In visita all’orto “La Bio Zolla” dell’associazione Terre Colte, tra riuso delle terre incolte o abbandonate
di Sandro Bandu
“Terre Colte è un’associazione di promozione sociale che sostiene il riuso delle terre incolte e\o abbandonate, l’auto produzione del cibo e il consumo sostenibile”.
Comincia così lo statuto dell’associazione “Terre Colte” che, nata nel 2014 con l’unione di tre orti associati, Fattoria Giulia – San Sperate, La Bio Zolla – Decimomannu e Pachamama – Assemini, ora si è estesa ad altri che si trovano a Dolianova, Capoterra e Tramatza (Oristano). Gli orti di Terre Colte, suddivisi in lotti da 50 mq, danno la possibilità a che si vuole dedicare all’agricoltura, di coltivare e produrre con tecniche assolutamente naturali e senza l’immissione di componenti chimici.
Per saperne di più ci siamo recati presso uno di questi orti, “LA Bio Zolla” di Silvio Melis, che si trova nel territorio di Decimomannu, lungo la SS 126 (strada per Villasor) al km 2.700, dove troverete l’indicazione per la strada comunale Su Cardu. Qui il nostro amico Silvio Melis abita con la famiglia ed è immerso in una bella realtà circondata dal verde. Adiacente all’abitazione della famiglia Melis vi è il terreno dove insistono i vari lotti da 50 mq occupati dagli associati e un grande gazebo dove vengono ospitati i grandi eventi culturali. Tra i tanti possiamo ricordarne uno in particolare, risalente a circa quattro anni, e che vedeva anche noi tra il numeroso pubblico: in quella occasione qui fu presentato il libro di Giuliano Giuliani, “Non si archivia un omicidio”, che cerca di far luce sulla morte del figlio Carlo avvenuta durante gli scontri del G8 di Genova, al quale Vulcano dedicò un articolo (vedi Vulcano n° 84).
Mi reco presso l’orto La Bio Zolla dove ci accoglie Silvio Melis, al quale chiedo cosa deve fare chi vuole prendere in affitto uno dei lotti da 50 mq. “Le persone che desiderano cimentarsi in questo salutare hobby – esordisce Silvio Melis – debbono iscriversi all’associazione e stipulare un contratto annuale. Si paga 30 euro al mese e viene garantito, oltre la disponibilità del terreno, un laboratorio di pratica dell’agricoltura sinergica, l’uso di acqua per l’irrigazione, l’energia elettrica, l’assistenza, la sorveglianza e infine la copertura di una polizza assicurativa”.
Vi sono anche degli obblighi, naturalmente.
“Certo, gli associati che adottano un terreno debbono coltivare rigorosamente con tecniche naturali e senza l’immissione di componenti chimici, debbono osservare un buon comportamento con il vicino e la buona tenuta dell’orto”.
Voi avete intrapreso questa iniziativa già da parecchi anni e penso che ormai abbia attecchito: come si comportano gli associati? Vanno d’accordo tra di loro?
“Sì, possiamo essere soddisfati dell’ottimo comportamento degli associati, i quali diventano amici, collaborano tra di loro e si scambiano dei favori a vicenda. Talvolta si incontrano fuori da qui anche con le proprie famiglie”.
Ho letto che effettuate laboratori ed insegnate le tecniche per la pratica dell’agricoltura sinergica: di cosa si tratta?
“L‘agricoltura sinergica è una tecnica particolare: si formano dei bancali (cumuli di terreno), si realizza un impianto idrico a goccia e poi si mette la paglia sopra i bancali, circa 15 centimetri, infine si piantano le piantine”.
Qui a Decimo quanti orti mettete a disposizione degli associati?
“Per ora abbiamo quindici orti occupati su una ventina a disposizione. Sono persone che provengono da Decimo, Assemini, Elmas, Cagliari e Quartu Sant’Elena”.
Ho saputo che svolgete anche delle attività didattiche a favore degli studenti.
“Sì, abbiamo una collaborazione con le scuole: qui vengono le scolaresche della materna e delle primarie. Di solito stanno una mattina, e oltre alle maestre sono presenti altre figure, come il nutrizionista, che spiega loro l’importanza dell’alimentazione. Si fa notare ai bambini, per esempio, come cambia il gusto di una fragola prodotta con metodi naturali rispetto ad un’altra comperata in un super mercato”.
Ringrazio Silvio Melis per averci illustrato questa bella realtà e chiudo questo articolo con un’altra lodevole iniziativa dell’associazione Terre Colte. Purtroppo lo spazio è tiranno, perché avremmo voluto dedicare a questo interessante progetto uno spazio maggiore e, non potendolo fare, se sarete interessati, vi consigliamo di consultare il sito dell’associazione. Il progetto è denominato “Farina del tuo sacco” e cerca di coinvolgere più persone nella gestione di un grande terreno della Trexenta (circa 60.000 mq) precisamente nelle campagne di Senorbì, dove si producono il grano Senatore Cappelli e i ceci Pascià. Praticamente si coltiva il grano con tecniche rigorosamente biologiche, si partecipa alle spese, ben sapendo anche di assumersi il rischio insieme al contadino. Si adotta una quota del campo di grano Senatore Cappelli: basta indicare la quantità di mq da adottare (da 10 a 1000 mq) in base al fabbisogno annuale; il partecipante potrà assistere al processo produttivo attraverso visite guidate al campo e\o ai laboratori del pane, della pasta fresca e di altre specialità con i ceci e la farina di grano Senatore Cappelli.
A giugno o luglio verrà distribuita la quota di grano o di farina corrispondente ad ogni adozione.