I quattro mori, simbolo della Sardegna da 500 anni
Periodicamente si ripropone una vecchia polemica mai del tutto sopita: è giusto che la bandiera dei quattro mori rappresenti la Sardegna? Indubbiamente, ogni sardo quando vede sventolare i quattro mori prova un po’ di emozione; significa che, ovunque sia in quel momento, ha trovato un po’ di Sardegna.
Ma qual è l’origine di questa nostra bandiera? In proposito esistono due teorie, per conoscerle è necessario viaggiare indietro nel tempo.
La prima narra che durante le lotte per liberare la penisola iberica dai Saraceni il re Pietro I d’Aragona li sconfisse nella battaglia di Alcoraz, sui Pirenei, nel 1096. La leggenda vuole che San Giorgio in persona, vestito da guerriero, abbia preso parte alla cruenta e sanguinosa battaglia al termine della quale furono trovate le teste mozzate di quattro principi saraceni. Le teste erano ancora adornate con turbanti recanti pietre preziose per sottolineare l’alto lignaggio dei personaggi. Per commemorare la vittoria, il re Pietro I fece fare una bandiera recante la croce rossa di San Giorgio in campo bianco e quattro teste di moro, una per ogni riquadro. I mori furono però rappresentati privi di turbante.
La seconda teoria racconta che, in seguito ad un attacco da parte dei pirati Saraceni, capeggiati dal terribile Muğāhid, ai danni della città di Pisa, il papa Benedetto VIII organizzò un esercito e, con l’aiuto di Pisa e Genova, sconfisse i musulmani allontanandoli dalla Sardegna (1016). Per l’occasione il papa fece preparare un gonfalone raffigurante la croce di San Giorgio e i quattro mori e lo diede alla città di Pisa. Questa seconda teoria è la meno accreditata, dato che non è motivabile la presenza delle quattro teste.
Recenti studi hanno però dato spazio ad una terza ipotesi, la quale sostiene che l’origine dei quattro mori trovi radici nella storia dei Templari. Per la precisione, si tratterebbe dello stemma di Hugo de Payns, primo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari, il quale aveva , nel suo stemma, tre mori bendati (1129).
La più antica raffigurazione dei quattro mori risale però al 1281 e la si trova in un sigillo di piombo della cancelleria reale di re Pietro III d’Aragona. Successivamente anche altri sovrani catalano-aragonesi utilizzarono il sigillo con i quattro mori (sempre raffigurati senza benda), ma tale simbolo non era in alcun modo legato alla Sardegna. Fin da subito, la bandiera rappresentò per gli Aragonesi il simbolo della Reconquista dei territori iberici strappati ai musulmani che li avevano occupati precedentemente.
Dobbiamo attendere fino alla seconda metà del 1300, quando venne redatto lo Stemmario di Gerle (attualmente conservato presso la biblioteca reale di Bruxelles) – un importante manoscritto che riproduce gli stemmi di tutta Europa – per veder riprodotta la bandiera dei quattro mori (sempre senza benda) come simbolo del Regno di Sardegna. Lo stemma venne però ancora utilizzato, per circa un secolo, all’interno dei simboli e degli stemmi dei Reali d’Aragona.
Solo alla fine del 1400, quando i re cattolici Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia unificarono i regni iberici creando il Regno di Spagna, alla Sardegna fu attribuita la bandiera dei quattro mori in sostituzione di quella raffigurante l’albero deradicato, che fino ad allora aveva rappresentato la nostra isola. L’albero deradicato era lo stemma del Giudicato d’Arborea, ultimo regno autonomo sardo, che combatté fino al 1409 per mantenere la propria autonomia dagli Aragonesi.
Da questo momento i quattro mori hanno sempre rappresentato la Sardegna, pur non essendo questo simbolo legato ad una vicenda che vede i sardi protagonisti. Nel corso dei secoli essi vennero rappresentati con la benda sulla fronte, poi con la benda sugli occhi, con i tratti somatici occidentali o africani, con la testa rivolta a destra o a sinistra; recentemente la benda è stata riportata sulla fronte. In ogni caso da oramai 500 anni i quattro mori simboleggiano la Sardegna e la maggior parte dei sardi è affezionata ai quattro misteriosi personaggi.
È doveroso però sottolineare che le teste di moro appaiono in numerosi altri stemmi, pensiamo ad esempio alla bandiera della vicina Corsica dove è raffigurata una sola testa. Il moro solitario rappresenta la Corsica dal 1755. Anche nello stemma del Papa emerito Benedetto XVI è presente un moro: si tratta del simbolo della Diocesi di Frisinga e risale al 1316 circa. Si potrebbe continuare a lungo, ma lo spazio è tiranno.
La polemica periodicamente riproposta all’opinione pubblica fa leva sul fatto che i quattro mori non sono un simbolo di pace, in quanto raffigurano quattro teste mozzate, quindi quattro persone decapitate. Senza ombra di dubbio l’albero deradicato è meno cruento e simboleggia l’unico periodo della storia in cui i sardi sono stati autonomi, ma ormai nessuno ha mantenuto memoria di ciò che esso rappresenta; salvo rare eccezioni, rimane ai più un simbolo sconosciuto.
Giuliana Mallei