«Mi chiami consigliera», Camilla Soru (PD) bacchetta il vicepresidente Maxia in Aula

di Francesca Matta

Ancora scintille nell’aula consiliare di Palazzo Bacaredda durante il dibattito sul progetto dello stadio Sant’Elia. Ma al centro degli scontri non è tanto l’arena sportiva, quanto il linguaggio di genere. Come riportato dai quotidiani locali, l’esponente del PD Camilla Soru ha risposto a tono al vicepresidente vicario del Consiglio Corrado Maxia (FdI), che per darle la parola l’ha chiamata “consigliere”. Soru ha prontamente recplicato: «Consigliere non è ambivalente, io sono la consigliera Soru».

Ma non finisce lì: Maxia, il sostituto del presidente Edoardo Tocco (che ha abbandonato l’Aula per un malore), ha confermato la sua posizione sostenendo la futilità dell’intervento. «È uguale», ha continuato l’esponente di Fratelli d’Italia. Ma Soru non ci sta e replica nuovamente: «L’italiano, come la matematica, non è un’opinione: quindi, la prossima volta, mi chiami consigliera. Grazie».

Ancora polemica: «È ambivalente», dice Maxia. «Non è ambivalente e non mi interrompa», risponde definitivamente la consigliera comunale. Con lei hanno protestato anche le altre consigliere di minoranza, presentate ancora una volta con la variante maschile: Francesca Ghirra dei Progressisti e Rita Polo del gruppo Progetto Comune, le quali hanno risposto entrambe di voler essere chiamate “consigliera”.

Al termine della seduta – che ha promosso il “Piano Guida” per Sant’Elia – Camilla Soru è tornata sulla questione per sottolineare l’importanza dell’uso di un linguaggio corretto e rispettoso verso il genere femminile. «Finché saremo consigliere donna – commenta – saremo donne che casualmente ricoprono ruoli da maschio. Invece sono una consigliera, e si impari a chiamarmi con la parola corretta. Corrado Maxia forse ha avuto troppa fretta nel dare la sua risposta, e si sa: la fretta è cattiva consigliera».

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