Vulcano intervista i candidati consiglieri: Alice Aroni (UDC)
di Alessio Caria
Perché ha scelto di candidarsi e perché gli elettori dovrebbero votare il suo candidato Presidente?
Credo che quando le cose vanno male bisogna scendere in campo e mettere a disposizione la propria forza ed il proprio coraggio per una battaglia che, a parer mio, deve essere comune. Per far ciò è chiaro che gli elettori debbano individuare un candidato che li possa rappresentare al meglio e che possa essere diventare il portavoce delle istanze di tutti. Per quanto riguarda me, pochi minuti non sono sufficienti per spiegare chi sono ma posso dire ai cittadini che, votandomi, non sprecherebbero di certo il loro voto.
Lavoro: ci illustri il vostro programma.
Parlare di lavoro in campagna elettorale è quasi scontato, se ne discute da sempre anche se alla fine, non si fa essenzialmente nulla di concreto. Credo che debbano essere create le possibilità affinché il lavoro si sviluppi. La nostra isola ha tante peculiarità e caratteristiche che non vengono sempre sfruttate nel modo migliore. Il turismo è un esempio emblematico: esso non viene sfruttato al meglio, soprattutto per via del problema della continuità territoriale. Oramai, per una famiglia, è più costoso venire in Sardegna piuttosto che all’estero. Ritengo inoltre che, finalmente, si debba attuare la zona franca in quanto un sistema fiscale doganale di vantaggio porterebbe le imprese ad investire in Sardegna creando posti di lavoro seri e non precari. La detassazione del lavoro e la defiscalizzazione dell’attività di impresa sono poi interventi da attuare e potenziare: tutto ciò arrecherebbe dei vantaggi tanto alle importazioni quanto alle esportazioni.
Opere Pubbliche: cosa non va in Sardegna e cosa intendete proporre di nuovo?
Pochi minuti per poter parlare delle opere pubbliche di cui la nostra isola ha bisogno sono veramente pochi. Uno dei temi principali è comunque sicuramente quello della necessità di investimenti per riqualificare il sistema viario. Facendo riferimento non solo alle strade di competenza dell’Anas si dovrebbe puntare ad un sistema percorribile in tutta sicurezza, cosa che ora non accade. Il territorio della Sardegna è molto vasto, ci sono tanti comuni distanti fra loro e, spesso, percorrere determinate strade diventa problematico e poco sicuro. A tal proposito è importante pensare anche al sistema ferroviario, fondamentale nel collegamento dei comuni “meno centrali” con i pendolari che sono spesso costretti a viaggiare su mezzi molto vecchi. Bisognerebbe poi metter mano anche al sistema di gestione idrico, sistemare ed implementare infrastrutture e macchinari nel generale rispetto.
Politiche giovanili: come sarà possibile arrestare la fuga dei nostri giovani e come promuovere occupazione e formazione?
Voglio contrapporre due situazioni: quella nella quale un giovane decide di partire per acquisire competenze che in Sardegna non potrebbe apprendere è molto diversa rispetto a quella nella quale è essenzialmente costretto a partire. È sicuramente importante investire nella formazione dei ragazzi, nei master, negli stage e nei tirocini ma il problema è che, una volta concluso l’iter formativo, un giovane si trova a far fronte all’evidente mancanza di impiego. Bisognerebbe dunque intervenire su diversi aspetti: sgravi fiscali (che già sono previsti), reintroduzione di sgravi inail (che sono stati eliminati) e sgravi previdenziali almeno per i primi tre anni di assunzione. Servirebbe poi un intervento della regione per la messa a disposizione di somme da destinare alle nuove idee imprenditoriali. Credo che soltanto attraverso questo circuito si possa riuscire veramente a creare lavoro: è giusto dunque parlare dell’istruzione e della formazione dei giovani ma ciò che è assolutamente necessario fare è creare lavoro.
Continuità territoriale: siete soddisfatti di quella attuale? Come migliorarla?
Non siamo ovviamente soddisfatti di quanto fatto in tema di continuità. La mobilità è un diritto dei sardi che devono potersi spostare alle stesse condizioni degli altri cittadini italiani. Lo svantaggio non è riferibile soltanto ai semplici viaggi di piacere ma, al contempo, anche agli spostamenti legati a questioni di lavorative e di salute. Spesso infatti noi sardi ci rechiamo al di fuori dell’isola per farci curare e non sempre ci viene rimborsato il ricovero fuori regione in quanto devono sussistere determinate condizioni. Ritengo che non si debba migliorare la nostra continuità ma, al contrario, che sia necessario attuarla una volta per tutte. La regione ha sicuramente i poteri per farlo ma ora bisogna andare a Roma non per contrattare ma per “farsi veramente sentire”.