Libertà per Cecilia Sala
Sull’arresto di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane – per cui non conosciamo ancora le accuse – e sulla richiesta immediata di spiegazioni e scarcerazione si è già scritto molto.
Anche l’Arci è stata parte attiva di questo movimento: questa pressione deve continuare fino a quando Cecilia non sarà finalmente libera.
Non vogliamo aggiungere altro su questo piano, ma sentiamo il bisogno di condividere alcune riflessioni sulle reazioni che abbiamo ascoltato e che ci preoccupano profondamente.
Cecilia Sala è per noi un punto di riferimento, grazie al suo giornalismo di approfondimento e inchiesta. Apprezziamo il suo lavoro a prescindere, anche quando non condividiamo le sue conclusioni o i suoi punti di vista. Il suo impegno ci aiuta a superare il provincialismo che troppo spesso caratterizza l’informazione in Italia – con alcune fortunate eccezioni. Il lavoro di Cecilia ci consente di guardare oltre i confini del nostro Paese e di confrontarci con le questioni globali, alimentando quella “curiosità per il mondo” che oggi appare sempre più soffocata da egoismi e chiusure.
Per questo, ci preoccupano e indignano i commenti e le opinioni che tendono a polarizzare la vicenda: chi si schiera “pro o contro” Cecilia per quello che ha scritto, chi sostiene che “se l’è cercata”, o chi la difende solo perché “è brava”. Questa logica da tifo perpetuo, alimentata ad arte, non fa che deformare i fatti e trasformare ogni evento in un campo di battaglia tra tifoserie opposte. Quando poi questa dinamica si abbatte su una persona ingiustamente incarcerata in un Paese dominato dalla teocrazia, il nostro disagio e disgusto non possono che aumentare.
Ribadiamo l’importanza del giornalismo d’inchiesta, che con i suoi spunti, le sue riflessioni e i suoi elementi di approfondimento ci aiuta ad andare oltre i nostri giudizi e le nostre idee, stimolandoci al dubbio e alla riflessione critica.
Per tutto questo, Cecilia deve essere liberata. Continueremo a sostenerla e a seguire il suo prezioso lavoro.
