La diga di Sant’Antonio è salva

 

Roberto Mura delegato ambiente Citta Metropolitana Cagliari

 

di Alberto Nioi

 

Alla fine l’abbattimento della diga non ci sarà.

            L’ultima riunione tenutasi presso l’Assessorato Regionale LL.PP. necessaria a cercare una soluzione alternativa alla dismissione, invocata a gran voce un po’ da tutti, dai sindaci dei comuni di Assemini, Uta e Capoterra, al Presidente del Parco di Gutturu Mannu passando per associazioni di volontariato e comitati spontanei, ha sancito che lo sbarramento, che origina il piccolo invaso un tempo al servizio della miniera di San Leone, rimarrà ancora al suo posto. 

            Sono passati 64 anni dalla sua realizzazione, ad opera della Società Mineraria Ferromin, ultima concessionaria che ha svolto attività estrattiva in miniera, ma l’ultimo capitolo della sua lunga storia non è stato ancora scritto.

            Di questi anni la diga di S. Antonio ha trascorso gli ultimi 6 sotto la minaccia della “spada di Damocle” rappresentata dalla sua definitiva dismissione (che in burocratese significa abbattimento) richiesto dall’Ufficio Tecnico per le Dighe di Cagliari in ottemperanza alle disposizioni di legge che obbligano all’individuazione di un soggetto gestore per ogni invaso che si desideri mantenere in funzione.

            I numerosi incontri e le interlocuzioni tra Regione ed Enti territoriali che dal 2015 si sono avuti, non sono serviti ad individuare il soggetto gestore a cui trasferire responsabilità ed oneri, per cui con la deliberazione n.65/55 del 18 dicembre scorso, la Giunta Regionale ha deciso di confermare la decisione già assunta in passato (e poi sospesa) disponendo il definitivo abbattimento del manufatto in cemento armato ed il ripristino dei luoghi.

            E’ stato l’ultimo atto che ha riacceso i riflettori sulla vicenda che non ha mai interrotto il suo iter burocratico e su cui, evidentemente, gli Enti territoriali coinvolti avevano ottimisticamente distolto lo sguardo.

            La decisione del suo abbattimento ha nuovamente agitato il mondo politico e i vari portatori d’interesse, tra cui il Sindaco della Città Metropolitana di Cagliari, Paolo Truzzu e il Presidente del Parco di Gutturu Mannu Giacomo Porcu, i quali con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Cristian Solinas, a gennaio avevano chiesto di “Valutare la sospensione delle procedure di dismissione della diga,…. e di riproporre un tavolo di concertazione per individuare, tra i potenziali gestori pubblici, un soggetto gestore preposto alla cura e alla vigilanza del manufatto”.

            Il 25 febbraio scorso, con grande soddisfazione di tutti, è stato raggiunto l’atteso accordo fra Enti: sarà la Città Metropolitana che, come ha annunciato il consigliere delegato all’Ambiente Roberto Mura, assumerà la titolarità della gestione della diga.

            E’ curioso che il sindaco della stessa Città Metropolitana che aveva chiesto pubblicamente un ultimo sforzo alla Regione per cercare in extremis un soggetto gestore, alla fine non avesse valutato che la soluzione al delicato problema ce l’avesse proprio lui.

            Al di la’ di tutto, onore al merito comunque.

            Al merito di tutti coloro si sono spesi per trovare una sintesi e assicurare un futuro alla diga di S. Antonio a cui ora dovrà essere riconosciuto un ruolo centrale (e in questo l’Ente Parco di Gutturu Mannu potrà dare il giusto impulso) nell’atteso processo di valorizzazione storica e ambientale della zona.

           

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