La gloriosa storia dei regni giudicali sardi. Un frammento della nostra storia quasi sconosciuto
Purtroppo a scuola non si studia la storia Giudicale, perciò i sardi crescono senza sapere nulla riguardo all’unica epoca in cui la Sardegna è stata autonoma. Conosciamo bene il sistema amministrativo della Sardegna sotto l’Imperatore Giustiniano (527-565 d.C.), egli infatti separò l’amministrazione civile da quella militare. La prima fu affidata ad un Praeses, che si occupava di giustizia e di politica; la seconda ad un Dux, che si occupava di difesa e ordine pubblico.
In quegli anni la nostra isola dipendeva dalla Prefettura d’Africa e, probabilmente, contava circa 300.000 abitanti costituendo così una Provincia suddivisa in Parti. La Sardegna disponeva inoltre, per garantire la difesa e l’ordine pubblico, di un proprio esercito (exsercitus Sardiniae) nettamente distinto e totalmente autonomo da quello africano.
Il Praeses, che prese il nome di Judex, risiedeva a Caralis e il territorio fu suddiviso in quattro merèie governate da altrettanti luogotenenti; mentre l’esercito aveva il quartier generale a Forum Traiani (oggi Fordongianus) ed era comandato da un Dux. Dopo la morte di Giustiniano, tornò il disordine nell’Impero e nel Mediterraneo, divenne così impossibile un controllo diretto da parte di Bisanzio. Lo stesso Judex Provinciae demandò i propri poteri, civili e militari, ai luogotenenti delle quattro merèie: Càlari, Gallura, Torres e Arborea.
Intorno al 900 i quattro luogotenenti divennero essi stessi Judices del proprio Stato (o Logu). Ogni Giudicato aveva i propri confini, il proprio Parlamento, le proprie Leggi. Il Giudice non era il proprietario del Regno, infatti le decisioni importanti spettavano ai rappresentanti del Popolo riuniti in Parlamento, chiamato Corona de Logu.
Ogni singolo Stato sardo aveva: Frontiere, Parlamento, Lingua, Cancelleria, Simboli. Il Regno di Càlari aveva come capitale Santa Igia, purtroppo il suo stemma araldico non ci è pervenuto, ma sappiamo per certo che trattavasi di uno Stato Sovrano Perfetto. Questo Regno mantenne quasi intatte le tradizioni bizantine e durò 358 anni con dieci generazioni di sovrani delle seguenti casate: Lacon-Gunale; Lacon-Gunale di Laconi; Lacon-Massa; Lacon-Serra; Lacon-Massa-Serra; Massa. La sua linea politica fu filo-genovese. L’esistenza del Giudicato di Càlari ebbe termine nel 1258 quando la capitale Santa Igia fu distrutta dai pisani, alleati con sardi (oggi sulle sue rovine sorge la Città Mercato di Santa Gilla!). Il territorio del Giudicato divenne una colonia della repubblica di Pisa.
Il Regno di Torres, con capitale Ardara, aveva come stemma araldico una Torre. Questo Regno, pur essendo fortemente latinizzato, tollerava la presenza di culture europee. La sua durata fu di 359 anni con dieci generazioni di sovrani otto dei quali appartenenti alla casata dei Lacon-Gunale, gli ultimi due erano Visconti e Hohenstaufen di Svevia. La sua linea politica fu filo-pisana. L’ultima regina, Adelasia, morì nel 1259 passando il titolo al marito Enzo di Hohenstaufen che però era prigioniero dei Bolognesi e morì nel 1272.
Il Regno di Gallura era uno Stato poverissimo e poco popolato, ma strategicamente importantissimo perché poteva controllare le rotte sul Tirreno. Il suo stemma raffigurava un Gallo. Ebbe una durata di 388 anni effettivi, il suo ultimo giudice fu Nino Visconti (l’amico di Dante Alighieri) che l’abbandonò nel 1288 permettendo l’invasione da parte dei Pisani. Giuridicamente continuò ad esistere sulla carta fino al 1447, quando i Visconti di Milano (eredi del titolo) cedettero i diritti al re Alfonso il Magnanimo d’Aragona. Anche questo Regno ebbe circa dieci generazioni di sovrani. I primi probabilmente appartenevano alla casata dei Gherardesca, successivamente arrivarono i Gunale e i Lacon, infine i Visconti.
Il Regno di Arborea, con capitale Oristano, aveva come stemma un albero deradicato. Ebbe una durata effettiva di 520 anni e circa ventitrè generazioni di sovrani: Lacon-Gunale; Lacon-Zori; Lacon-Orrù; Lacon-Serra; Bas-Serra; Doria-Bas; Narbona-Bas. A partire dal 1353 intraprese una guerra contro il Regno Catalano-Aragonese che durò circa 60 anni e vide quest’ultimo vittorioso. La gloriosa storia del Regno d’Arborea meriterebbe molta attenzione, soprattutto nei programmi scolastici, infatti fu l’unica volta nella storia in cui i Sardi si sentirono e furono un Popolo unito e autonomo sotto la sovranità dei Re d’Arborea. Ci sia anche consentito affermare che la vera bandiera della Sardegna non dovrebbe essere quella dei Quattro Mori, attribuitaci dai catalani, ma in realtà commemorativa di una battaglia contro i musulmani in terra Iberica a cui i Sardi non presero parte. La nostra bandiera dovrebbe essere proprio l’Albero deradicato del Regno d’Arborea.
Giuliana Mallei