Intervista a Claudio Cugusi (PSI): lavoriamo per una Sardegna libera e dignitosa
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a cura di Sandro Bandu
Farmacia e telemedicina per affrontare da subito le emergenze della sanità
Claudio Cugusi, 54 anni, avvocato senza toga e giornalista professionista, già consigliere comunale del Comune di Cagliari per il centrosinistra e leader del Movimento politico Sardi in Europa.
Ha scelto lei di candidarsi e come procede la sua campagna elettorale
La candidatura è stata la conseguenza naturale del patto politico che Sardi in Europa ha sottoscritto con il Partito Socialista Italiano. Abbiamo un obiettivo: costruire insieme un grande Partito Socialista sardo, autonomo e libero, federato con il Partito Socialista Europeo e in grado di mettere al centro il Mediterraneo.
La mia campagna elettorale procede secondo programma: con il mio gruppo abbiamo girato in lungo e in largo la città metropolitana di Cagliari e tutto il collegio da Teulada a Isili, ascoltando problemi concreti, come quello di Esterzili dove manca la guardia medica, il pediatra e il medico di famiglia, oppure a Escalaplano dove gli allevatori sono costretti con i pick-up a fare scorte d’acqua perchè il servizio idrico non arriva sino alle loro aziende.
Ci illustri le prime 3 sfide da affrontare da parte della sua coalizione
Più che sfide parlerei di drammi. Il primo è la sanità in tutti i suoi aspetti: dai medici di famiglia che non ci sono alle liste d’attesa, dal sistema 118 che è assolutamente incompleto alle file in Pronto Soccorso.
La nostra presidente Alessandra Todde è d’accordo con noi per sperimentare da subito alcuni rimedi come la farmacia dei servizi, ovvero, consentire alla rete delle farmacie sarde di erogare servizi socio-sanitari: elettrocardiogrammi, esami ematici e la misurazione della pressione arteriosa.
In un comune dove la sanità non esiste, una farmacia può fare tantissimo e la telemedicina può fare il resto. I pazienti sardi non ci chiedono un ospedale in ogni angolo, ma chiedono alla Regione di essere presi in carico con tutte le loro fragilità. Questo vale anche per le famiglie dei pazienti che sono lasciate sole e spesso rinunciano alle cure.
L’altro grande tema è quello del lavoro che è legato alla scuola e alla formazione in modo indissolubile. Lavoro di qualità, lavoro rispettoso dell’ambiente, lavoro che ci consenta di rianimare quei 200 Comuni sardi che tra vent’anni, di questo passo, non ci saranno più.
La Regione ha a disposizione oltre 3 miliardi di euro, e dal PNRR arriveranno altri 8 miliardi. Quindi il vero problema non è la mancanza di risorse ma la capacità di spendere queste risorse, possibilmente in modo efficace. Voglio dire che i soldi vanno spesi per creare infrastrutture, strade vere e autostrade telematiche.
Vanno spesi per risanare l’ambiente che è stato compromesso da attività industriali pesanti come quelle del Sulcis, di Ottana e Portotorres. La Sardegna non ha un futuro se non ripristina integralmente il suo ambiente. Non c’è soltanto l’immagine da cartolina che affascina milioni di turisti che vengono a trovarci, ci sono anche decine di angoli di Sardegna invasi dei rifiuti, falde acquifere inquinate e tanto altro.
Se davvero amiamo la Sardegna dobbiamo ripulirla.
La terza questione più importante è quella dei trasporti, e lì dentro ci metto tutto: dai trasporti ferroviari dove è assurdo e anacronistico impiegare, nel 2024, 5 ore per recarsi da Sassari a Cagliari; i trasporti interni con una rete stradale che fa paura per le condizioni in cui versa, interrotta da mille cantieri di cui non si vede mai la fine.
Ovviamente c’è il tema dei trasporti aerei che ha due facce: una è rappresentata dal nostro diritto di andare in continente quando ci pare e agli stessi costi che paga un molisano per andare a Milano. L’altra faccia è quella che riguarda i turisti: non garantire loro prezzi accessibili significa limitare fortemente il turismo accontentandoci di quello più ricco. Ma esiste una fascia di turismo, che è interessata alle zone interne in tutte le stagioni, che non può permettersi un biglietto aereo di 800 euro, andata e ritorno.
A queste considerazioni la politica sarda è chiamata a dare risposte concrete e può farlo coinvolgendo l’Unione Europea, ma soltanto se conosce davvero la dimensione del problema, a me risulta invece che la Regione conosca soltanto in parte i dati del traffico aereo e ignori i dati relativi i voli in continuità territoriale.
Caso Solinas: il presidente, indagato da tempo, doveva fare un passo indietro?
Non mi occupo di questioni politiche che riguardano altre forze politiche: mi basta la mia.
Perché gli elettori dovrebbero votare per lei e per la sua coalizione
Perché Alessandra Todde è una donna capace, con le idee chiare e l’umiltà necessaria per affrontare e risolvere grandi questioni. Quanto al Partito Socialista-Sardi in Europa è il miglior voto possibile perché stiamo mettendo insieme la forza centenaria del riformismo e le energie di chi sogna una Sardegna libera, dignitosa, amica di tutti i popoli del Mediterraneo e capace di scrivere le pagine del suo destino.