L’amore e la gloria
Presentato alla stampa il nuovo progetto cinematografico dedicato alla giovane Grazia Deledda.
La regista Maria Grazia Perria lo descrive così: «L’idea nasce diversi anni fa, volevo rendere omaggio ad una delle grandi donne del Novecento. Non conoscevo bene la vita della Deledda, la sua storia mi ha sorpreso e affascinato. Dai suoi carteggi ho scoperto un mondo, inizialmente fu molto criticata anche perché traduceva direttamente dal sardo ma pian piano ha trovato il suo stile, forse non ha scritto il romanzo perfetto ma ha fatto conoscere un mondo come pochi altri».
Il film si sviluppa principalmente su due piani nei quali sono raccontati, integrandosi, sia episodi personali sia la raffigurazione di alcune delle vicende presenti nei suoi racconti e nei suoi romanzi.
L’opera abbraccia dodici anni della vita della scrittrice, dal 1888 al 1900, durante i quali si forma il carattere artistico.
Il produttore Salvatore Cubeddu aggiunge: «Raccontare vite e storie di personaggi sta diventando un nostro marchio, la Sardegna ha tanto da dire. Grazia Deledda è stata formidabile e con le sue opere ha influenzato tutta la filmografia sarda degli scorsi decenni».
Il progetto esplora anche l’ambiente e la società in cui si è formata la giovane Deledda. Una Nuoro abitata da poche migliaia di persone ancorate a usi e costumi antichissimi, un ambiente chiuso e tradizionalista che la scrittrice è riuscita a trasformare nel suo punto di forza. Nessun altro scrittore italiano o straniero avrebbe mai potuto immaginarsi i suoi paesaggi e i suoi silenzi, così come sono unici i personaggi dei suoi tanti racconti. Solo chi vive e conosce a fondo certe realtà può parlarne e questo, unito ad un talento naturale, ha portato la scrittrice ai più alti riconoscimenti.
Grazia Deledda è anche la prova che la perseveranza alla fine paga. Come spesso accade il successo non è immediato, nessuno dei suoi primi racconti è stato accolto con favore, ma scrivere la faceva stare bene e in questo modo è riuscita ad offrire alla comunità la migliore versione di se stessa. Faceva qualcosa di positivo per gli altri e per se, incurante delle continue malelingue sul suo conto, aspetto questo ben messo in luce dalla regista.
La Deledda si è dedicata alla sua passione venendo meno agli obblighi sociali del suo tempo, con tutte le ansie e le preoccupazioni che accompagnano le scelte coraggiose. Nel film emergono chiaramente sia la determinazione che l’insoddisfazione per un mondo, quello nuorese, che ben presto è diventato stretto per la giovane scrittrice.
Marisa Serra ha interpretato con intensità la parte della protagonista, rendendo con sguardi e battute alcuni tratti distintivi del carattere della Deledda che emergono dalla lettura delle lettere scritte durante la sua adolescenza.
Una ragazza che scelto di essere se stessa e che si è dedicata fino in fondo a quello che la faceva stare meglio. Grazie a questo la Sardegna può vantare un’altra celebre donna che si affianca ai tanti personaggi figli di un’isola da sempre offesa e sminuita ma che nei fatti continua a far emergere figure di primo piano in ogni ambito. Spesso ciò che manca è la fiducia nei propri mezzi e su questo Grazia Deledda ha certamente tanto da insegnare.
Il film è stato prodotto da Terra de Punt con il contributo di Regione, Film Commission, Fondazione di Sardegna e Minstero della Cultura.
Carlo Manca
“Ho vissuto coi venti, coi boschi, con le montagne, ho guardato per giorni, mesi e anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo, ho mille volte appoggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce, per ascoltare la voce delle foglie, ciò che raccontava l’acqua corrente; ho visto l’alba, il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne; ho ascoltato i canti e le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo, e così si è formata la mia arte, come una canzone od un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo”.
Grazia Deledda
Discorso per il conferimento del premio Nobel Stoccolma, 10 dicembre 1027