Le 101 candeline di Antonio Addari. Gli auguri più sentiti ad un uomo silenziosamente straordinario
di Giuliana Mallei
Antonio Addari, di Villaspeciosa, ieri, 7 settembre, ha spento 101 candeline. Lui per primo non sa spiegare che sensazione si possa provare, gli anni sono scivolati via, uno dietro l’altro, portando gioie e dolori. Una cosa è certa: Antonio ha sempre accettato la volontà di Dio, rimettendosi alla Sua volontà. Perciò, se la sua vita è così lunga, evidentemente Lassù Qualcuno pensa che l’esistenza di Antonio abbia un obiettivo che ancora da raggiungere.
Ultimo figlio di una numerosa famiglia di Usellus, Antonio porta il nome di suo fratello maggiore, caduto durante la Grande Guerra a soli 19 anni.
Nella vita ha fatto l’agricoltore, poi il soldato per l’Esercito italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, successivamente ha lavorato presso ditte di movimento terra e ha partecipato alla grande impresa franco-italiana del traforo del Montebianco come escavatorista, mestiere che ha continuato a svolgere fino alla pensione.
Uomo mite, laborioso e dotato di un grande senso della Giustizia, innamorato della sua famiglia, ha trasmesso questi valori ai suoi figli, Maria Grazia e Giovanni. Ancora oggi i suoi dolcissimi occhi verdi si commuovono al ricordo dell’amatissima moglie, Maddalena Cabula, volata in cielo 22 anni fa; ma si illuminano di gioia davanti ai suoi nipoti Emanuele e Mattia. La tenerezza poi è palpabile quando le nuora, Monica, lo coccola con dolci e pietanze.
Nella vita non ha mai cercato privilegi o scorciatoie, ha sempre lavorato e rispettato le regole della vita sociale, ciò gli ha garantito il rispetto e la stima di tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo.
Il secolo di vita (+ un anno) sono sicuramente pesanti e l’aspetto fragile ne è testimone, ma sicuramente è l’uomo più coraggioso che si possa incontrare di questi tempi; infatti ha combattuto una guerra mondiale, ha svolto i lavori più umili e duri (anche senza supporti sindacali), ha vissuto tre pandemie (Spagnola, Asiatica e Covid-19), ha conosciuto l’accoglienza degli speciosesi, ma anche la loro litigiosità, non teme di certo la morte. Oggi, dopo 55 anni di residenza speciosese, è uno speciosese doc, amato, rispettato e stimato, ma soprattutto è un grande maestro per tutti noi. Infatti è grazie alle persone come Antonio se l’Italia è collegata al resto d’Europa, sta a noi fare in modo che questo collegamento si trasformi in unità vera e propria, sotto ogni aspetto.
Auguri ad Antonio per questi meravigliosi 101 anni e grazie per la scuola di vita offerta a tutti noi!