Cagliari, un campionato (disastroso) da dimenticare
di Tonino Uscidda
Cagliari Calcio: anno zero. I risultati 2014-2015 sono sotto gli occhi di tutti gli sportivi e non. Forse non può che finire in questo modo il disastroso campionato in corso. La sentenza di retrocessione matematica è ormai dietro l’angolo buio che.. conduce in B: per la terza volta negli ultimi 18 anni.
Tira, tira, alla fine la fune – sempre tesa dal 2004, anno del ritorno nella massima serie targato… Zola – si spezza. Andare d’accordo con Zeman non è semplice e chi lo ha scelto ne è consapevole: servono fiducia, impegno, attenzione e (molta) pazienza. Si sa che le compagini di ZZ giocano sempre per vincere e…incassare caterve di reti (!) Ma tantè, ora nello spogliatoio rossoblù orfano del ‘filosofo’non restano che i frantumati cristalli boemi e la greve atmosfera della sconfitta. A mio modesto parere nella costruzione delle deboli ‘’squadre’’ rossoblù dell’ultimo decennio, votate solo alla salvezza, sic!?, (vedasi i piazzamenti finali di sola bassa classifica a partire, appunto, dalla stagione 2004-2005; sino a quelli dello scorso campionato, con la sola eccezione del 2008-2009 a conduzione tecnica Massimilano Allegri) c’è stata superficialità, approssimazione e mancanza di (veri) uomini squadra. Insomma un andirivieni di buoni giocatori e nulla più. Certo, anche la tanto decantata sfortuna (‘’imponderabile’’ componente che, però, accompagna tutti) ha avuto il suo peso.
Il colpevole? La società, non da ora, poco lungimirante, un certo tifo padrone e quello innamorato sino all’eccesso – ‘’occhio.. non vede, cuore non duole’’- nonchè indulgente e rassegnato (eh!, la rassegnazione .. quella componente atavica e negativa che sta nell’indole di noi sardi) al solo progetto salvezza (a basso costo) propinato furbescamente di anno in anno. Anche i media isolani del ‘’tutto va ben madama la marchesa’’ non sono indenni da colpe (…). Per non citare taluni, vergognosi, fatti recenti (arresti eccellenti compresi) che hanno portato all’attenzione generale e posto in cattiva luce – non solo nel panorama calcistico nazionale – il massimo, ex, responsabile del glorioso sodalizio sardo (…)
Al contrario guardate, invece, quante squadre – sul livello del Cagliari celliniano – si sono distinte in questi anni rialzando la testa (scalando la classifica e conseguendo, per la gioia dei propri sostenitori paganti, bei piazzamenti finali, anche in funzione Europa League) per l’oculatezza progettuale di dirigenti appassionati e preparati che pretendono il massimo da tecnici e giocatori (quelli giusti) pagati profumatamente. Tra queste vediamo da tempo l’Udinese, la Fiorentina, il Torino, le genovesi Genoa e Samp, il Chievo, il Verona e non ultime le neo promosse di questo campionato Palermo ed Empoli (!) Il Cagliari poco identitario e mal costruito – dispiace dirlo – non vi riesce (in A) da almeno vent’anni, punto e basta. Il futuro prossimo dirà se il sodalizio del giovane, disilluso, presidente Tommaso Giulini avrà tratto insegnamento dai non pochi errori commessi anche in questa confusionaria, disgraziata, stagione sportiva.
Mai nella storia del Cagliari e dei molti, troppi, allenatori i numeri della classifica – inoppugnabile dato oggettivo – sono stati così impietosi come in questo fallimentare campionato. Solo per le reti al passivo, 63 a meno cinque giornate dal termine, è record nientepocodimeno europeo!
In conclusione, se B sarà (il fatidico dado sembra tratto perchè è pressochè impossibile recuperare 9+1 punti all’Atalanta del saggio 69enne allenatore friulano Edy Reja, non proprio l’ultimo degli sprovveduti) non potrà che essere, si spera, quella di un doveroso e pronto riscatto, a tutti i livelli: anche se, sul delicato versante finanziario, sarà dura senza buona parte dei milioni che il sodalizio introita, in A, da Sky per i diritti televisivi… Comunque sia, per ora non resta che sperare nell’auspicato ritorno nella massima serie 2016-2017 (l’ultima volta la permanenza nella serie cadetta si protrasse per quattro campionati di seguito). La rimeritano anche quegli irriducibili, impagabili, sardi ‘’cuori rossoblù’’ sparsi numerosi anche nel resto d’Italia, d’Europa e nel mondo.
Forza e coraggio vecchio Cagliari, quasi centenario.