A Monte Arcosu dibattito sul Parco di Gutturu Mannu
L’oasi WWF ha ospitato un primo confronto tra comunità locali ed il nuovo ente pubblico
di Alberto Nioi
La prima vera occasione di confronto tra gli amministratori dell’area protetta ed i portatori d’interesse espressione del territorio si è avuta venerdì 7 luglio, nel corso di una partecipata assemblea organizzata dal WWF presso il centro visite dell’oasi naturalistica di Monte Arcosu.
Quasi 20 mila ettari di estensione, dieci comuni coninvolti, l’Agenzia Regionale Forestas, l’Assessorato Regionale alla Difesa dell’Ambiente, la Città Metropolitana di Cagliari e la Provincia del Sud Sardegna questi i numeri e i soggetti pubblici rappresentati nell’Assemblea del Parco, l’organo deliberativo dell’Ente.
Presenti tutti (quasi) gli attori del processo che ha portato all’istituzione dell’area protetta e che ora cercano di superare, con un coinvolgimento delle comunità che si preannuncia costante, l’ampasse di questa lunga stagione di avvio: il parco nasce con la L.R. n.20 del 24 ottobre 2014 ma ancora mancano le figure dirigenti indispensabili e mancano ancora strumenti di gestione fondamentali come il Piano del Parco.
Difficoltà che non ha nascosto il presidente Daniele Serra, sindaco di Teulada, ma che tuttavia si è dimostrato ottimista e carico di aspettative: «Il parco deve essere preso come una straordinaria opportunità, una sfida l’importante anche per le risorse pubbliche che è in grado di veicolare – ha dichiarato aprendo l’assemblea – ma occorrerà il confronto con tutti ed è per questa ragione che lo spirito di oggi è quello di apertura verso le comunità che devono sentire il parco una cosa propria. Il Piano del Parco è vero che deve essere ancora costruito però sicuramente lo faremo insieme ai portatori d’interesse, alle associazioni di categoria e al mondo del volontariato locale».
Cristiano Erriu, Assessore regionale agli Enti Locali, regista dell’operazione politica che ha impresso l’accellerata che dopo oltre 20 anni di attesa ha portato all’approvazione della legge istitutiva inquesta legislatura, ha affermato che: «In Sardegna esiste una sorta di maledizione che si abbatte su qualsiasi progetto o idea di parco, come del resto anche su quelli già esistenti. Pericoli e minacce che si affacciano appena si profilano nuove opportunità di sviluppo per i territori. Fortunatamente – ha continuato Erriu – questo che si sta verificando a Gutturu Mannu sembra in controtendenza. Ci sono state opposizioni e resistente, però tutte risolte con la mediazione e il dialogo. Anche per il futuro sarà fondamentale avere unità di visione ed operare tutti insieme facendo sistema».
Sul piano economico ha concluso Erriu: «Il Parco dovrà puntare a diventare autosufficiente, quindi sarà fondamentale attingere alle risorse comunitarie ed avere grande progettualità».
Interssante è stato il contributo al dibattito, offerto dai sindaci e i loro delegati.
Elio Sundas, sindaco di Santadi, comune che ospita la sede Parco e su cui gravano le prime incombenze amministrative del nuovo Ente che non ha personale proprio, ha dichiarato: «Abbiamo avuto qualche difficoltà in avvio però oggi compiamo un passo importante perchè siamo pronti ad individuare la figura del Diretto del Parco, grazie al bando pubblico che sarà pubblicato il 14 luglio p.v. . L’evoluzione dello status dei territori – ha continuato Sundas – aree ieri vincolate dall’Ente Foreste oggi sottoposte alle nuove regole dettate dal nuovo organismo di gestione, la consideriamo un fatto naturale. Per noi sarà un tema prioritario la viabilità e soprattutto l’adeguamento della strada provinciale Santa Lucia – Santadi».
Per Marco Zaccheddu, consigliere comunale delegato dal Sindaco di Capoterra: «Sono stati commessi errori di perimetrazione in aree storicamente dedicate alla caccia che determinano situazioni di malcontento tra una parte dei nostri concittadini. Vorremmo che si affrontasse questo problema come anche quello relativo alla conservazione della diga di Sant’Antonio, assurdamente destinata alla demolizione. Occorre che l’Ente parco di attivi per individuare un soggetto gestore, così come impone la legge».
Per Massimiliano Salis, consigliere comunale di Sarroch: «Un territorio fortemente industrializzato come quello di Sarroch, col Parco ha ritrovato un suo giusto equilibrio». Marina Madeddu, sindaco di Villa San Pietro: «L’area protetta è il presupposto necessario per un nuovo modello di sviluppo, saprà essere un forte attrattore economico».
Il sindaco di Uta, Giacomo Porcu, a cui è toccato fare gli onori di casa ha chiesto che: «…si tenga conto che il Parco deve guardare e quindi aprire corridoi preferenziali verso il bacino di residenti più significativo che è rappresentato dall’area metropolitana di Cagliari ed i suoi nodi infrastrutturali come porto, aeroporto e stazioni del trasporto pubblico locale. Se così non fosse sarebbe un grave errore. Facciamo questo e non lasciamoci condizionare da una tendenza alla conservazione ossessiva. I parchi devono essere vissuti per cui troviamo un giusto equilibrio fra esigenze di conservazione e fruizione pubblica».
Hanno dato il loro contributo al dibattito anche i rappresentanti di associazioni ambientaliste. Per Vincenzo Tiana, del comitato scientifico di Legambiente Sardegna: «…è positivo respirare un’aria diversa rispetto a quella delle assemblee degli anni ’90 durante le quali la tensione sociale era altissima dentro e fuori».
La giornata si è conclusa con diverse iniziative che hanno avuto luogo la sera, tutte organizzate dal WWF, così come l’assemblea pubblica, nell’ambito del progetto “Officina di Futuro” finanziato dalla Fondazione “Con Il Sud” di cui l’associazione è organismo capofila.