Roberto Piras, l’architetto decimese in miniatura
Il decimese DOC Roberto Piras, 38 anni, è un grande appassionato di modellismo: un’attività che richiede tempo, precisione e tanta tanta passione. Roberto tiene a precisare che lui è semplicemente un riproduttore della realtà in miniatura. È amante dei cani ed è letteralmente innamorato della sua Carlotta: un bulldog inglese, 25 chilogrammi di bontà e ciccia.
Fin da piccolo si appassiona al modellismo, incantato dai piccoli modellini delle auto e dei treni che gli vengono regalati. Ma è soprattutto sugli edifici che si concentra la sua innata passione. Arrivano così i primi lavori realizzati col cartoncino recuperato dalle scatole per le scarpe: costruisce casette in miniatura.
Il primo lavoro serio lo realizza a soli undici anni: è una piccola stazione ferroviaria che ancora possiede e conserva tra le cose più preziose. Realizza anche altri lavori, ma in mezzo c’è la fase adolescenziale e ai modellini comincia a preferire le giovani modelle: beh, nessuno rimane insensibile al fascino femminile.
Superati i 20 anni e calmata la tempesta ormonale, la passione per il modellismo torna prepotentemente tra le sue attività; da quel momento decide di fare le cose più seriamente e con professionalità. Tramite internet si connette a vari forum e qui si apre un mondo nuovo da dove trarre spunti utili e affascinanti. Si mette in contatto e fa amicizia con veri specialisti della materia, anche se questi maghi del modellismo i trucchi per realizzare i lavori di alto livello non li rivelano neanche sotto tortura.
Comunque sia, il nostro Roberto Piras realizza i primi modelli e pubblica le foto e i video dei suoi lavori nei forum specializzati. Viene notato un po’ in tutta Italia e cominciano a fioccare le prime ordinazioni, soprattutto dal nord.
Ciao Roberto, da cosa nasce questa tua passione?
Sinceramente non lo so, è stato tutto così naturale… Mi è sempre piaciuto riprodurre in scala ciò che ci circonda, soprattutto i grandi edifici e le stazioni ferroviarie. Mi stimolano la fantasia e la creatività e tutto questo mi realizza.
Che tipo di lavori ti sono stati richiesti e qual è l’opera più grande che hai realizzato finora?
Il lavoro più importante che ho realizzato è un viadotto ferroviario lungo 3,5 metri; l’ho spedito in Piemonte a pezzi componibili.
Questa potrebbe diventare la tua professione definitiva?
Magari, mi piacerebbe molto! Dovrei però dotarmi di un laboratorio e utilizzare attrezzature professionali di un certo tipo.
Mi sorge spontanea un’idea: perché non realizzare a Decimo una sorta di “Sardegna in miniatura”? Potresti riprodurre i monumenti più importanti del nostro paese e di quelli limitrofi. Diventerebbe un’attrattiva turistica e si potrebbero creare nuovi posti di lavoro, non pensi?
L’idea non è male, non ci avevo mai pensato: sarebbe un sogno per me e potrebbe coinvolgere molta gente.
Allora lanciamo la palla a chi di dovere e pensiamoci: molti sogni potrebbero realizzarsi. Vediamo se tra le mille leggi e leggine che intendono favorire i nostri giovani, vi è quella che calza a pennello e che possa dare una risposta positiva al nostro Roberto.
Sandro Bandu