Oscar 2020: trionfo per Parasite, The Irishman sconfitto inaspettato
La notte del 9 febbraio il Dolby Theatre di Los Angeles ha ospitato la 92ª edizione dei premi Oscar, senza un presentatore ufficiale – come nel 2019 – e con grandi nomi tra i presenti.
Joker di Todd Phillips era quest’anno il film con il numero più alto di candidature (11) ma è stato Parasite di Bong Joon-ho a vincere ben quattro premi nelle categorie più importanti: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior film internazionale, così come è stata ribattezzata la categoria miglior film in lingua straniera. Un record per questo grande capolavoro sudcoreano, primo nella storia degli Oscar a vincere la categoria miglior film in una lingua diversa dall’inglese. Chi non ha avuto la possibilità di vederlo a novembre potrà rimediare ora. Parasite torna infatti nelle sale, già dal 6 febbraio, insieme a Memorie di un assassino (2003), altro grande film di Joon-ho che trova finalmente una distribuzione cinematografica anche nel nostro paese a partire dal 13 febbraio.
Nonostante le ben dieci candidature, nessun premio è stato vinto dall’ultimo gangster movie di Martin Scorsese, The Irishman; il regista ha ricevuto comunque parole d’omaggio, soprattutto da Bong Joon-ho.
Grandi attori e grandi attrici hanno portato a casa la statuetta dorata. Joaquin Phoenix vince ancora una volta, dopo il Golden Globe e il BAFTA, un premio come miglior attore protagonista per il suo intenso e drammatico ruolo di Joker nel film omonimo, mentre è Renée Zellweger la migliore attrice protagonista grazie a Judy, film biografico sulla cantante Judy Garland. I migliori attori non protagonisti sono invece Laura Dern per Storia di un matrimonio di Noah Baumbach e Brad Pitt per C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. Il film ha inoltre vinto il premo per la miglior scenografia, assegnato a Barbara Ling e Nancy Haigh.
L’irriverente e dolceamaro Jojo Rabbit di Taika Waititi si è meritato il premio per la categoria miglior sceneggiatura non originale, grazie a un libero adattamento del romanzo Come semi d’autunno (2004) di Christine Leunens. Il grande Roger Deakins vince ancora una volta il premio per la miglior fotografia – suo anche nel 2018 per Blade Runner 2049 – grazie all’impeccabile lavoro svolto per 1917 di Sam Mendes. Sempre 1917 vince anche i premi per i migliori effetti speciali e per il miglior sonoro, mentre la miglior colonna sonora è quella composta da Hildur Guðnadóttir per Joker. Miglior canzone è (I’m Gonna) Love Me Again, scritta da Bernie Taupin e Elton John per il biopic dedicato a quest’ultimo, Rocketman di Dexter Fletcher; durante la cerimonia degli Oscar, il grande cantautore inglese ha portato sul palco la canzone con un’emozionante esibizione.
La Pixar non delude e porta a casa la statuetta per il miglior film d’animazione con Toy Story 4, mentre premi tecnici sono stati vinti da Le Mans ’66 – La grande sfida, di James Mangold, per le categorie miglior montaggio e miglior montaggio sonoro. Al grande lavoro di Jacqueline Durran per Piccole Donne va il premio per i migliori costumi, mentre la categoria miglior trucco e acconciatura vede la vittoria del film Bombshell – La voce dello scandalo, diretto da Jay Roach e in sala dal 26 marzo.
I miglior documentario è Made in USA – Una fabbrica in Ohio, mentre tra i cortometraggi vincono The Neighbors’ Window, Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl) (documentario) e Hair Love (animazione).
Quella degli Oscar è sempre una notte magica per la settima arte e anche quest’anno ha saputo sorprenderci ed emozionarci.
Marta Melis