La freccia “Domingo” nell’arco di Scopigno
Una Coppa Italia con l’Atalanta, due scudetti, una Coppa dei Campioni e due Coppe Intercontinentali con l’Inter. Nel 1969, Angelo Domenghini si presentava per la prima volta davanti ai tifosi rossoblù con in mano un biglietto da visita di tutto rispetto. Arrivato a Cagliari nell’ambito della trattativa che portò Roberto Boninsegna all’Inter, l’attaccante diventò immediatamente una pedina fondamentale nell’undici titolare del Filosofo Scopigno. Con 8 reti in 30 presenze stagionali, Domenghini fornì un contributo determinante per la conquista dello scudetto rossoblù, scolpendo per sempre il proprio nome nella storia del club sardo.
Ala destra, spesso impiegato come centravanti e dotato di una potenza di tiro formidabile, il duttile lombardo esordì in Serie A con la maglia dell’Atalanta, club nel quale era calcisticamente cresciuto. Ventitrè i gol in 76 presenze con la Dea, prima del passaggio all’Inter. E con il nerazzurro di Milano addosso Domingo il favoloso esplose definitivamente. Tanti trofei, 166 partite e 54 gol, autentiche perle. Poi fu la volta del «sarai un giocatore del Cagliari». E in un periodo storico in cui il parere dei calciatori sui trasferimenti contava ben poco, Domenghini disse malinconicamente addio alla sua Inter. Non sapeva che quello sarebbe stato l’inizio di un’altra gloriosa e indimenticabile storia. La Sardegna lo accolse facendolo sentire a casa. Lui la ripagò con gli interessi, regalando uno scudetto a quei tifosi che, ogni domenica, gremivano gli spalti dell’Amsicora. Roma, Verona, Foggia e Olbia le altre tappe della sua grande carriera, prima del definitivo addio al calcio giocato nel 1979, quando vestiva la maglia del Trento. Lo stesso Olbia e la Torres, tra le altre, le squadre che lo videro invece in panchina dopo il ritiro. Testimonianza del suo amore per una terra che non ha mai dimenticato.
La maglia del Cagliari cucita addosso fino al 1973. 99 presenze, 18 reti e uno storico scudetto portato fieramente sul petto. L’ingresso nella Hall of Fame del club isolano è stata una scontata conseguenza per un giocatore protagonista anche con la maglia della Nazionale. Fondamentale, soprattutto, il suo gol nella finale dei campionati europei del 1968 contro la Jugoslavia. Un gol che valse il replay della sfida e la successiva conquista della coppa per gli azzurri. Decisivo, scattante, una freccia sulla fascia. Domenghini fu questo e tanto altro. E nel Cagliari più forte di sempre divenne leggenda per tutti i sardi.
Alessio Caria