Metereopatia, leggenda metropolitana o realtà sempre più diffusa?

di Sara Saiu

Guardate, io ci voglio credere a prescindere da ciò che afferma la scienza perché io sono certamente meteopatica! A parte gli scherzi, cerchiamo di capire insieme cos’è. Il disturbo affettivo stagionale (SAD), detto comunemente metereopatia, è quella condizione per la quale con il cambiare del tempo meteorologico oscilla anche l’umore di un essere umano. I tipici sintomi sono stanchezza fisica e mentale nonché depressione nei mesi invernali, ansia e irritabilità al giungere della stagione estiva. Da un punto di vista prettamente biologico i sintomi non fanno una grinza, in quanto la luce solare fa sì ché il nostro corpo produca sostanze attivanti ed energizzanti, mentre in avverso il buio favorisce il rilascio di ormoni che determinano più stanchezza. Partendo dal presupposto che autodiagnosticarsi un disturbo è di per sé sbagliato, vediamone una definizione scientifica data dallo psichiatra Norman E. Rosenthal, per capire meglio se si possa rientrare nella categoria dei metereopatici. Rosenthal ci spiega che, come anticipato prima, il disturbo è di natura biologica. La serotonina, definita anche “ormone del buonumore”, è un neurotrasmettitore che viene stimolato con la luce del sole e che fa provare una sensazione di immediato piacere e benessere. La melatonina, invece, è un ormone che funge da “orologio biologico” in quanto è il principale regolatore del sonno e si attiva durante le ore notturne. Chi soffre di un disturbo affettivo stagionale risente maggiormente del cambio di stagione tendendo a produrre eccessive quantità di serotonina durante l’estate, diventando quindi insonne e maggiormente irritabile, e a produrre nei mesi invernali eccessive quantità di melatonina, diventando più incline al sonno e ad un peggioramento dell’umore. Non esistono ad oggi trattamenti farmacologici specifici ma è possibile alleviare i sintomi attraverso blandi sedativi in caso di ansia e antidolorifici in caso di dolori articolari o cefalea. Nelle forme croniche è fondamentale una diagnosi specialistica per stabilire l’approccio terapeutico più adeguato.

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