Le guerre vengono fatte dai poveri per conto dei ricchi e potenti

di Sandro Bandu

 

L’editoriale di questo numero non poteva non trattare l’argomento principe di questi mesi: la guerra tra Ucraina e Russia alla quale il nostro piccolo giornale dedica alcune pagine più avanti.

è una guerra che a noi italiani ci tocca direttamente, perché si svolge in Europa, perché va a colpire i nostri stessi interessi economici e perché in qualche maniera il nostro Paese si trova tra due fuochi.

Da una parte dobbiamo aiutare l’Ucraina a resistere inviando armi, d’altronde facciamo parte della NATO, e dall’altra non dobbiamo inimicarci troppo la Russia perché è il nostro principale fornitore di gas.

Certo che è tutto così strano ma non troppo.

Non farò un lungo editoriale sulla guerra in atto: sinceramente non ne ho le competenze e poi chi vuole documentarsi in merito può trovare ampi servizi su testate molto più importanti della nostra.

Però tre argomenti hanno incuriosito alcuni lettori e mi hanno chiesto di svilupparli qui con voi.

Ci provo perché in effetti li sentiamo spesso in TV e non tutti sanno di cosa si tratta.

I temi sono questi: la “denazificazione”, la “guerra per procura” e le “morti illegali”.

Per ciò che concerne la “denazificazione” è uno dei termini che ha usato Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ma cosa vuol dire “denazificazione?”. Con questo termine il premier russo vuol far intendere che in Ucraina vi è un regime nazista e pertanto va liquidato, mentre sappiamo benissimo che il presidente Volodymyr Ze-lensky, è stato eletto democraticamente nel 2019 e in parlamento non vi sono esponenti dei gruppi neonazisti i quali fanno parte di una frangia estremamente minoritaria della politica del paese. 

La “guerra per procura”: cerco su internet e trovo questa frase sul sito de “La Repubblica”:  così si definisce un con-flitto armato tra due stati o attori non statali che agiscono su provocazione o per conto di altre fazioni che non sono direttamente coinvolte nelle ostilità.

Con questa stessa frase la Russia attacca la NATO dicendo che non è direttamente coinvolta ma che sta svolgendo una “guerra per procura”. Sarà anche vero ma allora tutte le guerre in corso sul nostro pianeta sono tutte guerre per procura e, soprattutto, vedono le super potenze impegnate solo quando vi sono enormi interessi dietro.

 

Tre giovanissimi militari russi che hanno perso la vita nella guerra in Ucraina

 

Anche qui mi viene in soccorso internet, da cui traggo un piccolo elenco sulle guerre in corso con i principali protagonisti: in Libia vi è una guerra civile che vede coinvolte la Francia, la Turchia, l’Egitto, la stessa Russia, gli Emirati Arabi e così via. E tutte queste nazioni sono interessate certamente non alla sabbia del deserto libico ma agli enormi giacimenti petroliferi. O no?

In Yemen vi è una guerra per procura per definizione: l’Arabia Saudita coi lealisti, l’Iran coi ribelli Houthi. Dopo l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, la guerriglia irachena fu armata, finanziata e facilitata da Siria e Iran.

In Afghanistan il Pakistan e la Cina hanno sostenuto per anni i talebani e prima ancora, negli anni dell’occupazione sovietica, furono gli Stati Uniti ad armare i mujahideen.

La guerra Iran-Iraq negli anni Ottanta: gli Stati Uniti sostenevano Saddam Hussein, ma con un sofisticato sistema di specchi e leve armavano sottobanco pure il suo avversario (scandalo Iran-Contras), già comunque armato dall’Unione sovietica tramite la Siria.

La guerra civile in Ruanda: i francesi stavano con gli hutu al potere, gli ugandesi aiutavano i ribelli tutsi (che più tardi furono vittime del genocidio del 1994). Anche il Vietnam (chi credete armasse i vietcong?) fu dunque una guerra per procura, e pure non ricordo oceaniche manifestazioni di protesta per chiedere a Breznev e a Mao di darci un taglio.

E infine le “morti illegali”.

Mi ha colpito molto questo termine, non riuscivo a trovare un nesso: morte illegale in una guerra!

Sono andato alla ricerca e alla fine ho scoperto che questo termine riguarda solo i civili che vengono ammazzati durante gli attacchi di guerra e che non fanno parte delle forze armate militari.

Una domanda sorge spontanea: e tutti i poveri e giovanissimi militari russi, poco più che diciottenni, che Vladimir Putin ha inviato in Ucraina con l’inganno, senza nessuna esperienza in ambito militare, mandati lì per la sua cosiddetta “operazione speciale” , deceduti sul teatro di guerra, si parla ormai di circa 25mila militari russi, non sono morti illegali?

Purtroppo le guerre vengono fatte dai poveri per conto dei ricchi e potenti, e quasi mai questi pagheranno per la loro sete di potere e arricchimento personale.

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