Pietro Davide Talmassons: “Ho Decimo nel cuore”
di Brice Grudina
Per Fabrizio De André la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso che dovrebbe coincidere con ciò che si chiederebbe al buon Dio di regalarci come Paradiso. Per l’ex decimese Pietro Davide Talmassons, 69 anni, nonno in pensione e attualmente residente a Pesina di Caprino Veronese, in provincia di Verona, la Sardegna – in particolare il paese di Decimomannu – è tutt’ora un pezzo di cuore che batte ancora molto forte.
Buongiorno Pietro, come andiamo? Raccontami un po’del tuo passato, che rapporto hai con il paese di Decimomannu?
Mio padre lavorava come capostazione delle Ferrovie Dello Stato, per questo sono nato a Olbia, all’epoca lavorava lì. Venne poi trasferito a Siliqua dove trascorsi i primi undici anni della mia vita, crescendo tra i vagoni e i cortili della stazione. Dopo i miei undici anni, mio padre venne infine trasferito a Decimomannu, e dico la verità, nonostante la mia giovane età, non ho avuto nessun trauma nel cambio di paese, anche perché a Decimo ci sono sempre stato, lì vivevano i miei nonni, e quindi già conoscevo tante persone.
Che ricordi hai della tua infanzia a Decimo?
I ricordi delle gioventù a Decimo sono costellati di infinite partite a pallone nel vecchio campo del Cniop con l’amico Gian Paolo Grudina e altri vecchi amici, poi che dire, ricordo l’aiuto agli zii nei vigneti e nei campi del nonno e le serate in parrocchia … di quel periodo spensierato, sono sincero, ho tanta nostalgia …
Vorresti ritornare a vivere in Sardegna?
Sicuramente tornerei a vivere in Sardegna, la Sardegna è straordinaria, ma qui nel Nord Italia ho messo su famiglia. Mia moglie è veneta, e inoltre ho dei figli e dei bellissimi nipoti da godermi il più possibile.
Ti capita di ritornare in visita a Decimo?
Un periodo venivo a visitare i parenti almeno due volte l’anno, ma ultimamente, per vari impegni e motivi, le rimpatriate sono venute spesso a mancare.
Che ricordi hai della festa di Santa Greca?
Ricordo che a Santa Greca andavo dai nonni e dagli zii a fare una visitina per racimolare qualche soldino, per poi spenderli sulle giostre del paese con gli amici. Ricordo che la festa decimese era un evento di grande fermento e eccitazione che richiamava moltissima gente da tutta la Sardegna.
Su Facebook noto spesso che ami condividere le tue filastrocche. Posso chiederti quando è nata questa tua passione?
La passione per la poesia in realtà l’ho sempre avuta, già da ragazzo. Amavo leggere le filastrocche di Gianni Rodari che mi affascinavano molto. Poi con gli anni questa passione è andata un po’a perdersi. Tuttavia, dopo la pensione, mi sono dedicato anima e cuore a questa vecchia arte e nel mio archivio, devo ammettere, tengo conservate all’incirca duemila poesie e filastrocche.
Dove scrivi?
Di solito nel mio borsello ho un bloc-notes e una penna e riporto tutto ciò che mi viene in mente durante la giornata. Scrivo tutto quello che mi passa per la testa. Ho bisogno di un foglio e di una penna perché altrimenti rischio di dimenticarmi la frase o la rima, e sarebbe un peccato.
Cosa vorresti dire a tutti decimesi?
Prima di tutto ringrazio te Brice per avermi dato la possibilità di mettermi a nudo nel paese in cui sono cresciuto. Per il resto, mando un saluto e un forte abbraccio a tutta la popolazione di Decimo. Vi ho tutti nel cuore.
DECIMO NEL CUORE
Ho le lacrime nel cuore
bella Decimo mio amore,
lesti gli anni sono passati
e i ricordi ben stampati.
Ho in mente, ben preziosi,
quelli belli, quelli odiosi
ma è un piacere rinvangare
un periodo ch’è speciale.
Spensierata cittadina
di contorno ha una sestina:
San Sperate, Assemini, Villaspeciosa
terra buona e gran fruttuosa.
Decimoputzu, Villasor, Uta
la cingon proprio tutta.
Il rispetto è tra i vicini
senza remore e confini.
Sono antichi i molti resti
con le lolle e i tanti affreschi,
dei romani restan i ponti
collegavan strade e centri.
La Sardegna l’ha adottata
questa Santa celebrata,
Santa Greca col suo culto
dona grazia e pure indulto.
E da tutti tanto amata,
dalle genti è venerata,
del paese è la patrona
e nessuno lei abbandona.
Volan mitici i piloti
pure lor gli son devoti,
qui da anni son stanziati
con gli aerei gli alleati.
Sono cortesi e decisi
molto caldi e ben accesi,
scaldan infatti con ardore
i foresti e il loro cuore.
(Pietro Davide Talmassons)