Primarie del Partito Democratico, il trionfo di Nicola Zingaretti
di Matteo Portoghese
Si sono svolte domenica 3 marzo le Primarie del Partito Democratico. Nella delicata fase del post-Matteo Renzi, il partito nato dalla fusione di Margherita e Democratici di Sinistra (DS) ha scelto il nuovo segretario attraverso lo strumento delle Primarie. Al termine di una giornata che ha fatto registrare un’affluenza maggiore rispetto alle previsioni, iscritti, elettori e simpatizzanti hanno designato Luca Zingaretti segretario nazionale. Pronostico rispettato, dato che i sondaggi davanti il presidente della regione Lazio ampiamente favorito su Maurizio Martina e Roberto Giachetti, gli altri due candidati.
Le Primarie hanno rappresentato un momento delicato soprattutto in Sardegna, all’indomani della sconfitta alle elezioni regionali della coalizione guidata da Massimo Zedda, appoggiato dal PD e da altri partiti, movimenti e liste di centrosinistra; dei 250 mila voti ottenuti dal sindaco di Cagliari, poco meno di 100 mila vengono dal PD, il che la dice lunga – nonostante il periodo storico non eccezionale del partito erede dell’Ulivo in termini di consenso – sull’importanza delle primarie e delle dinamiche interne.
Le Primarie hanno portato numeri interessanti anche per quanto riguarda sei comuni nei quali esce il nostro giornale. Uniti nello stesso seggio Uta e Decimomannu, i cui simpatizzanti PD hanno potuto votare alla sala consiliare decimese; su 198 votanti, 154 hanno scelto Zingaretti, con Giachetti ampiamente staccati (22 e 21 preferenze); 1 scheda nulla. Il dato intrigante è che alle regionali il PD ha ottenuto 871 voti solo a Decimomannu (25% di consenso), a fronte dei 276 raccolti a Uta (7,35%); va ad ogni modo tenuto conto della presenza alle regionali del 24 febbraio di candidati consiglieri locali, dentro e fuori il partito.
1684 i voti del PD ad Assemini alle regionali, che corrisponde al 15,98%; su tale dato proiettiamo i 345 votanti alle primarie, con 287 preferenze per Zingaretti, 23 per Martina e 35 per Giachetti.
Accorpato il seggio Decimoputzu-Villaspeciosa, sicuramente meno ampio a livello demografico: 72 votanti, 58 voti a Zingaretti, 8 a Martina e 2 a Giachetti. Infine, Villasor ha accordato 54 preferenze a Zingaretti, 28 a Martina e solo 4 a Giachetti.
Di seguito il commento di Alessandro Casula, segretario del circolo Lecis di Assemini: «Ha vinto anche ad Assemini Zingaretti. Abbiamo avuto non poche difficoltà a metter su le primarie dopo una sola settimana dalle elezioni regionali, sia in termini organizzativi che di pubblicità dell’evento; queste difficoltà si sono verificate in tutta la Sardegna, visto che tutto il partito era impegnato per le regionali. Nonostante ciò, è stato molto bello vedere le persone in fila nel nostro seggio nelle ore di punta; non parlo solo degli iscritti, ma anche di persone che non hanno votato PD alle ultime elezioni. Siamo contenti per la risposta che le persone che hanno dato con il loro voto: un bel segnale per il partito democratico, e per tutta la democrazia«.
«A livello cittadino – aggiunge Casula – veniamo da un buon 16% preso elle ultime regionali. Vogliamo ritornare ad avere numeri veramente importanti, ma iniziamo da qui per ripartire e per portare il nostro progetto alla guida della città tra quattro anni».
Fa eco Martino Deidda, segretario cittadino del PD a Decimo: «Il risultato delle primarie è andato sicuramente oltre le aspettative, sia a livello nazionale che locale. Viste le percentuali delle politiche e nonostante il buon consenso ottenuto alle regionali nel nostro paese (il PD si è attestato al 25%), consideravamo un buon risultato raggiungere almeno il centinaio di votanti; sono stati 198, 3/4 dei quali di Decimo (nel nostro seggio votavano anche i cittadini di Uta). Zingaretti ha ricevuto il 77,8% dei consensi, confermando anche localmente il dato nazionale».
«Avere chiuso la fase di transizione che si protraeva dalle dimissioni di Renzi con l’elezione di Zingaretti – spiega ancora Deidda – può rappresentare il punto di svolta che tanti, elettori e simpatizzanti, aspettavano (come sembrerebbero confermare anche alcuni recenti sondaggi). Sarà necessario trasformare la pluralità di sensibilità presenti all’interno del partito in ricchezza, concentrandosi su ciò che unisce invece che su ciò che distingue ed imparando a trovare la sintesi migliore da portare avanti unitamente in tutte le sedi. Il PD dovrà ricordare le grandi tradizioni politiche ed ideologiche da cui proviene e saperle attualizzare nei nuovi scenari sociali, economici e politici che caratterizzano la realtà europea e mondiale».
Nel dettaglio di Decimo, «conclusa questa lunga serie di appuntamenti elettorali (le politiche, le comunali, le regionali, le primarie e le ormai prossime europee), cercheremo di dare nuovo vigore alla vita del PD. Programmeremo assemblee aperte a iscritti e simpatizzanti, per riprendere a discutere di politica nel senso alto del termine; cercheremo di organizzare eventi pubblici con gli amministratori locali e, tramite incontri tematici, ridaremo la parola alla nostra base, ponendoci in ascolto delle esigenze e delle proposte, per provare poi a ridisegnare insieme il partito stesso ed elaborare un progetto di ampio respiro in cui credere e per cui valga la pena di impegnarsi attivamente».