Decimomannu. Sabrina Casula, una che ce l’ha fatta ma non si sente ancora arrivata
di Sandro Bandu
Sabrina Casula è la classica eccezione che conferma la regola. In una Regione come la nostra, dove le opportunità di lavoro languono e dove non si vede, da decenni, l’uscita dalla crisi, lei non si è persa d’animo, si è inventata un lavoro e lo ha fatto nel proprio paese, smentendo il famoso proverbio: “nemo propheta in patria”.
Decimese doc, 46 anni, coniugata da 21anni con Marco, già da giovanissima aveva le idee chiare.
“In casa quando, finimmo le scuole medie – ci dice Sabrina – , i miei genitori, a me e alle mie sorelle, ci lasciarono la scelta di proseguire gli studi o fare un corso professionale che ci avviasse a una professione. Io non ebbi un attimo di dubbio: scelsi la scuola professionale dei parrucchieri, il sogno della mia vita. Subito dopo il corso ho lavorato in alcuni saloni e ho appreso le prime esperienze sul campo”.
Quando hai aperto il tuo primo salone?
“Posso formulare meglio la domanda? Forse è meglio dire quando hai aperto il tuo salone? Perché è lo stesso e unico salone che gestisco da 22 anni a Decimomannu. L’inaugurazione avvenne nel 1997 e lì ho iniziato a muovere i primi passi e ancora ci lavoro: ritengo di essere stata molto fortunata”.
Solo fortuna? Forse ti sottovaluti un po’…
“Mah…non sono abituata ad autoincensarmi. Sì, nel lavoro ci metto tutto il mio impegno per far sempre meglio, anche se, anche dopo quasi trent’anni di carriera, molto spesso penso di avere ancora delle lacune. Penso che non bisogna mai sentirsi arrivati”.
Come si superano questi dubbi?
“Io penso sempre che bisogna aggiornarsi e adeguarsi ai tempi per far fronte alle richieste dei clienti. Io ogni anno faccio dei corsi, anche all’estero, per impadronirmi delle nuove tecniche e dei nuovi tagli. Ultimamente sono stata a Londra, e negli anni passati anche a New York”.
Chi sono i clienti più esigenti?
“Non c’è una categoria particolare o clienti esigenti in base all’età: posso dirti che ho dei giovani che si accontentano di un taglio classico, ma anche delle clienti, ormai mature, che vogliono qualcosa di innovativo e preferiscono cambiare continuamente”.
Lavori da sola?
“Per dieci anni ha lavorato con me mia sorella, che poi si è trasferita e per un po’ di tempo sono rimasta sola. Da qualche mese lavora con me una giovane ragazza, esperta, simpatica e molto apprezzata dalle clienti”.
Hai qualche cliente che ti segue da sempre, da quando hai aperto il salone?
“Sì, ci sono alcune clienti che mi vengono a trovare da 22 anni”.
Cosa ti piace del tuo lavoro in particolare?
“Il mio è un lavoro creativo e mi piace inventare, anche sul momento e, naturalmente, con il consenso del cliente”.
Che rapporto hai con i clienti?
“Ottimo con tutti. Con alcuni poi eccezionale. Penso sia così anche per loro: vengono da me per passare una mezz’ora in spenseriatezza. Spesso si confidano, cercano conforto”.
Dimmi la verità: non hai mai sbagliato un taglio?
“Per fortuna no, e debbo aggiungere che non ho mai neanche “pizzicato” un orecchio. L’unica volta il danno l’ho fatto a me stessa ferendomi ad una mano, più di una volta”.
Cosa non ti piace del tuo lavoro?
“Il rapporto con il mio socio, lo Stato: troppo esigente!”.
Cosa fa Sabrina quando non lavora?
“I miei hobby sono la palestra e i viaggi. Io e mio marito amiamo viaggiare e possiamo dire che ci siamo tolti molte soddisfazioni”.
Qual è il viaggio che ti è rimasto nel cuore?
“Sicuramente quelli fatti in India. Dopo il primo ci siamo letteralmente innamorati di questo bellissimo paese e ci siamo tornati altre tre volte. Quello indiano è un popolo straordinario, educato, umile anche se poverissimo. I mercati sono coloratissimi, profumati e sempre pieni di gente. Sono di una tranquillità unica, da questa gente noi occidentali dovremmo imparare a vivere: abbiamo tutto ma non siamo mai contenti”.