Coronavirus, la Chiesa sospende le celebrazioni in forma pubblica
In sintonia con quanto comunicato dalla CEI nel comunicato odierno, condividendo con le altre Chiese dell’Italia questo particolare momento che vede le pubbliche autorità ricercare tutte le misure necessarie per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, i Vescovi della Sardegna hanno invitato i sacerdoti sardi a sospendere nelle chiese la celebrazione dell’Eucaristia “in forma pubblica” fino al 3 aprile.
I sacerdoti sono stati invitati a celebrare l’Eucaristia in comunione spirituale con le proprie comunità e a sostegno dei malati e di chi se ne prende cura.
Anche la Chiesa, dunque, si adegua al nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio approvato la notte scorsa.
«La mancanza della S. Messa porti a riscoprire la preghiera in famiglia, la meditazione della Parola di Dio e i gesti di carità – si legge nel comunicato della Conferenza Episcopale Sarda – I fedeli siano invitati a partecipare alle celebrazioni trasmesse attraverso mezzi radio-televisivi o via internet. Questa scelta dolorosa e triste rappresenta un gesto di carità e saggezza pastorale verso i fedeli e un atto di responsabilità ecclesiale e civile, nella condivisione della comune cittadinanza tra i credenti e il resto della collettività».
La CEI aveva in precedenza sottolineato che «si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica».
La Conferenza Episcopale Sarda ha stabilito che:
– L’accesso ai luoghi di culto è consentito per la preghiera personale e l’incontro con i sacerdoti che, generosamente, si rendono disponibili al sostegno spirituale e al sacramento della Riconciliazione, a condizione che siano adottate misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
– La sospensione delle celebrazioni, feriali e festive, riguarda anche i sacramenti (prime comunioni e cresime), i sacramentali, le liturgie quali la Via
Crucis, indipendentemente che avvengano in luoghi chiusi o aperti;
– Sono sospese anche le Sante Messe esequiali, in attesa di essere celebrate quando si concluderà questa fase, mentre è consentita la benedizione della salma alla presenza dei soli familiari;
– Sono sospesi gli incontri del catechismo e delle altre attività formative e di oratorio fino al permanere della sospensione delle attività scolastiche; nel
frattempo si chiede ai sacerdoti e ai catechisti, in collaborazione con le famiglie, la disponibilità a mantenere vivo e creativamente costante il rapporto con il gruppo dei bambini e dei ragazzi, valorizzando le possibilità offerte dai social e attraverso altre forme di condivisione e di collegamento.
– Sono sospese tutte le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura svolti in ogni luogo sia pubblico sia privato;
– Le attività caritative (mense e centri di ascolto) continueranno con le attenzioni di precauzione e di sicurezza richieste dal Decreto.
La Chiesa che è in Sardegna «assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica».
I Vescovi della Sardegna
a cura della redazione
fonte: Conferenza Episcopale Sarda