Energia solare, Carlo Rubbia e il progetto Archimede

 


Viene definito “solare termodinamico” il processo produttivo di energia elettrica in una centrale termoelettrica in cui si utilizza calore derivante non dalla combustione di combustibili fossili o legna, ma dal sole.

Il solare termodinamico, in Italia e ancora di più in Sardegna, è fallito miseramente e con esso il consorzio di ingegneri, professionisti, imprenditori e aziende che su questo particolare sfruttamento dell’energia solare avevano riposto molte speranze, tempo, fatica, idee e denaro, anche in favore della Sardegna viste le favorevoli condizioni locali.

Forse i nuovi ambientalisti, paladini del NO, son troppo giovani per ricordare Conan, il ragazzo del futuro, bellissimo cartone animato giapponese che del futuro preannunciava già tanto, se si pensa a quella che era la città di Indastria, le torri con i tre specchi che concentravano i raggi solari e l’energia così prodotta che andava a ricaricare “Il Gigante”, l’aereo a energia solare capace anche di andare nello spazio.

Per tutti noi bambini, fans di Conan, l’aereo a energia solare era un sogno, ma l’importanza di quella storia sta nel fatto che noi sardi il mago dell’energia solare l’abbiamo avuto a disposizione e ce lo siamo fatti sfuggire: parlo di Carlo Rubbia e del suo Progetto Archimede.

L’unica realizzazione in tal senso si è avuta in Sicilia, a Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa (e recentemente a Gela, ne accenno sotto), una centrale solare a concentrazione a sali fusi inaugurata nel 2010 e di soli 5 MW di potenza, insomma un progetto dimostrativo, dopo di che si è fermato tutto.



 

I “sali fusi” sono un mix di sali minerali che scorrono in forma liquida ad altissima temperatura lungo dei tubi posizionati sulla linea focale di lunghi specchi paraboloidi che concentrano in essi i raggi solari (chi non ha mai giocato ad accendere un foglio di carta con una lente d’ingrandimento e il sole?) permettendo ai sali di raggiungere i 500-550°C, temperatura che permette una notevole efficienza dell’impianto.

Un altro tipo di centrale a concentrazione è costituita da un pilone centrale molto alto (200-250m, Conan docet) circondato da tanti specchi piani che riflettono i raggi solari sulla sommità del pilone, in cui passano i sali che ricevono il calore. Gli specchi (eliostati) sono mobili e seguono il movimento del sole per riflettere i raggi sempre nello stesso punto.

Avendo i sali una notevole massa termica, cioè la capacità di conservare il calore accumulato per lungo tempo, questa tecnologia si è evoluta negli anni allo scopo di migliorare questa capacità, con la realizzazione di batterie termiche, sofisticate e di grandi dimensioni, capaci ormai di far funzionare la centrale anche dopo il calar del sole o nel caso di cielo nuvoloso, tanto che la turbina a vapore può continuare a girare per ulteriori 18 ore: caso della centrale cilena di Cerro Dominador, nel deserto dell’Atacama, inaugurata esattamente tre anni fa, che ha un deposito di 45.000 tonnellate di sali fusi** e genera energia h24 grazie a… Rubbia.

Quindi noi sardi eravamo in pole position, i primi, e primi siamo rimasti… ma a guardare.


Foto ENI/Enerynest


Infatti in giro per il mondo lo sfruttamento del sole per ottenere energia elettrica facendo girare una turbina a vapore è un concetto che è stato applicato concretamente e con successo ben 61 volte, tale è infatti il numero delle centrali solari a concentrazione che funzionano producendo una potenza di almeno 50 MW, tralascio le più piccole. E altre sono in programma.

Attualmente si sfrutta questa tecnologia in: Arabia Saudita, 1 centrale; Marocco, 1; Cile, 1; Kuwait, 1; Emirati Arabi, 2; Israele, 2; India, 3; Sudafrica, 6; Stati Uniti, 8; Cina, 9; Spagna, 27.

Prendiamo ad esempio la centrale marocchina di Quarzarate, nel centro del Paese: la zona è considerata l’Hollywood marocchina perché gli scenari che presenta hanno permesso di girare tanti bei film, tra cui “Lawrence d’Arabia” e “Il gladiatore”.

La centrale ha una potenza di 510 MW più altri 70 MW da un ulteriore e marginale campo di pannelli fotovoltaici che però hanno un rendimento ben minore rispetto al settore a concentrazione. Quest’ultimo è costituito da tre zone, due con paraboloidi e una con pilone centrale. Sono in programma diverse altre centrali che complessivamente copriranno il 50% del fabbisogno energetico del Marocco, evitando l’emissione in atmosfera di milioni di tonnellate di CO2.



 

E dire che, piuttosto che inondare l’isola di pale eoliche, in terra e in mare, basterebbero quattro centrali come questa per soddisfare l’intero fabbisogno energetico sardo, permettendoci di spegnere la centrale a carbone di Fiume Santo e abbandonare quasi del tutto i combustibili fossili. Dico quasi perché bisogna stare coi piedi per terra e aspettare che la tecnologia migliori ulteriormente e aumenti la capacità termica delle batterie, o accumulatori termici, ma siamo sulla buona strada: in tanti ci stanno lavorando, non solo per un utilizzo in centrali solari, ma anche per l’industria, le reti di teleriscaldamento di città ecc.

A Bolzano in un anno hanno realizzato un serbatoio termico che permette di accumulare l’energia prodotta in eccesso dal locale termovalorizzatore collegato alla rete di teleriscaldamento. Un anno… si sa che i sud tirolesi non amano perdersi in chiacchiere. In questo caso il fluido utilizzato è l’acqua.

A Krems, in Austria, EVN, una società locale, ha realizzato un altro serbatoio termico, simile ai depositi costieri della Saras, molto ben coibentato. Un altro esempio: l’ENI, in questo campo, collabora con Energynest, una società tedesca, multinazionale, specialista in serbatoi termici, che ne ha installato uno nella raffineria di Gela per conservare l’energia termica prodotta anche in questo caso da specchi parabolici e utilizzata sia per la produzione di energia elettrica che nei processi di raffinazione del petrolio, molto energivori. Anche in questo caso, come per la centrale di Priolo, il progetto viene considerato sperimentale.

È necessario decidersi a diventare adulti.

     

    Massimo Tronci

     


    Maggiori informazioni

    Anest (l’Associazione nazionale energia termodinamica), sciolta nel 2020
    https://www.qualenergia.it/articoli/solare-termodinamico-analisi-di-un-tracollo-tutto-italiano/

    https://www.latercera.com/pulso/noticia/cerro-dominador-da-inicio-hito-fusion-sales-producidas-sqm/1017985/

    https://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/11/14/news/sul_set_del_gladiatore_la_piu_grande_cereale_solare_del_mondo-127038767/?rss

    https://www.alperiagroup.eu/it/esercizio-il-nuovo-serbatoio-di-accumulo-termico-bolzano

    https://www.eni.com/it-IT/azioni/tecnologie-transizione-energetica/energie-rinnovabili/solare-termico.html

    https://energy-nest.com/portfolio/case-study-eni/


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