Dalla Samp al Torino: il film dello scudetto da oscar del Cagliari ‘70
Diciassette vittorie, 11 pareggi, due sconfitte. Quarantadue gol realizzati e solo 11 subiti. Numeri incredibili per la banda di Scopigno nell’anno del tricolore
Cagliari 45 punti, Inter 41, Juventus 38. È l’indimenticabile fotografia della classifica del campionato di Serie A il 26 aprile del 1970. Quattordici giorni prima, i rossoblù guidati dal Filosofo Scopigno avevano conquistato un tricolore leggendario con due turni d’anticipo. “Cagliari-Bari 2-0. Gol di Riva al 39’ e raddoppio di Gori al minuto 88”. Quasi una filastrocca per i tifosi. L’Amsicora è in estasi, i tifosi strizzano gli occhi. Sembra quasi un sogno, ma non lo è affatto. Il Cagliari ha vinto il primo scudetto della sua storia.
La trionfale cavalcata di Gigi Riva e compagni comincia il 14 settembre del 1969, con un pareggio a reti bianche contro la Sampdoria. Un piccolo mattoncino per cominciare a costruire una straordinaria impresa. Nella giornata successiva, il 2-1 sulla Lanerossi Vicenza vale il primo successo in campionato. E Riva, futuro capocannoniere del campionato con 21 reti, dà il “la” alla sua rincorsa verso il titolo di re dei bomber. È l’inizio della storia.
Il 12 ottobre del 1969 è una data da cerchiare in rosso sul calendario. Il rigore trasformato da Rombo di tuono in casa della Fiorentina vale un prezioso 1-0 sulla Viola e la vetta della classifica per la prima volta in quella stagione. Una posizione che i rossoblù non abbandoneranno più. Nemmeno la super squalifica rimediata nella sconfitta di Palermo dal Filosofo Scopigno, carismatico condottiero di quella corazzata, distolse la squadra dal suo obiettivo.
Pezzo dopo pezzo, vittoria dopo vittoria, i rossoblù cominciano sempre più a far parlare di loro. Sono loro quelli da battere. Lo sa bene la Juventus, avversaria principale nella lotta al titolo. Il Cagliari si presenta allo scontro diretto del 15 marzo forte dei due punti di vantaggio in classifica ma l’autogol di Niccolai al 29’ compromette pericolosamente i piani di Riva e compagni. Ci penserà poi proprio Rombo di tuono a pareggiare l’iniziale svantaggio e a rispondere poi ad Anastasi dal dischetto, regalando un preziosissimo 2-2 ai suoi. Dopo la Vecchia Signora, il Cagliari supera il Verona, pareggia col Bologna e batte 2-0 il Palermo, presentandosi con l’abito migliore alla giornata più importante di tutte. Il 12 aprile del 1970, col 2-0 al Bari, i rossoblù sono ufficialmente campioni d’Italia.
Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva. Questa la formazione scudettata nel campionato 1969-70. Undici nomi che vengono recitati a memoria da tutti i tifosi rossoblu, undici campioni che hanno riempito d’orgoglio la Sardegna intera.
Diciassette vittorie, 11 pareggi, due sole sconfitte. Quarantadue gol realizzati e solo 11 subiti, record per un campionato formato 16 squadre. Sono i numeri formidabili di un’impresa straordinaria che oggi compie 50 anni.
Alessio Caria