Grazia, di nome e di fatto

Di lei ho iniziato da qualche tempo a leggere i libri e un senso li leggerezza irrefrenabile pervade le mie due tre orette prima di dormire. Non ho ancora voglia di andarmi a leggere una sua biografia approfondita, ma già mi pare di conoscerla a fondo. Per quello dico Grazia di nome e di fatto, perché il suo scrivere evoca un’animo che, per sue qualità naturali, impressiona gradevolmente i sensi e lo spirito. Come faccia lei ad essere così moderna non me lo spiego, tant’è che leggendola mi pare di essere io la donna nata nel diciannovesimo secolo! E poi quella capacità nella descrizione di paesaggi, profumi, sentimenti, ne vogliamo parlare? È sbalorditivo come il verismo che trasuda nei suoi racconti riesca a catapultare il lettore non solo dentro il libro, ma oltre il libro. Quando leggo Deledda non mi immagino certe sensazioni, le provo. Perché voi non annusate il profumo di macchia? Non vedete le lunghe distese nuoresi smosse dal vento? Non sentite sulla pelle la brezza marina? Non assaporate i maccheroni appena conditi con sugo e pecorino? E non udite il belare del gregge che pascola? Allora è tutto frutto della mia immaginazione o è lei che, con grazia, mi regala questa magia? Grazia è divertente e talvolta irriverente, è minuziosamente detta- gliata, ha una capacità descrittiva paranormale e nel contempo sbalorditiva nel racchiudere concetti strepitosamente profondi in una frase. E quando parla di emozioni secondo me dà il meglio di sé.

Possibile che riesca a dipingere con le parole il quadro perfetto di una situazione? Rabbrividisco ancora pensando alla solitudine provata da uno dei tanti suoi personaggi al quale mi son tanto affezionata da aver pianto quando l’epilogo non è stato quello che avrei sperato. Grazia, potrai piacere o non piacere, prendere all’anima in entrambe le accezioni del termine, ma non ti si può dire di non esserti meritata il premio più prestigioso che la letteratura avrebbe potuto consegnarti! Di te se ne sarà scritto a dismisura e il mio piccolo intervento voglia intendersi come un ulteriore, insignificante, apprezzamento a cotanta magnificenza.