Scoperta una terra gemella della nostra?
A cura di Marco Massa, presidente dell’Associazione Astrofili Sardi
C’è una piccola stella, una nana rossa, chiamata Proxima Centauri perché si trova ad appena 4,2 anni luce dal Sistema Solare. Trattasi della stella più vicina al Sole e fa parte del gruppo stellare di Alfa Centauri. Come dice il nome, si trova nella costellazione del Centauro, ma non è visibile a occhio nudo perché troppo debole. Ebbene, proprio in orbita attorno a questa stella, alcuni astronomi dell’ESO, lo European Southern Observatory, situato sulle Ande cilene, hanno individuato un Pianeta che hanno chiamato Proxima b. Si tratta dell’esopianeta più vicino a noi e sembra che sia un pianeta di tipo roccioso come la Terra, avente una massa circa 1,3 volte la massa del nostro pianeta. Con un periodo orbitale di appena 11,2 giorni, Proxima b si trova a circa 7 milioni di chilometri dalla sua stella: una distanza che è solo il 5% di quella che separa la Terra dal Sole. Fortunatamente Proxima Centauri è una stella estremamente più debole della nostra, per cui Proxima b non viene arrostita dalla sua stella e si trova praticamente nella sua fascia di abitabilità, intendendo con ciò la possibilità per l’eventuale acqua presente in superficie di restare liquida. Se Proxima b ospitasse delle forme di vita primordiale, il che non è da escludere, sarebbe il mondo abitato più vicino a noi. Le condizioni, almeno in parte, pare che ci siano e le similitudini con la Terra portano a sperarci.
La scoperta
Il merito della scoperta va allo spettrografo HARPS, montato sul telescopio da 3,6 metri dell’ESO dell’Osservatorio di La Silla, in Cile. A guidare la campagna di osservazioni, che nella prima metà del 2016 ha seguito con regolarità i movimenti di Proxima Centauri, è stato lo spagnolo Guillem Anglada-Escudé, della Queen Mary University di Londra, il quale ha cercato di individuare le eventuali piccolissime oscillazioni della stella causate dall’attrazione gravitazionale di un piccolo pianeta. Si è scoperto che la velocità di Proxima Centauri varia per effetto dell’interazione gravitazionale con Proxima b di 1.4 m/s. E’ stata quindi scoperta una seconda Terra? E’ ancora alquanto prematuro per dirlo, basti pensare che Proxima b non è stato ancora visto, né fotografato, a causa della sua vicinanza al suo sole che abbaglia gli strumenti osservativi. L’esistenza e le caratteristiche di Proxima b sono state per ora dedotte quasi esclusivamente dalle perturbazioni indotte sulla velocità della sua stella madre.
Cosa non sappiamo
Non possiamo dire se il pianeta abbia o meno atmosfera, né tanto meno da quali gas è formata. Allo stesso modo non c’è certezza sulla presenza o meno di acqua, ma non si può escludere tenendo conto delle condizioni termiche ipotizzate per il pianeta, meno di 2800 gradi e della distanza dalla stella che sembrerebbero compatibili con la presenza d’acqua allo stato liquido.
Alcune caratteristiche non proprio favorevoli all’abitabilità sono la probabile rotazione sincrona con la conseguenza che Proxima b potrebbe mostrare sempre la stessa faccia alla sua stella, e dunque avere un emisfero sempre illuminato e l’altro perennemente al buio; e la presenza di tempeste stellari, soprattutto in banda ultravioletta e X, che si ritiene siano 400 volte più intense di quelle che investono la Terra.
Viaggio verso Prossima b
Abbiamo trovato quindi un posto da esplorare nei prossimi decenni e magari trasferirci in caso di necessità? Consideriamo il razzo più veloce che verrà utilizzato nel 2018 per lanciare il telescopio Solar Probe e che raggiungerà la velocità di 720 mila km/h, abbattendo così ogni record di velocità per oggetti costruiti dall’uomo. Ebbene, se anche riuscissimo a realizzare una navicella in grado di raggiungere la velocità di Solar Probe e capace di portare esseri umani a bordo, per arrivare su Proxima b occorrerebbero 7 mila anni! Missione impossibile da realizzare con l’attuale tecnologia!
Captare eventuali segnali radio
Anche se trovare una civiltà in grado di comunicare con segnali radio è una speranza remota, la Breakthrough Initiative (progetto da 100 milioni di dollari) ha in programma di tendere l’orecchio dei radiotelescopi per registrare eventuali radiazioni elettromagnetiche provenienti proprio dal gruppo stellare di Alfa centauri, e quindi anche da Prossima b, entro il 2017.
Progetti per il futuro
Lo scienziato Stephen Hawking con il fondatore di facebook Mark Zuckerberg e il miliardario russo Yuri Milner, stanno impostando e finanziando il progetto Breakthrough StarShot con l’ obiettivo di aprire la strada ai viaggi interstellari senza esseri umani, portando una flotta di navicelle robotiche, della dimensione di uno smartphone, in prossimità del gruppo stellare di Alpha Centauri. Un incredibile viaggio di 4,37 anni luce (41mila miliardi di chilometri) che sarebbe coperto in appena 20 anni.
Sostanzialmente, un’astronave madre dovrebbe decollare e rilasciare nello Spazio una flotta di un migliaio di sonde miniaturizzate. Queste, poi, spiegherebbero le proprie minuscole vele e si metterebbero in moto verso il gruppo stellare di Alpha Centauri, sospinte da una serie di raggi laser inviati direttamente dalla Terra, a una velocità di 50mila chilometri al secondo, pari a circa un quinto rispetto a quella della luce. Tempo vent’anni e le sonde superstiti arriverebbero in vista delle stelle del gruppo e quindi anche del pianeta Proxima b, per inviarci preziosissime immagini chiarificatrici!
Ma ci vorrà molto tempo prima che le mini sonde partano…