Il bilancio della Cgil sull’attività della Giunta regionale

di Giuseppe Giuliani

Il giudizio, di fine anno e legislatura, sull’attività della Giunta regionale da parte del segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante è negativo.

Durante parla di un’azione politica inconcludente che ha peggiorato le condizioni economiche e sociali dell’Isola e di una situazione critica certificata dagli indicatori ufficiali, ma anche dalla percezione dell’opinione pubblica.

Secondo l’esponente della Cgil: «per ripartire, dal 2024 sarà indispensabile governare con un piglio diverso, con una visione che tenga conto dei ritardi accumulati e dello scatto necessario per trasformare in opportunità i cambiamenti in atto».

Il segretario vede una Sardegna che fatica a crescere e che appare persino ripiombata nel passato. Sanità, trasporti, industria, sono i punti dolenti che descrivono il fallimento di scelte politiche inconsistenti e dannose, portate avanti senza condivisione.

foto cgil sardegna

«Una delle caratteristiche di questo governo regionale – spiega Durante – è stata l’assenza di un confronto con le parti sociali, l’indisponibilità ad ascoltare e a misurarsi sulle numerose vertenze aperte».
I dati. In Sardegna si muore più che nel resto d’Italia: secondo il Crenos (Centro di ricerche economiche nord sud), nel 2022 l’incremento dei morti è quasi del 22 per cento, nessun altra regione fa altrettanto. Il 12,3 per cento dei sardi rinuncia alle cure sanitarie è la più alta percentuale in Italia (rapporto Benessere e sostenibilità dell’Istat). La speranza di vita è più bassa della media italiana. L’incidenza delle persone che vivono in povertà relativa è del 20 per cento, contro una media italiana del 14,8 per cento (Istat).

 

Per quanto riguarda il mercato del lavoro: nel 2023, la crescita dell’occupazione è ulteriormente rallentata e, più che nel resto d’Italia, i nuovi rapporti di lavoro sono precari (dati Inps). Il lavoro stabile riguarda solo il 10,23% delle nuove assunzioni, il resto sono stagionali, tempi determinati, contratti in somministrazione e intermittenti.

A questo, vanno aggiunte le leggi impugnate dalla Corte costituzionale, la mancata spesa delle risorse, certificata dalla Corte dei Conti, i continui rinvii a esercizi provvisori di bilancio, i ritardi nella programmazione dei fondi a disposizione, l’assenza di indirizzi su materie strategiche come l’energia, i settori produttivi, l’istruzione e la formazione.

L’ultima considerazione è sulla campagna elettorale, ancora segnata dalle contraddizioni interne alle coalizioni in campo: «il clima e la consistenza del dibattito politico attuale – conclude Durante – non possono che suscitare preoccupazione perché, visto il quadro appena descritto, ci si aspetterebbe più concretezza, più chiarezza sulle cose da fare, più rispetto per un’Isola in affanno che aspetta solo un buon governo per ripartire».

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