Decimomannu. Vernissage inaugurale della scultura “Figura Danzante” di Gabriella Grimaldi
LA STORIA
La “Figura danzante” di Gabriella Grimaldi è una scultura a tutto tondo in trachite rossa. Rappresenta un nudo femminile a grandezza naturale: una danzatrice. Il riferimento è al Classico, alla figura iconografica delle Menadi. La “Figura danzante” è una delle cinque opere realizzate durante il “Simposio di Scultura” tenutosi a Decimomannu nel 1996. Alla fine della manifestazione, come previsto dagli organizzatori, la “Figura danzante” di Gabriella Grimaldi fu collocata in piazza Balli. Nel 1997, un vandalo imbrattò la scultura con della vernice spray. Però la cosa si risolse facilmente. La stessa Gabriella Grimaldi pensò a riparare il danno. Però nel 1998, successe il patatràc: la scultura fu spezzata in due tronconi durante una maldestra operazione di spostamento dell’opera, per consentire i lavori di riqualificazione di piazza Balli. Da lì se ne persero le tracce. Addio scultura. Si disse che forse era stata conferita in discarica insieme alle macerie dei lavori di piazza Balli. Oppure, chi lo sa, si ipotizzò «che l’avesse presa qualcuno…». Chi lo sa. Fatto sta che a Gabriella Grimaldi non restò altro che rassegnarsi di aver perso per sempre la sua “Figura danzante”. Una tragedia per un’artista. Cerchiamo di capirlo.
Recentemente, la svolta inaspettata. Il miracolo. La “Figura danzante” è riapparsa improvvisamente all’autoparco comunale. Integra Non si sa chi sia il Santo autore di questo miracolo. E’ stato fatto un capolavoro. Quasi non si vede il segno di giunzione delle due parti. Addirittura il misterioso “riparatore di sculture” ci ha voluto mettere del suo: da ultimo le ha passato pure una vernice-trasparente-protettiva che ha conferito all’opera questo aspetto lucido e questa coloritura rossa intensa. Questa dominante rossa come il sangue.
E lasciatemelo dire: la cosa più incredibile di tutta questa “magnifica e incredibile storia” conclusa a lieto fine, e che ci dà una testimonianza tangibile e concreta di ciò che veramente voglia dire essere dei grandi artisti, è che a Gabriella Grimaldi non è dispiaciuto affatto. Anzi le è piaciuto questo tocco finale dato dal misterioso riparatore di sculture.
a cura di Davide Falchi
Chi è Gabriella Grimaldi?
Gabriella Grimaldi è un’artista nata a Serramanna. In tutti questi anni ha realizzato prevalentemente progetti di scultura, ma anche di pittura e di disegno. Per trent’anni ha insegnato disegno e storia dell’arte in vari licei del Cagliaritano. Ora vive a Carrara dove ha aperto uno studio di scultura.
Questa sua bellissima opera è una delle sue prime sculture. Si tratta di una figura femminile a grandezza naturale che praticamente nuda si protende in avanti come cercando in qualche maniera di liberarsi dalla roccia nella quale è imprigionata. Fluttuante e danzante. Già dall’inizio era stato previsto che quest’opera sarebbe stata collocata in piazza Balli. E allora, appunto per questo, l’ispirazione è stata influenzata dal luogo in cui sarebbe dovuta rimanere in permanenza. Per sempre. C’era tutto un desiderio di valorizzazione di piazza Balli. E insomma, cosa di più appropriato di una “Figura Danzante” in piazza Balli? Questa è… scolpita praticamente a tutto tondo. In trachite rosa di Fordongianus. Ma che meraviglia è ’sta scultura. Mi ha colpito subito a primo impatto. Bella, rossa e trionfale.
Il riferimento ispirativo è al Classico. Non solo rilevabile nelle armonie perfette della rappresentazione del corpo femminile. Gabriella Grimaldi cerca anche riferimenti, in particolare alla figura iconografica delle “Menadi” («Le fanciulle seguaci del Dio Dioniso di cui ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico» fonte Wikipedia). Però la nostra amata “Figura Danzante” non è così spregiudicata. È così dolce, mite e passiva rispetto alle Menadi. Molto più pacata. Grazia e leggerezza sono il suo DNA. Però quanto è sensuale con tutto questo gioco di trasparenze, con tutto questo vedo non vedo. Questo fondersi corpo e roccia senza soluzione di continuità. E attenzione, mica no, scolpita benissimo: virtuosismo, raffinatissima nel ‘Gesto scultoreo’ ma anche con quella forza mascolina che non ti aspetteresti mai da una scultrice. Per non parlare del piacere della ricerca perfetta del dettaglio. Della perfezione delle proporzioni. Dell’armonia e dell’accuratezza con cui è stato concepito tutto l’impianto generale. E specialmente, riuscitissimo: del desiderio di rappresentare la femminilità.
Davide Falchi