Quando poche righe diventano un film: “Nel paese delle creature selvagge”
Immaginazione e crescita nell’adattamento di Spike Jonze
«Quella notte nella camera di Max spuntò una foresta e crebbe… crebbe finché il soffitto si coprì di rami e dalle pareti entrò il mondo».
L’immaginazione non ha pareti e Maurice Sendak lo sapeva bene quando scrisse questa frase, parte di uno dei più famosi libri per l’infanzia, Nel paese dei mostri selvaggi (1963), illustrato da Sendak stesso. Ora che tutti noi siamo confinati nelle mura domestiche a causa del lockdown, invitiamo le famiglie a credere ancora nell’immaginazione e proponiamo come consiglio cinematografico l’adattamento di questo intramontabile classico.
Classico costituito in realtà da poco più di dieci frasi; una sfida per qualsiasi regista che voglia trasformarlo in un film, che Spike Jonze ha vinto pienamente con il suo Nel paese delle creature selvagge (2009), film di 101 minuti che coglie perfettamente l’atmosfera del libro. Jonze nasce come videomaker per skater e musicisti, inaugurando la carriera con produzioni brevi e sintetiche: ironico che abbia quindi deciso di approfondire una storia breve con un prodotto audiovisivo come il lungometraggio, con ottimi risultati.
La storia è molto semplice. Max è un bambino ribelle e scalmanato che dopo un brutto litigio con la madre scappa di casa per ritrovarsi in una terra sconosciuta popolata da strane creature. Qui comprenderà il significato della parola “selvaggio”, amandola e temendola allo stesso tempo, in un processo di crescita e maturazione.
Le creature selvagge sono un’efficace escamotage per parlare delle emozioni e della capacità che l’essere umano – i bambini in particolare – hanno di razionalizzarle. Emozioni che nelle creature sono dettate dall’impulsività e che, in quanto tali, possono apparire genuine quanto mostruose. Un film che non manca quindi di note dark ma che risulta anche carico di poesia e struggente dolcezza. E questo a partire dalla splendida colonna sonora curata dalla cantante Karen O (famoso componente degli Yeah Yeah Yeahs) e dal compositore Carter Burwell. Poetica e struggente anche la scelta di effettuare le riprese perlopiù durante le ore del tramonto, per cogliere una luce calda e suggestiva, capace di sospendere la storia tra realtà e fantasia.
Il film riesce a emozionare, non tanto grazie a una trama avvincente ma grazie al senso di genuina spontaneità che trapela da ogni scena. Spontaneità che si esprime nel rapporto tra Max e le creature, fatto anche di piccole cose, che si tratti di disguidi così come di avventure. Un film d’atmosfera che speriamo riuscirà a incantarvi ed emozionarvi, sia grandi che piccini.
Marta Melis
La scheda
Film: Nel paese delle creature selvagge (Where the Wild Things Are) Regista: Spike Jonze
Anno: 2009 Durata: 101 min. Rating: per tutta la famiglia