“Manuale di sopravvivenza all’isolamento sociale”: l’appello artistico alla riflessione durante e dopo l’emergenza
Foto, suoni, parole e tanta arte per ricordarci che andrà tutto bene solo se l’umanità saprà trarre i giusti insegnamenti dal momento storico in corso
«In questo momento storico la parola crisi ci sfreccia accanto accoppiata a qualunque concetto. Facendo un frastuono che ci confonde. Crisi climatica. Crisi economica. Crisi sanitaria. Crisi culturale. Crisi sociale.»
Con queste parole Benedetta Medas sintetizza efficacemente il comune sentire sulla situazione attuale: un momento di crisi totale. Eppure, per lei e tanti altri artisti, questo periodo può portare anche istanze di profondo rinnovamento. Un rinnovamento forse lontano da certi standard economici e burocratici, ma piuttosto finalmente legato all’uomo nelle sue sfaccettature essenziali e creative, nel suo sentirsi parte di un tutto e di un pianeta che non può più rimanere inascoltato.
Queste sono solo alcune delle tematiche collegate all’emergenza in corso che sono affrontate nel nuovo progetto curato da Paola Corrias e Daniele Gregorini: i Manuali di sopravvivenza all’isolamento sociale. Prodotti da Urban Center ‒ nello specifico all’interno dell’iniziativa hOMe ‒ i manuali raccolgono le riflessioni scritte, visive e sonore di numerosi artisti isolani che nell’attuale fase di lockdown hanno elaborato varie interpretazioni del presente proiettate verso il futuro. L’iniziativa, nata il 23 marzo 2020, ha portato alla redazione di due manuali (numero 0 e numero 1); è inoltre in fase di progettazione un terzo volume. Tutti sono scaricabili gratuitamente dal sito di Urban Center.
Propriamente legato alla condizione di reclusione domestica, il numero 0 ha visto in quattro contributi critico-testuali e 12 opere la collaborazione di 16 artisti: tra loro Daniele Gregorini, Paola Corrias, Andrea Casciu, Alberto Marci, Amirah Suboh, Giacomo Zucca, Luisa Siddi, Skan e tanti altri. Tutti loro hanno portato alla luce riflessioni inerenti i temi del nutrimento, dell’evasione, della resistenza e delle visioni declinati nelle tre dimensioni dell’essere umano: corpo, mente e spirito.
Il numero 1 propone, tra le altre, attente riflessioni per quella che sarà la riattivazione sociale e comunitaria dopo il lockdown. Il testo di partenza è la favola di Hänsel e Gretel. La fiaba dei fratelli Grimm diventa, grazie ai 51 artisti (e non) coinvolti, un’efficace metafora dei vari scenari che l’uomo è chiamato ad affrontare in questa fase storica. Nomi quali Giulia Casula, Massimiliano Perasso, Matteo Campulla, Daniela Frongia, Giacomo Salis, Davide Tocco, Marcello Nocera, Francesca Saba e tanti altri elaborano con varie tecniche e varie opere temi globali eppure personali, intimamente sentiti da tante persone durante la reclusione forzata.
L’obiettivo è quello di offrire uno strumento efficace per fronteggiare l’isolamento, riuscendo così a mantenere viva la comunità e a diffonderne le visioni. Aspettiamo con trepidazione il prossimo numero, perché l’arte in tutte le sue forme può far sì che non solo vada tutto bene, ma che vada tutto meglio rispetto al passato.
Marta Melis