Se si rompe la ciotola del nonno
di Gavino Maieli
Tante sono le immagini usate per descrivere quel percorso straordinario che è la vita.
Una delle più felici paragona l’uomo ad un animale che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno a due e la sera a tre.
Scherzi dell’età, si direbbe.
Ogni età ha le sue gioie.
Ma anche le sue difficoltà, i suoi tormenti. In ogni età il difficile è arrivare a capirsi, a riconoscersi, perché tutto è nuovo, da sperimentare. Da realizzare.
Spesso non si riescono a capire neppure le altre, di età.
Perché non le si è ancora vissute.
O se ne è perduto il ricordo.
L’età più tormentata sembra essere quella avanzata, poiché non si hanno le energie e neppure le speranze di una volta.
Spesso nemmeno la comprensione di chi ancora deve arrivarci.
Mentre il rispetto a volte lascia un po’ a desiderare.
Anni fa, per insegnarlo, circolava questa storiella.
Ora di cena. La famigliola è riunita a tavola.
Il nonno al solito sta in un angolo, con la sua ciotola. Sempre la stessa.
Ma i movimenti non sono più quelli di un tempo, i tremori sono impietosi.
La ciotola cade e si rompe. Il papà e la mamma perdono la pazienza. “Ecco, il solito sbadato! Cosa dobbiamo fare con te?”.
Il nonno quasi muore per la mortificazione.
I bambini restano molto colpiti da quanto accade.
E raccolgono i cocci con premura. “Dai, ripariamo la ciotola, non bisogna buttarla: ci servirà quando papà e mamma saranno vecchi!”.
Teneri! E previdenti.
La storia finiva come doveva finire: col nonno che tornava a tavola insieme agli altri.
E la ciotola che spariva per sempre.
Per i bambini di allora quella storiella fu di grande insegnamento.