Scuole di Assemini, record nella raccolta dei tessili usati

 

Record per le scuole di Assemini che raccolgono quintali di materiale tessile da destinare al riuso. Si è conclusa questa settimana la campagna di sensibilizzazione al riciclo di abiti e scarpe usate promossa in quasi tutte le scuole locali di ogni ordine e grado. Gli obiettivi sono quelli della salvaguardia dell’ambiente, della riduzione dell’inquinamento e del favorire l’economia circolare.

 

Il comune

Parla dell’iniziativa l’assessora Alessia Meloni: «Il Comune, nell’ambito dell’appalto di igiene urbana affidato alla San Germano del gruppo Iren e Etambiente, già da diversi anni aderisce alla raccolta mediante il conferimento nei 15 contenitori distribuiti in tutto l’abitato, da sa Costera a Piri Piri sino a Truncu is Follas». Quest’anno gli assessorati all’istruzione, servizi sociali e igiene urbana hanno fatto un ulteriore passo decidendo di sposare il progetto dell’iglesiente azienda Ecotessile Srl e coinvolgendo dirigenti scolastici, insegnanti, studenti e famiglie nella raccolta dei tessili post consumo. 

 

I partecipanti

Le attività di sensibilizzazione hanno riguardato momenti di informazione nelle classi aderenti al progetto e momenti di raccolta nei piazzali delle scuole. Per ogni chilogrammo di indumenti e scarpe raccolti l’azienda Ecotessile ha corrisposto 0,40 centesimi di euro a favore dell’istituto per l’acquisto di materiale didattico o per il finanziamento di borse di studio.

Hanno partecipato l’istituto Gramsci di via Di Vittorio (Circolo 1), l’istituto Scalas di corso Europa e l’istituto Carboni di via Asproni (Circolo 2), l’istituto professionale superiore del Giua nella sede di Assemini. Il 6 e l’8 maggio sono state coinvolte anche le due sedi delle scuole medie Pascoli-Nivola in una giornata informativa e in una di raccolta.

 

I risultati

«Il progetto oltre alla valenza ambientale ha un forte impatto sociale» racconta Francesco Pissard, 49 anni, responsabile commerciale della società Ecotessile. «I vestiti usati – spiega – dopo essere stati trattati vengono spediti in paesi sottosviluppati e venduti a prezzi accessibili. Sulla totalità di quanto raccolto il 68% viene destinato al riutilizzo in altri mercati, il 25% viene riciclato per creare filati e imbottiture e solo il 7% viene smaltito come rifiuto tessile». 

I numeri di Assemini sono davvero incredibili: «Per raccogliere la roba – prosegue Pissard – spendiamo circa 0,32 centesimi al chilo e vendiamo a 0,42. Con le scuole non guadagniamo ma sulle scuole investiamo. Quelle di via Asproni e corso Europa hanno avuto un risultato clamoroso. In un giorno e mezzo hanno raccolto una tonnellata e settecento chilogrammi. Altri 300 chili dalla scuola del Pascoli-Nivola, 170 chili dal plesso di via Di Vittorio, manca il Giua che raccoglieremo la prossima settimana. L’ultimo dato di Assemini era di 30 tonnellate in tutto l’anno, ora è in netto miglioramento».

 

Sara Saiu 

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