Festival di Castrocaro. Si spengono le luci, si accende la (mia) polemica
C’era una volta il Festival di Castrocaro, una importante manifestazione canora che ha lanciato alcuni grandi nomi della musica italiana come Eros Ramazzotti, Zucchero, Laura Pausini e Nek, che quest’anno è tornato sul palco come apprezzato ospite. Emoziona ma delude la 58esima edizione del Festival. Emozionano dieci ragazzi che salgono su un palco per inseguire un sogno, alcune voci arrivano dritte al cuore e questo le rende vincenti.
“Stefano canta con il cuore” – dice la giuria al concorrente sardo – perché il canto non è soltanto tecnica o estensione vocale (che pur non gli mancano!) ma è soprattutto questo, emozione. Delude un evento che pretende di chiamarsi Festival ma che, lontano dalla gloria di un tempo, si piega alle logiche televisive dei talent show. Delude il meccanismo della sfida decisa da una poco convincente ruota che in modo “casuale” mette a confronto i concorrenti in realtà tutti meritevoli di presentare il loro inedito, considerato che si sono guadagnati quella vetrina dopo una lunga selezione.
Avrebbero anche meritato una giuria più importante in cui spicca un unico signore, Max Tortora, che mantiene un profilo adeguato al suo ruolo di giurato-non cantante, anche se grande show man. Al tavolo con lui Emanuele Filiberto “Senza Terra”, Silvia Salemi (chi?) e uno stucchevole Cristiano Malgioglio in confronto al quale sarebbe risultato più gradevole persino Vittorio Sgarbi, annunciato da Pupo in conferenza stampa ma che poi all’ultimo ha dato forfait. Esprimono critiche negative, elogiano poi eliminano, senza motivare, come se fossero stati chiamati per un momento di puro intrattenimento ludico che hanno saputo rendere molto vicino alla peggior forma di avanspettacolo. A Silvia Salemi, della quale ci ricordiamo solo perché ha avuto la fortuna di trascorrere qualche sera “a casa di Luca” (dove probabilmente è anche rimasta visto che non l’abbiamo quasi vista più), va il premio per l’incoerenza. Sottolinea più volte l’importanza dell’avere una marcia in più, personalità e originalità per poi portare in finale, con il suo decisivo doppio voto, Alex Britti-Falco. Applauso.
Nello specifico la “marcia in più” non è un buon pezzo o una voce che si distingue, ma una chitarra! D’ora in avanti fate attenzione a non uscire di casa senza. Mi piace concludere con un elogio all’orchestra. Non quella seduta al tavolo, evidentemente “guidata” da Mamma Rai, ma quella sul palco, la straordinaria orchestra diretta dal maestro Stefano Palatresi.
Chiusa la polemica, i nostri complimenti a Stefano Corda che ha tenuto alta la bandiera della nostra isola e soprattutto alla vincitrice Dalise (non proprio nuova al palcoscenico perché già concorrente di X -Factor nel 2008) che conquista la giuria fin dalle prime note.
L’ho intervistata per voi all’indomani della vittoria.
Chi è Dalise? E come arriva al Festival di Castrocaro?
Dalise è una cantautrice. Sono nata in provincia di Caserta, poi a 19 anni mi sono trasferita a Roma e, dopo tante peripezie, ho deciso di dedicare completamente la mia vita alla musica. Quest’anno mi sono ritrovata con delle belle cose tra le mani e ho deciso di iscrivermi a dei concorsi per mettere in mostra il lavoro fatto durante gli anni e per provare a trovare una strada e vedere dove porta.
Come nasce il tuo brano “Nuvole nella testa”?
Nasce al Parco, dopo una giornata passata a correre. Ero stesa su un prato e mi sono accorta di un cielo bellissimo dietro le foglie mosse dal vento; è stata ispirata dalla natura in un momento in cui avevo deciso di abbandonare totalmente il dolore, quel processo individuale che ti lascia l’amaro in bocca, e dedicarmi alla forza di volontà. Ed è proprio da questa che nasce la canzone.
Voi finalisti siete sembrati un gruppo molto affiatato. Quindi la competizione unisce non divide?
Noi non abbiamo vissuto la competizione perché ci siamo ritrovati qui sentendoci tutti meritevoli della nostra finale per il percorso fatto: l’accademia, i casting, il master e tutte le tappe che hanno portato alla finale. Quindi ci sentivamo nel posto giusto e grati per la fortuna che stavamo vivendo. Io in realtà non mi sarei mai aspettata che saremmo stati un gruppo unito, ma lo siamo stati fin dal primo momento. Ha prevalso la condivisione di un’esperienza bellissima per tutti e questo ci ha tenuto uniti. Le sfide erano per noi un meccanismo televisivo che non ci coinvolgeva.
A proposito delle sfide, non trovi siano un meccanismo inadeguato ad un Festival della canzone?Non fanno un po’ talent?
Sono una carneficina. 9Eventi (agenzia organizzatrice del Festival – nda) ci ha tenuto a fare una riunione per sentire il nostro parere per migliorare il Festival e abbiamo fatto presente che ci sarebbe piaciuto cantare tutti e dieci in un unico blocco, per poi stilare una classifica in base ad un punteggio.
Ma… Cosa ti aspetti da questa vittoria?
Non ho delle grosse aspettative. Credo che sicuramente la performance porterà a conoscere delle nuove persone, nuovi contatti; saranno poi le scelte dei prossimi giorni che porteranno ad altri risultati. Si vedrà…
La tanto criticata giuria a te è piaciuta? Era adeguata a quel ruolo?
Mi sarebbe piaciuto che motivassero di più, soprattutto le scelte negative, per dare la possibilità a chi le riceveva di poter crescere e migliorarsi. Avrei preferito critiche più costruttive, anche perché mettevano in imbarazzo chi invece stava ricevendo giudizi positivi. Io stessa al momento della sfida con Sara Minelli ho sentito il bisogno di abbracciarla; si rischia di sentirsi soli sul palco e con tutta quella gente, sentirsi soli è davvero brutto.
Chi era per te il vincitore?
Io! (ridiamo)
Buone cose Dalise, Ad maiora! Grazie. (Con un sorriso e una risata ci salutiamo)
Carmen Corda