Cagliari. Giubileo della Misericordia: aperta la “Porta Santa” della Cattedrale

Presente anche la Comunità parrocchiale decimese guidata da don Simone Scalas.

di Roberto Piras

Domenica 13 dicembre, è iniziato anche per la nostra Diocesi il “Giubileo straordinario della Misericordia” che era stato indetto da Papa Francesco lo scorso marzo.

Cattedrale di Cagliari, Giubileo della MisericordiaIl Giubileo è iniziato ufficialmente quando il Vescovo S.E. Monsignor Arrigo Miglio ha aperto la “Porta santa” nella Cattedrale di Cagliari, la porta è quella posta all’angolo di via del Fossario, che molti di noi hanno sempre visto chiusa. Dopo l’apertura della porta si è tenuta la Messa inaugurale.

Monsignor Miglio ha attraversato la porta dopo la mezzanotte preceduto dal festoso suono delle campane della cattedrale, insieme ai sacerdoti diocesani e ad altre personalità religiose e civili. Precedentemente alle 23 circa, dall’ingresso dell’ex carcere di Buoncammino è iniziato il pellegrinaggio, elemento fondamentale del Giubileo, svolto in forma di fiaccolata verso la cattedrale, guidata dal Vescovo di Cagliari, in contemporanea con altre due fiaccolate che sono partite da due diversi punti della città.

Piazza Palazzo, Giubileo della MisericordiaAll’arrivo in Piazza Palazzo poco prima della mezzanotte, alle prime parole pronunciate dal Vescovo è partita una batteria di fuochi d’artificio inaspettata e inusuale, provenienti dalla parte opposta della città che ha illuminato il cielo di Cagliari (forse volevano disturbare la solennità della cerimonia..?). Sia il pellegrinaggio che la messa inaugurale sono stati momenti considerevolmente partecipati sia come intensità del messaggio che come numero di partecipanti.

Anche la nostra comunità parrocchiale non è voluta mancare. Infatti, grazie a Don Simone Scalas e alla propositiva Ignazia Sesuru è stato organizzato un pullman per accompagnare a Cagliari una rappresentanza della Parrocchia di Decimomannu che era prevalentemente composta da ragazzi dell’oratorio parrocchiale. Infatti la cerimonia era centrata sul coinvolgimento dei ragazzi di tutte le Parrocchie della Diocesi e quanti tra di loro si recheranno alla Giornata mondiale della Gioventù che si celebrerà a Cracovia dal 26 luglio al 31 luglio 2016.

La cerimonia diocesana è stata supportata per tutta la sua durata dai ragazzi della Pastorale Giovanile Diocesana e dai ragazzi dell’AGESCI, in particolare le comunità Rover/Scolte appartenenti a vari gruppi scout. A questo appuntamento con la Misericordia di Dio non sono voluti mancare i ragazzi della PGVR dell’oratorio di San Sperate animato dai missionari Redentoristi, che dai primi anni ’90 sono una presenza nella nostra Diocesi silenziosa, attenta e edificante, secondo i principi del loro fondatore S. Alfonso Maria de Liguori, che coesiste all’interno delle varie offerte di promozione umana e di educazione alla fede della Pastorale Giovanile.

Nella sua omelia Monsignor Miglio ha richiamato il concetto della gioia di Dio per noi: “Dio è in festa, quando ci vede da lontano” – come descritto nella Parabola del Figliol Prodigo – “La sua gioia ci vede da lontano, ma in quel momento Dio è vicino”. Monsignor Miglio richiama nella sua omelia anche l’episodio della festa a casa di Zaccheo, l’esattore della tasse, che dall’incontro con Gesù rimane profondamente rinnovato: “Come non pensare ascoltando queste parole ad un’altra festa, la festa nella casa di Zaccheo a Gerico.Quando Zaccheo dice a Gesù: La metà dei miei averi la do ai poveri-e Gesù annuncia: oggi in questa casa è arrivata la salvezza. La festa del padre che vede il figlio da lontano. Questa però è una parabola, ma non è fantasia! E’ una festa che il Signore fa ogni giorno, ogni volta che noi alziamo lo sguardo verso di Lui. La festa nella casa di Zaccheo, è una festa che sperimentano tutti coloro che scoprono che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, e anche queste sono parole del Signore Gesù” (www.chiesadicagliari.it. Audio dell’omelia tenuta dall’Arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, in occasione della celebrazione di apertura della Porta della Misericordia).

Il Giubileo è un periodo avvertito come “sacro” dai cristiani cattolici.

Durante il Giubileo i fedeli ottengono la possibilità di essere perdonati per i peccati effettuati negli anni precedenti, ma solo nel caso compiano alcune pratiche o riti. Il Papa ha detto che il Giubileo straordinario del 2015-2016 (si concluderà il 20 novembre 2016) viene celebrato per ricordare la Misericordia di Gesù Cristo.

Come credente cristiano, cattolico con i propri limiti, sono affascinato nel constatare il rapporto e rispetto di Papa Francesco per i non credenti. In particolare mi ha colpito positivamente il suo rapporto “epistolare” con Eugenio Scalfari; Ezio Mauro descrive (Papa Francesco, Eugenio Scalfari-Dialogo tra credenti e non credenti-Einaudi, La Repubblica, Milano, 2013) come in questo rapporto tra credente e non credente sia molto importante la testimonianza che il Papa offre della sua fiducia negli uomini, nel valore della loro coscienza, anche quando non è illuminato dalla fede. Conta la volontà di ricentrare la missione della Chiesa sulla figura di Gesù di Nazareth, sull’incarnazione e sulla resurrezione e sulle conseguenze che ne derivano; un ritorno integrale a una Chiesa del Vangelo dopo la Chiesa dei precetti, e un richiamo costante alla misericordia piuttosto che alla condanna. Sempre sul quotidiano La Repubblica, Vito Mancuso (Vito Mancuso in La Repubblica del 13 settembre 2013) si chiede quale sia la differenza essenziale tra credenti e non-credenti.

A questo proposito il cardinal Martini, amava ripetere la frase di Bobbio: “La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”. Il che significa che ciò che più unisce gli esseri umani è il metodo, la modalità di disporsi di fronte alla vita e alle sue manifestazioni. Tale modalità può avvenire o con una certezza che sa a priori tutto e quindi non ha bisogno di pensare (è il dogmatismo, che si ritrova sia tra i credenti sia tra gli atei), oppure con un’apertura della mente e del cuore che vuole sempre custodire la peculiarità della situazione e quindi ha bisogno di pensare (è la laicità, che si ritrova sia tra gli atei sia tra i credenti).

Concludo con un’ultima riflessione.

Si potrebbe affermare che: «Quelli che hanno ottenuto misericordia da parte di Dio sono tanto felici da essere a loro volta misericordiosi con gli altri» (Tratto da: www.chiesadiroma.it). Ci si sente felici quando, dopo una perdita o un’interruzione, c’è un recupero dello stato precedente, con una consapevolezza che prima non si aveva, perché si era nello stato naturale, quello senza lo stato di perdita. La felicità è qualcosa che ti attraversa come un fantasma, che non potrai mai prendere né possedere, come la memoria del mondo, qualcosa di cui puoi solo farne parte.

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