Una chiacchierata con… Emilio Solfrizzi

Emilio Solfrizzi con Daniele Cardia

di Daniele Cardia

Al Teatro Massimo è andato recentemente in scena “Il malato immaginario”, del celebre drammaturgo francese Molière.

Con l’occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare l’attore principale, Emilio Solfrizzi.

EMILIO HAI INTERPRETATO UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE, COSA HA SIGNIFICATO PER TE?

«Sai interpretare un personaggio principale, come Argante, è sempre un punto di arrivo in una carriera. Ero molto emozionato quando il produttore è venuto a casa ad offrirmi il ruolo dicendomi che io ero quello giusto. Un attore si prepara tutta una vita per interpretare personaggi come questo e quando poi davvero ti arriva la proposta ti rendi conto di non esserne mai all’altezza. Poi ci pensi bene e ti butti, un attore ha il dovere di osare un po’»

UNA DOMANDA CATTIVELLA, SECONDO TE TI HA SCELTO PER INTERPRETARE IL RUOLO DI ARGAN PER LA TUA CAPACITÀ, LA TUA ESPERIENZA O SOPRATTUTTO PER LA TUA ETÀ?

«Io mi auguro, mi piace pensare che a loro piaccio come attore e che il regista, Guglielmo Ferro, mi abbia scelto per le mie capacità. Poi si, è vero, c’era anche quest’idea che dici tu. La tradizione ha affidato questo ruolo ad attori un po’ più in là con l’età ma questo permette al pubblico di pensare che questi malanni non fossero proprio immaginari. Forse serviva un attore un po’ più giovane per restituire quella voglia di vivere indispensabile affinché il pubblico pensasse che i malanni fossero, appunto, solo immaginari».

NELLA TUA CARRIERA HAI INTERPRETATO DIVERSI RUOLI: SEI PARTITO DAL COMICISSIMO PERSONAGGIO DI “LINGUETTA”, A STRISCIA LA NOTIZIA, PER POI INTERPRETARE RUOLI DRAMMATICI IN FILM IMPORTANTI. QUALE RUOLO PREFERISCI?

«Onestamente io (simula la voce di Linguetta) mi piace sentire la risata del pubblico, perché mi dà dell’emozioni che altre cose non hanno. Non mi piace essere classificato come Solfrizzi attore comico o Solfrizzi attore drammatico. Scelgo i miei progetti, quando mi emozionano, quando mi piacciono, d’istinto. Ecco, sono uno un po’ meno riflessivo e questo non mi porta sempre bene, però mi diverto più di altri»

SALUTA LA SARDEGNA COME FAREBBE “LINGUETTA”.

«Noo questo non lo faccio. Però vi posso dire che oggi ho pranzato al Poetto sul mare, ed è stato un momento meraviglioso tra me e la Sardegna».

 

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