Assemini. Pubblicato il bando per il rinnovo dell’appalto dei servizi di igiene urbana
di Alberto Nioi
Dopo il primo tentativo del 2014 l’Amministrazione Comunale rivede il progetto originario ma non le linee guida che lo caratterizzavano. È stato pubblicato per la seconda volta il dicembre scorso, dopo che una petizione popolare accompagnata da migliaia di firme aveva indotto il Sindaco Puddu ad aggiornare quel progetto contestato fin da subito.
Dopo una lunga attesa il bando per l’affidamento dei servizi di igiene urbana, che alla fine sono soprattutto quelli di raccolta e smaltimento dei rifiuti cittadini, riprende il suo iter procedurale che porterà all’individuazione dell’operatore a cui verrà affidata l’igiene della cittadina secondo i nuovi obiettivi fissati dall’Amministrazione. Nuovi sino a un certo punto.
Secondo l’assessore comunale Gianluca Di Gioia : “Il progetto, del bando menzionato, parte dagli stessi indirizzi e linee guida che questa Amministrazione non ha mai cambiato, ovvero risparmio economico, salvaguardia ambientale e miglioramento del decoro urbano, raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata (minore produzione di rifiuti non recuperabili) e applicazione della tariffa puntuale (bollette commisurate ai rifiuti prodotti e non alle dimensioni di abitazioni o locali commerciali). Gli obiettivi sono rimasti invariati, è stata solo ripensata la strategia di attuazione che riteniamo possa essere graduale, attraverso una fase di sperimentazione e se occorre di correzione del nuovo servizio”.
Si perchè di nuovo servizio si parla, una novità che è già realtà in molti centri d’Italia e che è destinata a cambiare le abitudini quotidiane degli asseminesi, ovviamente in meglio, secondo le aspettative della maggioranza di governo della città. Il servizio di raccolta rifiuti rimarrà invariato, cioè porta a porta, per la maggior parte dei quartieri (90% delle utenze) mentre per alcuni si partirà col servizio di prossimità.
“Si partirà laddove tale sistema porterà evidenti vantaggi sia in termini di decoro alla cittadina che di gestione dei rifiuti da parte di ogni singola utenza – precisa l’assessore Di Gioia – Le diverse tipologie di rifiuto andranno conferite dagli utenti in punti di raccolta presenti nel quartiere, dove saranno presenti grandi contenitori interrati per la raccolta di tutte le frazioni. Queste aree di conferimento saranno sottoposte a videsorveglianza e al controllo del rifiuto conferito. L’unico “svantaggio”, rispetto ad un servizio a domicilio, è che le utenze più distanti dai punti di raccolta (max 150/200mt) dovranno affrontare una piccola passeggiata. E non è forse quello che si è sempre fatto prima che si introducesse il porta a porta? A Cagliari e in qualche altro comune è più o meno la stessa, con una raccolta dei rifiuti di prossimità che però è affidata a normali cassonetti stradali, quindi poco efficaci”.
Cosa importante da sottolineare è che tutti i rifiuti, di ogni tipologia, potranno essere conferiti 24h/24 ogni giorno della settimana, vantaggio enorme per chi vive in appartamenti di dimensioni ridotte ma non solo per loro. I benefici saranno anche legati al decoro, posto che è ormai abitudine diffusa non utilizzare gli appositi bidoncini gialli per il conferimento dei rifiuti ma abbandonare sul marciapiede buste di spazzatura e scatoloni, che offrono un’immagine sgradevole dall’ambiente cittadino. E quando anche i mastelli vengono regolarmente utilizzati, soprattuto laddove si trovano concentrate decine di utenze, come nei grossi condomini, i marciapiedi appaiono quotidianamente disseminati di decine di contenitori.
Ma la novità più significativa del nuovo servizio sarà l’applicazione della tariffazione “puntuale”. Questa è la definizione che indica il sistema di tariffazione con cui il corrispettivo pagato dal cittadino, la bolletta, viene commisurato alla quantità di rifiuti effettivamente prodotta. Un sistema che grazie alla tecnologia ed alla possibilità di monitorare ciascuna utenza consentirà il superamento dell’attuale TARI (tassa sui rifiuti) che al contrario rappresenta la tassa che deve essere pagata da ogni proprietario di immobili suscettibili di produrre rifiuti e che si basa sulla superficie utilizzabile. Semplificando molto possiamo dire che pagheremo su quello che produrremo e non per quanto è grande casa nostra. Ricordiamo che con la TARI, la produzione dei rifiuti a metro quadrato per tipologia di utenza è semplicemente ipotizzata, secondo parametri e tabelle forniti dal Ministero dell’Ambiente.
Ma a fronte di quantità solo ipotizzate, i soldi per pagare le bollette devono essere veri. Ecco che oltre che stimolare una minore produzione di rifiuti e quindi il risparmio per l’utente, la tariffa puntuale rappresenta anche e soprattutto una scelta di giustizia. Forse non ci si riflette su abbastanza ma se consideriamo il fatto che in regime TARI il comportamento virtuoso del cittadino che con scrupolo effettua la differiziazione dei rifiuti e quello del suo coinquilino che fa esattamente l’opposto, sono irrilevanti perchè entrambi pagano la stessa bolletta a parità di appartamento, arriviamo a concludere che questo sistema è iniquo, premia gli incivili e non stimola il miglioramento della raccolta differenziata.
E se i cittadini “allergici” alla r.d. rappresentano una parte significativa dell’utenza, ecco che i costi del servizio, significativi anche loro, non portano i risultati attesi. Sostanzialmente, si arriva ad un punto tale per cui la raccolta differenziata non migliora, non cresce più, perchè una percentuale di cittadini non la fa. E non è onesto cercare soluzioni puntando sul cosiddetto “porta a porta spinto”, la raccolta che prevede un sistema di controllo estremamente fiscale (e costoso) che verifica in modo rigoroso i rifiuti conferiti.
“Il “porta a porta spinto” è un sistema tanto evocato ma che rischia di diventare una parola vuota, uno slogan con un unico effetto significato, quello di tassare ulteriormente i cittadini che non si vedranno portar via il rifiuto da casa se presente anche un solo elemento non conforme alla tipologia di cui si effettua il ritiro, il tutto finalizzato a raggiungere livelli di differenziata altissimi (giustamente) ma con oneri molto alti a totale carico dei cittadini”.
Effettivamente, a conti fatti, con la strada del “porta a porta spinto” si rischia di scaricare sull’intera collettività il costo di un servizio molto oneroso che di fatto ha come unico scopo quello di stanare gli ultimi irriducibili. Allora forse è meglio e più onesto fare in modo che ognuno sia artefice del proprio destino: chi non vuol fare la raccolta differenziata venga penalizzato dalle tariffe, paghi di più di chi invece non ha problemi a rispettare le leggi e l’ambiente in cui viviamo.
Con la tariffazione “puntuale” questo sarà possibile, come sarà possibile (perchè indispensabile) il censimento di tutte le utenze, anche quelle sconosciute all’ufficio tributi comunale, a cui dovrà essere attribuito un codice personale. Fantasmi che da anni, serenamente, abbandonano assieme a quelle dei loro vicini di casa, anonime buste di spazzatura che vengono regolarmente ritirate.
Adesso la pacchia è finita.