Decimomannu: nelle campagne è emergenza discariche
REPORTAGE
Foto di Sara Saiu
“Occhio non vede cuore non duole” per la maggior parte degli abitanti di Decimomannu che vivono nel centro urbano. Eppure, se appena ci si inoltra nella prima periferia del paese “il cuore duole” eccome. Decine di discariche abusive, alimentate da un incessante conferimento illegale di ogni tipologia di rifiuto, fanno da contorno a una cittadina estesa su 28 chilometri quadrati e che sta per raggiungere gli 8.400 abitanti.
Luoghi e pericoli
Su Meriagu, Is Orrus e Is Caddeus sono solo alcune delle località che si sviluppano nelle campagne decimesi. Centinaia i residenti che ci abitano, lavorano e le attraversano per sport e diletto. Nonostante racchiudano scorci paesaggistici che potrebbero costituire un valore aggiunto per il settore turistico locale (che a oggi ha poco da offrire) alcuni soggetti che rimangono impuniti continuano incontrollati e indisturbati a sfregiare il bene più prezioso che all’uomo resta: il paesaggio.
Paesaggi deturpati da immondizia di ogni genere che, nel corso degli anni, si è ammassata, stratificata e sedimentata lungo canali, cunette e distese abbandonate. Uno sfregio dall’impatto ambientale disastroso per il quale servirebbero interventi di bonifica di una certa entità a cui un comune come quello di Decimo non può certo ambire attingendo dalle sue casse. Ancor peggio il pericolo di inondazione, in caso di ingenti piogge, che scaturisce dalla presenza di ammassi di immondizia negli alvei dei fiumi e dei canali di contenimento delle acque.
Le testimonianze
Tante le voci di sdegno e rabbia. Tra queste tuona quella di Andrea Ghessa, 53 anni: «Mi reco a lavoro, in zona Su Meriagu, con la mia bicicletta. Ogni giorno è un colpo al cuore quando costeggio bordi strada ridotti a veri e propri immondezzai. Ho contattato anche il comune affinché faccia qualcosa per limitare questo scempio».
Segue la cittadina Karin Cocco, 51 anni: «Abito in campagna e ne sono felice. Peccato che l’impatto visivo non sia dei migliori. Mio figlio vorrebbe raggiungere il centro abitato con la sua bicicletta, ma ciò è impossibile considerata la presenza di rifiuti anche al confine con la pista ciclabile».
I volontari
«La situazione nelle campagne – racconta Efisio Pili, presidente dell’associazione di volontariato Habitat Italia – non è sicuramente migliorata. Noi continuiamo a uscire e monitorare, ma non possiamo far niente se non segnalare. Negli anni scorsi l’amministrazione aveva parlato di istituire la figura dell’ispettore ambientale volontario. Era stato fatto anche un corso per preparare i volontari, con tanto di attestato, ma poi non si è fatto più niente. Non so se la polizia locale sia dotata e stia utilizzando o meno strumenti quali fototrappole o altro».
E prosegue: «Quando abbiamo segnalato alla Polizia locale situazioni in cui era possibile risalire al responsabile dell’abbandono sono intervenuti per i rilievi ma, come è giusto che sia, non siamo a conoscenza degli sviluppi. Pertanto la situazione non è cambiata e non sarà facile cambiarla solo con la semplice presenza dei volontari nel territorio senza un coordinamento e strumenti per contrastare e intercettare chi abbandona i rifiuti (quasi sempre speciali). Sicuramente qualcosa in più si può fare ma non dipende da noi volontari».
L’amministrazione
Sulla questione interviene anche la sindaca Monica Cadeddu: «Abbiamo ricevuto un finanziamento di 350mila euro e a breve partiranno i lavori di pulizia delle campagne. Soldi comunque non sono sufficienti per porre rimedio a tutte le discariche. Sicuramente c’è necessità di altri fondi e speriamo che la Regione sia sensibile».
E conclude: «Ho portato questo argomento anche all’attenzione della conferenza metropolitana affinché ci sia una voce univoca. Difatti le discariche suo nostri corsi d’acqua interessano anche tutti i comuni che si affacciano sulle zone umide, quindi anche Cagliari».
Intanto plastiche, residui di lavorazioni, oli esausti, secco indifferenziato e rifiuti speciali altamente inquinanti attendono di essere, una volta per tutte, rimossi. Il tutto benché la cittadina vanti un efficiente servizio di ritiro dei rifiuti porta a porta e possa contare su un’isola ecologica aperta sette giorni su sette.
Sara Saiu
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