È morto Ezio Bosso, il Maestro che ha commosso l’Italia
Il Maestro Ezio Bosso è morto questa notte nella sua casa di Bologna. Direttore d’orchestra, compositore e pianista, era nato a Torino il 13 settembre 1971.
Lo ha portato via il cancro con cui conviveva da molti anni; lunghi i periodi di sosta negli ultimi della sua carriera per sottoporsi alle terapie. Ad aggravare il quadro clinico, una malattia neurodegenerativa diagnosticata nel 2011 che l’aveva costretto in carrozzella, essendo ormai compromesse le principali funzioni motorie.
Una malattia che pian piano gli ha impedito di fare musica e lo ha allontanato dalle scene, fino al definitivo ritiro annunciato lo scorso anno. «Comunicazione di servizio. Chiariamoci bene: sono molto felice perché faccio il mio mestiere di direttore – ha scritto su Facebook in quella circostanza – Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza. E quando saprò di non riuscire più a gestire un’orchestra, smetterò anche di dirigere».
Negli anni novanta ha partecipato a numerosi concerti sulla scena internazionale, nei quali si è esibito sia come solista sia come direttore o in formazioni da camera. Ha diretto, tra le altre: London Symphony, London Strings, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Filarmonica ‘900 e Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.
La sua musica è stata commissionata o utilizzata da importanti istituzioni operistiche: Wiener Staatsoper, Royal Opera House, New York City Ballet, Théâtre du Châtelet, San Francisco Ballet, Teatro Bolshoij di Mosca. Bosso si è occupato anche di musica da film, lavorando con Gabriele Salvatores per cui ha composto le colonne sonore di Io non ho paura, Quo vadis, baby? e Il ragazzo invisibile.
Memorabile la sua esecuzione Following a Bird, composizione contenuta nell’album The 12th Room uscito qualche mese prima, sul palco dell’Ariston di Sanremo, durante il Festival 2016.
Tra i tanti riconoscimenti, ha vinto per due volte il Premio Flaiano d’oro (2003 e 2005), ha ricevuto due nomination per il David di Donatello e il 20 giugno 2019 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Roma
In una recente intervista durante il lockdown imposto per l’emergenza coronavirus, ha dichiarato: «Quando potremo uscire di casa, la prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero». Speranze rimaste vane, sogni spezzati da una morte che lo ha portato via troppo presto.
Luca Pes