autorizzazione per spendere quello che si possiede nel conto corrente (obbligatorio, non ci saranno più soldi cartacei) se non si è in regola con la quinta, la sesta e la settima dose di vaccino.
Se sono state saltate, nessun problema, si potranno fare tutte insieme. Non c’è niente da ridere o scherzare. Il futuro è la penuria e la distribuzione razionata e controllata. “Razionamento”, così come già “confinamento”, “distanziamento sociale” e “pass” per uscire di casa in certe ore, sono tutti sistemi di uno stato di guerra, che oggi è divenuta permanente e contro un nemico che sembra invisibile, perché quasi immateriale, il virus, la siccità, il gas, l’ energia, l’invasione delle cavallette, le tenebre, il demonio.
C’è sempre, comunque, per sicurezza, anche l’altra guerra, quella reale. Si può aggiungere un nuovo capitolo della storia e si possono mettere in ordine le nostre tavole della legge e i nostri sistemi di vita: siamo nello spazio del mondo di guerra permanente. Non parliamo delle armi, delle bombe, dei carri armati, dei missili: tutto ciò finirà, non si sa se prima o se poi, perché comunque c’è sempre la possibilità che una guerra reale finisca.
Quando la guerra, invece, è permanente non è la negazione della pace: essa è la condizione “normale” in cui si vive, è la nuova pace. La guerra è pace ed è narrazione di morte, falsificazione sistematica dei fatti accaduti. Il virus produce devastazione, ma in realtà è costruito con tecniche di manipolazioni genetiche in laboratorio, il vaccino salva la vita e uccide anche, l’aggressore dell’Ucraina è Putin anche se è anche lui l’aggredito da molte parti e da molto tempo. Anche la siccità è colpa di Putin perché ha chiuso i rubinetti del gas.
Come diceva un grande intellettuale, Guy Debord, “nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso”. Perciò il popolo non può essere libero, non deve pensare, ma deve essere educato all’obbedienza all’ autorità. Se tutti noi ci chiedessimo, allora, che tipo di società davvero sarà la società post-consumistica e post-pandemica, oltre quella della post-verità e della post democrazia che è già in atto, penso che questa sia la risposta: una società della carestia, della penuria, una società del controllo terapeutico-sociale esercitato violentemente con la parola d’ordine del razionamento.
Il mondo dell’abbondanza è finito. Comincia, anzi è già cominciato, forse siamo distratti, quello della decrescita, e non sarà per niente felice, come teorizzava, fantasticando, sbagliando, Serge Latouche e i suoi epigoni, Greta compresa, in nome e per conto di…
La visione del mondo futuro sarà l’etica delle diete. Bisogna però controllare e far diminuire il peso delle passioni. Non del risentimento nè della protesta e della rabbia che, anzi, vanno chimicamente dosati per non rischiare l’alta pressione sociale.
Prevenire scientificamente e colpire, anche duramente, sono perciò due condizioni in sintonia per raggiungere un unico scopo: il controllo totale della popolazione.
Saranno in grado? Ci riusciranno? E’ auspicabile di no e bisogna reagire…
Ma fanno e faranno comunque di tutto: i cordoni sanitari sono stati inventati molto tempo fa, servono per questo.