Lo sport unisce gli italiani mentre la politica li allontana
di Sandro Bandu
L’anno 2021 può essere senza dubbio indicato come quello più importante per lo sport italiano e non solo.
Abbiamo spopolato e raggiunto traguardi impensabili. Abbiamo rivinto gli Europei di calcio dopo ben 53 anni dal primo titolo vinto in Italia con il nostro grande Gigi Riva tra i protagonisti. Abbiamo ottenuto importanti vittorie alle Olimpiadi di Tokio, tra le tante le epiche imprese di Marcell Jacobs nei 100 metri, Gianmarco Tamberi nel salto in alto e nella staffetta 4×100 metri con Patta, Jacobs, Desalu e Tortu che ci hanno fatto entusiasmare e rabbrividire ogni volta che durante la premiazione la nostra bandiera saliva più in alto di tutte accompagnata dal nostro bellissimo inno.
Per non dimenticare il tennista Berrettini che va in finale nel più importante torneo del mondiale, quello di Wimbledon, dove viene sconfitto dal cannibale Djokovic, ancora troppo forte per lui; la nazionale di Softball che vince gli Europei; le nazionali maggiori di Volley, maschile e femminile, che vincono entrambe gli Europei.
E poi la meravigliosa vittoria, sempre nella Pallavolo, della nostra nazionale Under 21, che nella nostra Sardegna, nell’ottobre scorso, si è laureata Campione del Mondo per la prima volta.
Campione del mondo in un Palazzetto dello sport di Cagliari trepidante e gioioso che ha letteralmente trascinato i giovani italiani alla vittoria contro un’irriducibile Russia.
Nel finale l’inno italiano che viene cantato dal pubblico di casa e che ci ha reso orgogliosi di essere italiani.
Ma il 2021 è stato l’anno magico anche per il fisico italiano Giorgio Parisi, che è stato insignito del premio Nobel per la Fisica, il sesto scienziato italiano a ricevere il premio.
L’Italia ha poi spopolato nella Musica con i Maneskin all’Eurovision e il Golden Globe assegnato a Laura Pausini, con il brano “Io si/Seen”, colonna sonora del film Netflix La vita davanti a sé.
Ecco, in tutte queste imprese sportive e in tanti altri campi, l’Italia e gli italiani si sono sentiti uniti e orgogliosi di fare parte di un’unica nazione, si sono sentiti orgogliosi di essere Italiani. Si sono commossi quando hanno ascoltato e cantato l’inno italiano.
Ma in altri campi, soprattutto in quello politico, l’Italia è divisa e non trova ancora una sua caratterizzazione europea o mondiale.
In tanti Paesi occidentali la Politica, quella con la P maiuscola, è intesa molto diversamente da come la vediamo in casa nostra. Nelle democrazie europee l’opposizione collabora, soprattutto nei temi importanti, con chi governa.
Da noi invece si studiano, da parte dell’opposizione, tutte le possibilità per ritardare o impedire alcune leggi importanti, anche se riguardano temi che potrebbero far fare un salto di qualità al nostro Paese.
Alcuni partiti, pur di racimolare qualche piccola percentuale in più nei sondaggi, non esitano a seguire gli umori del Paese, anche a discapito dei propri alleati di coalizione.
Caso eclatante sono i comportamenti della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni sul Green Pass. Il 19 marzo scorso, parliamo di soli 6 mesi orsono, chiedeva addirittura l’intervento dell’Unione Europea contro il nostro Governo perché, secondo lei, ostacolava l’introduzione del Green Pass.
Poi stranamente, mica tanto, dopo solo pochi mesi, lancia i suoi anatemi contro il Governo, di cui fanno parte anche i suoi alleati della Lega e di Forza Italia, perché il Green Pass sarebbe un ostacolo alla libera circolazione dei cittadini, dimenticando che il Green Pass viene rilasciato a chi è vaccinato e che le condizioni per ottenerlo sono le stesse di 4\5 mesi fa.
Stesso discorso vale per i vaccini: lei si ritiene no-vax e accusa il Governo di obbligare la popolazione a vaccinarsi pur sapendo che alcune fasi di sperimentazione dei vaccini termineranno nel 2023, e quindi nessuno e ancora in grado di valutare il rapporto rischi/benefici e pertanto nessuno di dare certezze.
Intanto, però, tra il vedere e non vedere, il 26 luglio scorso, all’ospedale Spallanzani di Roma la signora Giorgia Meloni si è sottoposta alla vaccinazione della prima dose anti-covid19.
E la coerenza? Non importa, tanto gli italiani sono distratti dallo vittorie sportive.
Così come è avvenuto per l’affossamento del DDL Zan, che non è stato discusso al Senato solo per meri calcoli politici, pur sapendo che questo DDL avrebbe fatto fare un salto di qualità alla nostra democrazia e sancito alcuni diritti non solo alle comunità LGBT (Lesbiche. Gay, Bisessuale e Transgender), ma anche ai disabili.
Infatti, come dice il deputato Alessandro Zan da cui il Decreto Legge prende il nome, il Disegno di legge prevede delle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
Sostanzialmente l’idea è quella di inasprire pene e sanzioni per i casi di violenza e discriminazione per motivi di genere, sesso, disabilità e orientamento sessuale. L’inasprimento delle pene e un nuovo quadro normativo servirebbero – nelle intenzioni – a tutelare maggiormente queste persone.
Ora tutto è stato rimandato, il DDL Zan può essere ripresentato solo fra sei mesi, e con esso anche la nostra democrazia è stata frenata.
L’importante è vincere nello Sport, per i diritti più importanti e fondamentali si può aspettare.
Ecco perché gli italiani si sentono uniti nello sport, ma si allontanano sempre di più dalla politica: quella con la p minuscola.