In memoria di Prof. Coroneo

di Sara Saiu 

Sono passati oramai dieci anni dalla prematura scomparsa del maggior studioso di arte medievale in Sardegna, il professor Roberto Coroneo, giovanissimo rettore e professore ordinario di storia dell’arte medievale. Negli alunni frequentanti ed ex frequentanti l’Università degli Studi di Cagliari, e in particolar modo quelli del corso di laurea in Beni culturali indirizzo storico-artistico, la sua scomparsa ha lasciato uno squarcio nel cuore. Persona amabile e umile, giungeva in cittadella dei musei con i mezzi pubblici e si apprestava a far assaporare il suo amore per l’arte medievale tutta, ma in particolar modo quella regionale, alle numerose classi di studenti che lo seguivano. 

Copiosa è la quantità di studi e pubblicazioni che ci ha lasciato, ma credo che di maggior spicco sia il suo Sardegna preromanica e romanica, Jaca Book, scritto a quattro mani con la collega Renata Serra, un testo pesante come consistenza ma leggero nel contenuto, perché Coroneo riusciva a rendere piacevole lo studio delle architetture di epoca medievale come nessun altro. 

Nel suo Chiese romaniche della Sardegna, Edizioni AV,  offre spunti interessanti per cimentarsi in itinerari turistico-culturali fuori dal comune, partendo da Sassari e dintorni per arrivare al Sulcis-Iglesiente, passando per Cabras e la sua arcaica chiesetta preromanica di San Giovanni di Sinis, per Ardara e la sua Santa Maria del Regno, per la meravigliosa Santissima Trinità di Saccargia a Codrongianos, e per San Pantaleo di Dolianova. 

Da menzionare è anche il suo ultimo lavoro, Arte in Sardegna dal IV alla metà dell’XI secolo, edito da Valveri: una vera e propria summa delle ricerche sul patrimonio storico-artistico sardo. 

Suo merito è stato quello di far capire a studiosi e amatori che nell’architettura romanica la Sardegna ha la parte più consistente, di qualità più alta e maggiormente studiata del suo intero patrimonio artistico, nonché il merito di aver delineato un quadro complessivo dell’epoca spiegando che il contesto storico ha determinato i “paesaggi” romanici isolani.  

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