Igoni Barrett a Uta per il festival letterario “Éntula”: «L’empatia è l’unica risposta al razzismo»
Giovedì 20 settembre lo scrittore nigeriano Igoni Barrett è stato ospite del festival letterario Éntula al Parco S’Olivariu a Uta per presentare il suo primo romanzo Culo Nero e la raccolta di racconti L’amore è potere o almeno gli somiglia molto (66th and 2nd, 2017). Nato a Port Harcourt nel 1979 Barrett è da sempre impegnato nel far conoscere il suo paese d’origine, la Nigeria, ai lettori d’oltremare, affrontando tematiche ancora oggi di grande attualità: il razzismo in primis.
«Culo Nero – spiega l’autore – racconta di un ragazzo nero di Lagos che un giorno si sveglia ed è diventato bianco, un oybo con gli occhi verdi e i capelli rossi. È rivolto in maniera diversa a pubblici diversi, tra cui quello occidentale. È una storia che nasce per raccontare le minoranze, e cosa significhi farne parte». Il romanzo è scritto in lingua inglese, divenuta ufficiale in Nigeria in seguito alla colonizzazione da parte degli inglesi alla fine del XIX secolo, e che ancora oggi lascia dei segni tangibili nella lingua e nel modo di pensare nigeriano. «Conoscere l’inglese significa far parte della classe media, quella colta, istruita, e che sicuramente avrà una chance in più nel mondo del lavoro perché è solo attraverso questa lingua che ci si può costruire contatti, una rete con l’Occidente, preso a modello nel nostro paese». Una condizione dalla quale non ci si può sottrarre se si vuole valere qualcosa. È questo il punto di partenza per arrivare al clou del dibattito: il razzismo.
«Noi nigeriani – prosegue Barrett – non possiamo essere razzisti, perché siamo neri [sorride, ndr]. Preferisco parlare di discriminazione di una maggioranza verso una minoranza: uomini e donne, bianchi e neri, borghesia e proletariato e via dicendo. Ma in Nigeria la situazione è paradossale, sono le minoranze degli occidentali ad avere la meglio sulla popolazione locale. Se ad esempio ci sono due persone che concorrono per un posto di lavoro, puoi essere il più colto, preparato e in gamba, ma se sei nero, verrai sempre dopo un concorrente bianco». E dell’Occidente che ne pensa? «In Europa e negli Usa in particolare c’è del razzismo verso le minoranze, basti pensare alle leggi razziali, la segregazione sociale dell’ultimo secolo e le ultime elezioni politiche: Trump in America, Le Pen in Francia, Salvini in Italia. Penso che ci sia un fattore comune a questo fenomeno ormai dilagante: la mancanza di empatia. Nei miei libri cerco sempre di spingere il lettore a mettersi nei panni di un Altro. È un lavoro che noi scrittori, e artisti in generale, facciamo quotidianamente. Ecco, vi do un esercizio da fare: domani mattina, quando vi svegliate, immaginate che vi siate trasformati nella cosa che più vi fa ribrezzo e provate a trovare una soluzione per venirne fuori. Vi aiuterà».
Francesca Matta