Habemus Governo: ecco la lista di tutti i ministri del “Conte bis”
di Francesca Matta
Dopo quasi un mese di trattative tra PD e Movimento Cinque Stelle, in seguito alla crisi generata dalla mozione di sfiducia presentata dalla Lega di Matteo Salvini, l’Italia ha un nuovo governo. Ribattezzato “Conte bis” dal nome del Presidente del Consiglio del governo gialloverde, Giuseppe Conte, riconfermato nel suo ruolo. Ma questa volta, onde evitare dissidi interni prima di iniziare, non sarà accompagnato da nessun vice.
La squadra di governo sarà composta da 21 ministri, di cui 10 scelti tra i rappresentati del M5S, 9 del PD, 1 di Leu. Più una ministra “tecnica”, l’ex prefetta di Milano Luciana Lamorgese, che arriva per la prima volta al Viminale. Una personalità del tutto opposta rispetto all’ex ministro Salvini: la neoeletta non è presente sui social, si muove in silenzio, senza dirette Facebook né altri slanci narcisistici. Lavora nel suo ufficio, con anni di esperienza in ambito immigrazione, tasto dolente per qualsiasi governo sarebbe nato. Compreso questo.
Luigi Di Maio, altro vicepresidente del governo precedente, lascerà il ministero dell’Interno a Nunzia Catalfo – l’ideatrice e forte sostenitrice del reddito di cittadinanza – per indossare i nuovi panni agli Esteri. Ad accompagnare le politiche sul lavoro dell’esponente Cinque Stelle ci sarà Stefano Patuanelli allo Sviluppo Economico, occupando così due posti chiave nel nuovo esecutivo.
Ma a dirigere i lavori, in qualità di ministro dell’Economia, sarà Roberto Gualtieri, esponente del PD con un cv di tutto rispetto. Eletto deputato europeo nella primavera del 2009 per il PD nella circoscrizione Italia Centrale, nel luglio dello stesso anno è stato nominato titolare della Commissione per gli Affari Costituzionali e della Sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa, in cui ha ricoperto l’incarico di coordinatore per il gruppo dei Socialisti e Democratici. È stato poi membro sostituto della Commissione per gli Affari Esteri e della Commissione per i Bilanci, in cui ha ricoperto l’incarico di relatore permanente per il bilancio sulla PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune).
Al ministero dell’Istruzione, altro tasto dolente di questo Paese, ci sarà Lorenzo Fioramonti (M5S) che ha già fatto sentire la sua voce: “O si stanziano 3 miliardi alla scuola subito oppure mi dimetto”, ha sostenuto in uno dei suoi primi interventi alla stampa. Una posizione chiara fin da subito, che ha confermato anche per ciò che riguarda la tanto attesa riforma della scuola: “Non ci saranno sanatorie, puntiamo al merito”. Il riferimento è alla proposta dell’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (Lega) di realizzare due concorsi per il reclutamento di nuovi docenti, di cui uno (il concorso straordinario) a tutto vantaggio dei precari storici, in barba a laureati e abilitati in attesa di stabilizzazione.
Una novità di questo governo è il ministero ai Beni Culturali e al Turismo, guidato da Dario Franceschini (PD), che per la prima volta saranno accorpati in un unico ufficio. E questo la dice lunga sul programma che si vuole portare avanti: la cultura come traino del settore turistico italiano, che dopo tutto può vantare tra i più numerosi siti Unesco a livello mondiale.
Paola De Micheli (PD) sarà alla guida dei Trasporti, con un gran bel da fare tra Tav, Tap e Ponte Genova – questioni ancora irrisolte, precedentemente prese in carico dall’ex ministro Danilo Toninelli (M5S). Roberto Speranza, unico esponente Leu al governo, siederà al ministero della Salute, e Lorenzo Guerini (PD) alla Difesa.
Riconfermato Alfonso Bonafede (M5S) alla Giustizia, dopo un burrascoso anno e mezzo passato a cercare di far approvare una riforma della giustizia che avrebbe voluto cambiare – tra le altre cose – i tempi di prescrizione, ma che è stata approvata solo a metà per via dell’opposizione del Carroccio. Ma tra i riconfermati c’è anche Sergio Costa (M5S) all’Ambiente, un tema messo al centro dell’agenda politica del nuovo governo in linea con i programmi europei di riduzione di CO2 e sviluppo di soluzioni green a favore dell’ambiente.
Ultima new entry del nuovo esecutivo è il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova (PD), a soli 15 anni capolega della federazione dei braccianti della CGIL nella Camera del lavoro della sua città (Ceglie Messapica), mentre a 20 anni divenne coordinatrice regionale delle donne Federbraccianti. Ha lavorato nel sud–est barese per poi spostarsi in provincia di Lecce, a Casarno, per contrastare la piaga del caporalato. Si è già fatta sentire su temi dibattuti del settore: “No a CETA e ogm”.