Separati e vulnerabili: l’Europa delle destre radicali e dei sovranisti


Negli ultimi anni, la tentazione di abbracciare il sovranismo e difendere l’identità nazionale dei singoli stati Europei è diventata una proposta molto forte. Ma quale identità vogliamo veramente? Quella di un paese isolato o quella di una comunità europea più forte e unita? Le grandi sfide economiche, politiche e sociali non possono essere affrontate da soli e in un periodo di crescente incertezza economica e geopolitica, il ruolo dell’Unione Europea è sempre più centrale.

Da un lato, c’è chi la considera un’opportunità di crescita e stabilità, dall’altro chi la vede come un ostacolo alla sovranità nazionale.

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump sull’Europa e i risultati delle elezioni in Germania mettono in luce questa divisione.

Trump ha ripetutamente criticato l’UE sostenendo che gli europei dovrebbero ridurre la loro dipendenza dagli Stati Uniti e affrontare autonomamente le loro sfide.

Questa retorica si lega alla crescente forza di forze sovraniste e euroscettiche, che vedono l’Unione come una limitazione alla piena sovranità dei singoli Stati.

Tuttavia, la realtà è più complessa. L’assenza di politiche fiscali comuni rende l’Unione vulnerabile a disuguaglianze economiche interne.

In un sistema come quello dell’eurozona, senza un debito pubblico condiviso, i paesi più deboli si trovano costretti a seguire le rigide politiche fiscali imposte da Bruxelles, mentre quelli più forti, come la Germania, si trovano a fronteggiare l’insoddisfazione dei più vulnerabili.

Se i paesi europei non fossero vincolati da regole comuni avrebbero maggiore libertà di manovra, ma questo potrebbe portare a forti instabilità e conflitti economici tra gli Stati.

Il rischio sarebbe un’Europa sempre più divisa, con paesi che adottano politiche contrastanti e che non sono in grado di rispondere collettivamente alle crisi globali. Le forze sovraniste, che promuovono il ritorno alla piena autonomia nazionale, non considerano che senza l’Unione l’Europa ogni singolo paese diventerebbe ancora più debole e vulnerabile, incapace di competere con altre potenze globali come gli Stati Uniti o la Cina.

Le elezioni in Germania, dove l’affermazione dell’estrema destra euroscettica rappresentata dall’Alternative für Deutschland (AfD) dimostra un crescente malcontento, sono un segnale che la crescente influenza delle destre radicali potrebbe minare ulteriormente la coesione dell’Unione.

Elitech di Franco Dalmonte - Bacheca digitale

Un’Europa dominata da forze che rifiutano l’integrazione economica e politica non riuscirebbe a rispondere alle sfide globali. L’isolamento non è una risposta, ma un rischio. Solo attraverso una maggiore solidarietà tra i membri, con politiche fiscali e monetarie comuni, l’Europa potrà garantire una risposta forte e unita, proteggendo il suo presente e soprattutto il suo futuro.

Emanuele Mulas

 

 

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